ASCOLI PICENO – Riporto in questo articolo l’interessante rifelssione delle Acli delle Marche sull’esposizione universale e sul tema di questa edizione dedicata all’alimentazione:

Si tiene a Milano dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 l’Expo 2015. Il tema scelto per questa Esposizione universale è “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”.  Dopo l’esposizione di Saragozza del 2008, dedicata all’acqua “risorsa scarsa”, e dopo quella di Shanghai, dedicata al tema della qualità della vita nelle città, il tema scelto per il 2015 è il segno che l’idea centrale delle ultime edizioni non è più individuata nel binomio abbondanza-crescita illimitata, ma nel binomio limite-scarsità.

E’ possibile assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sana, sufficiente e sostenibile? E’ intorno a questa domanda che ruota l’Expo 2015. Alimentazione, sostenibilità, ricerca e sviluppo sono i temi centrali affrontati nell’evento di Milano con l’obiettivo di garantire acqua e cibo a tutta la popolazione mondiale. Lo scopo dell’Expo è quindi quello di favorire il confronto sui modelli di sviluppo capaci di assicurare a tutta l’umanità un’alimentazione buona, sostenibile e in grado di tutelare la biodiversità indispensabile per la salute del nostro pianeta. Gli organizzatori ritengono che gli incontri e i convegni dell’Expo 2015 possano contribuire a ottimizzare la catena alimentare, riducendo gli sprechi, aumentando la sicurezza degli alimenti e recuperando il valore nutrizionale del cibo.

L’Expo 2015, oltre che appuntamento mediatico globale e grande evento della società dello spettacolo, sarà per i 140 Paesi partecipanti l’occasione per un confronto sul futuro dell’economia mondiale dopo la crisi scoppiata nel 2008 e sul modello di sviluppo che occorre adottare se si vuole, come si dice nel titolo, “nutrire il pianeta con nuove energie per la vita”.

La rappresentazione che l’Italia saprà dare di sé durante l’evento, potrà influenzare il futuro del nostro Paese. Per ora domina un miscuglio di orgoglio e di speranza. Nei territori locali si spera che l’evento dell’Expo possa essere non tanto la vetrina delle eccellenze, ma il motore capace di far ripartire l’economia dell’intero Paese. In un clima generale in Italia dominato dall’idea del declino, l’occasione dell’Expo viene vista come grande opportunità per dire e mostrare, con orgoglio, che il nostro Paese sta uscendo dalla crisi.

Il titolo scelto per Milano 2015 rimanda a interrogativi di grande rilievo, non solo a livello politico ed economico, ma anche a livello culturale ed etico. Se si riflette sul tema del cibo e sulle sfide che il mondo affronta in campo alimentare, tre sono le contraddizioni oggi centrali nel nostro rapporto con il cibo; sono tre contraddizioni che appaiono a loro volta rivelatrici dei paradossi che viviamo nelle relazioni con gli altri esseri umani e con il pianeta: 1) il problema dell’accesso al cibo; 2) lo spreco delle risorse alimentari; 3) il prezzo e il valore degli alimenti.

L’accesso al cibo e l’eccesso di cibo. Secondo il Rapporto della FAO sull’insicurezza alimentare nel 2013, nel mondo la denutrizione colpisce quasi un miliardo di persone, mentre ogni anno oltre due milioni di bambini muoiono per mancanza di cibo. A fronte di questa realtà, sono circa un miliardo e mezzo gli individui in sovrappeso, con i problemi di salute che questo comporta.

Lo spreco del cibo. In un Rapporto sull’impronta ecologica degli sprechi alimentari la FAO ha stimato che nel 2013 a livello mondiale lo spreco di cibo ha raggiunto 1,3 miliardi di tonnellate, pari a circa un terzo della produzione totale di cibo destinato all’alimentazione umana. Fra le cause non vi sono solo fattori climatici e ambientali, ma anche le cosidette leggi di mercato e gli errati comportamenti dei consumatori. Fame e spreco sono due facce della stessa logica di mercato.

 Il prezzo e il valore del cibo. Come ogni prodotto sul mercato, oggi il cibo è giudicato per il suo prezzo e non per il suo valore. Recuperare il valore del cibo innanzitutto significa considerarlo non solo dal punto di vista economico (perchè ogni cibo è portatore di un grande valore culturale), ma soprattutto significa smettere di trattarlo come una fra le tante materie prime, su cui lanciare speculazioni senza regole e senza preoccuparsi della fame che tali speculazioni possono provare nelle regioni più povere del mondo.

Di fronte a queste tre grandi contraddizioni, dall’Expo possono venire contributi rilevanti in termini di idee e di proposte. E’ importante però che una analoga attenzione ci sia anche da parte dei cittadini. Dal punto di vista individuale, dobbiamo assumere nuovi stili di vita e di consumo: più sani e anche più rispettosi del valore del cibo e delle conseguenze sugli altri esseri umani. Ma non possiamo limitarci a questo: dobbiamo anche impegnarci dal punto di vista politico, perché scelte responsabili siano compiute a livello di politiche agricole, di politiche commerciali e di politiche ambientali.


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