ASCOLI PICENO – “Finanziare la spesa pubblica attraverso una Banca Centrale sarebbe un’arma troppo potente da dare ai politici“: questa l’ultima affermazione del professore Pietro Alessandrini, esperto in Politica Monetaria e docente alla Facoltà di Economia di Ancona, durante la conferenza “Uscire dall’euro?” dello scorso 8 maggio organizzata dal Partito Democratico ascolano e con la presenza anche, come relatore, del professore Gianluca Gregori.
La frase finale pronunciata da Alessandrini è, purtroppo, un ritornello troppo consueto e troppo violento. Invece di rallegrarsi di donare “un’arma troppo potente”, che speculatori, latifondisti finanziari, grandi corporation economiche e media group non sono in grado di possedere o, addirittura, influenzare, si studia il modo per limitarla e assegnarla, di fatto, ai soggetti grossolanamente sopra elencati.
Gli intellettuali, e quindi gli economisti quali Alessandrini, dovrebbero avere come obiettivo principale quello di donare alla cittadinanza – che in un sistema rappresentativo si esprime con i politici – gli strumenti intellettuali e concreti idonei al raggiungimento del benessere collettivo, affrancandola dai limiti naturali ogni qualvolta possibile e auspicabile. Invece Alessandrini – e tanti altri con lui – ritengono che una politica decapitata delle sue peculiarità e quindi vincolata dall’esterno in maniera artificiale sia più efficiente e preferibile.
Si ritiene l’umanità, insomma, troppo sciatta ed egoista. Incapace di gestire gli istinti. Incapace di programmare il futuro. Dunque, meglio che amputi la propria libertà, cedendola a tecnici che, come despoti illuminati, sappiano meglio gestire “l’arma troppo potente” (è questo l’esperimento chiamato Eurozona).
La “discrezionalità” delle scelte della politica – buone o sbagliate che siano – non può essere soggetta ad alcun tipo di limitazione in un regime che si dice democratico. Anche l’errore, elemento umano, è indice e sintomo della libertà esistente. L’assenza di errore (del tutto presunta, inoltre) è invece elemento proprio di un regime dittatoriale. Inumano, e pericoloso.
“L’arma troppo potente”, tolta dal controllo pubblico, non viene ovviamente estinta, essendo la nostra economia monetizzata, ma soltanto trasferita dalla cittadinanza organizzata in uno Stato ad un insieme di corportation finanziarie alle quali, nell’Eurozona, è stato conferito il monopolio dell’emissione monetaria, in quando anche le espansioni monetarie della Bce transitano attraversa i mercati finanziari e non direttamente agli Stati: per Alessandrini, dunque, è migliore e più efficiente un sistema in cui Unicredit, Goldman Sachs o Deutsche Bank decidono come e se finanziare uno Stato, gravandolo con interessi passivi e staccando la spina in caso di decisione governative avverse, invece che liberarsi dal peso del debito pubblico e gestire la moneta funzionalmente all’interesse pubblico, con obiettivo della piena occupazione.
Di fatto una “dittatura di grandi imprese e banche“, come hanno scritto, spaziando dall’economia alla giurisprudenza, insigni studiosi e intellettuali di diversa provenienza come Luciano Gallino, Giuseppe Guarino, Luciano Barra Caracciolo, Paolo Barnard. Su questo, invece, durante l’incontro alla Sala della Ragione, soltanto silenzio. Altro che Costituzione, a partire dall’articolo 1: “La sovranità appartiene al popolo” è ormai “la sovranità appartiene ai mercati finanziari”. E gli Alessandrini d’Italia plaudono.
Così lo Stato Italiano, ridotto ad un soggetto privato della moneta e costretto a chiederla in prestito, deve presentarsi con un utile di gestione, tassando i cittadini più di quanto spende, e determinando automaticamente un costante impoverimento, che è sotto gli occhi di tutti e mostrato persino da Alessandrini in una delle slide proiettate.
Nella sua risposta Alessandrini ha spiegato che i politici userebbero “l’arma troppo potente” per clientelismo: opinione, purtroppo, figlia di un qualunquismo anti-casta che attira applausi (e iperbolici incubi inflattivi) ma confligge pesantemente con quanto sta avvenendo nella realtà.
Presto una valutazione dettagliata degli altri aspetti emersi nell’incontro.
PS. Alessandrini ha usato toni enfatici leggendo le famose frasi di Draghi, presidente della Bce, che nel luglio 2012, di fatto, “salvò l’euro”, affermando che la Bce avrebbe fatto qualsiasi cosa necessaria (whatever it takes). Riportiamo come allegato un video dove viene pronunciato un altro importante “whatever” da parte di un banchiere centrale. Bernanke, presidente della Fed, in audizione al Congresso U.S.A., afferma infatti che la Fed farà qualsiasi cosa il Congresso chiederà (whatever Congress tells us to do). Una chiara ammissione di subordinazione della principale banca centrale mondiale alle decisioni politiche. L’esempio è necessario in quanto, alla giovane platea presente all’incontro, Alessandrini ha paventato sprechi, ruberie e inflazione “che costringe a cambiare i prezzi più volte al giorno” nel caso le banche centrali siano subordinate ai poteri politici.
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Se è vero che alla Banca centrale privata ci siamo giunti perché gli Stati, quando hanno il potere di finanziare se stessi, diventano irresponsabili. Spostare questo controllo da mani umane ad altri mani umane: (1) non ci assicura che non ci saranno altre manovre egoistiche e pericolose; (2) non serve il meccanismo del debito pubblico. Vogliamo un ente esterno allo Stato? un ente internazionale europeo che ponga un limite alla quantità di denaro di cui può disporre ciascun governo per il settore pubblico? Volendo si potrebbe fare, sarebbe un ente impegnato soprattutto nel monitoraggio dell’economia degli Stati e tra gli… Leggi il resto »
“Se è vero che alla Banca centrale privata ci siamo giunti perché gli Stati, quando hanno il potere di finanziare se stessi, diventano irresponsabili”.
Fino al 1980 i tassi di interesse reali sui titoli pubblici erano negativi (interesse inferiore all’inflazione), successivamente sono saliti fino al 4% reale (ancora adesso che sono bassissimi sono all’1,5%-2% reale). E’ bene chiarire cosa si intende per “irresponsabili”.
Se avessimo a cuore il benessere della società, non penseremmo a come aumentare gli interessi, ma come far circolare la moneta in modo equilibrato (che probabilmente significa avere interessi 0, ovvero niente speculazione sull’economia reale di uno Stato, le speculazioni si dovrebbero fare altrove). Prestare soldi allo Stato e guadagnarci per via di un interesse, significa che chi ha tanti soldi (tendenzialmente sono i grandi capitali che rappresentano quasi tutta la torta) lo stiamo motivando ad usare soldi, che al momento non usa, dicendogli che cosí farà “piú soldi”, ma se già prima erano in abbondanza, che senso ha motivarlo… Leggi il resto »
Grazie. Non vi è reale relazione tra espansione del settore pubblico e livello delle imposte, se la moneta è pubblica.
Chiaramente dipende da come si usano i soldi delle imposte, lí entra in gioco la politica economica, che può essere portata avanti in modo pessimo o in modo ottimo. Entra in gioco l’etica e può succedere di tutto ovviamente. Una Commissione per l’Economia Italiana potrebbe essere incaricata di valutare l’operato dello Stato e far dare le dimissioni ai responsabili di sprechi, inconcludenze, mancati aggiornamenti a soluzioni tecnologiche a minor impatto ambientale o meno costose, ecc. Devono esserci dei criteri e dei tempi ragionevoli entra i quali soddisfarli, altrimenti niente multe (che possono diventare semplicemente un prezzo del malaffare e non… Leggi il resto »
Se la quantità di moneta è gestita dallo Stato (e consideriamo che stiamo parlando di un’ipotesi in cui sia un ente esterno che gli pone un limite), entra in gioco la politica economica, ovvero che cosa finanzieremo, come useremo le imposte, ecc. Questo è un problema di comportamento (etico) e non c’è relazione precisa tra buon funzionamento dei servizi pubblici e imposte, perché dipende da come si usano le imposte, da come ci si comporta… Ma ciò è irrilevante rispetto a quanto detto prima: il settore pubblico non va finanziato con i capitali privati, motivando attraverso un interesse, perché questo… Leggi il resto »