ASCOLI PICENO – Vi ricordate quando a scuola alla lezione di geografia si parlava della morfologia del territorio italiano e di come si sono formate le nostre dolci colline? Chi di voi ha intrapreso una vacanza tipicamente italiana percorrendo le autostrade in tutte le direzioni, avrà certamente notato come il paesaggio si sia arricchito in brevissimo tempo di scoscesi agglomerati dalle sembianze di brulle colline sulle quali aleggia un odore acre. Non abbiamo assistito all’azione di scontro fra placche terrestri o di sedimentazione di antichi ghiacciai, si tratta del fenomeno urbano dell’accumulo di spazzatura.
Il Movimento 5 Stelle, sensibile a questo tema, porta avanti la sua linea di salvaguardia del territorio e del cittadino presentando una nuova mozione sul problema rifiuti.

Il portavoce pentastellato Massimo Tamburri e Giacomo Manni delineano il profilo della loro proposta che si basa su alcuni punti cardini, quali la raccolta “porta a porta” estesa a tutte le frazioni più popolose del territorio comunale, il raggiungimento del 60% di raccolta differenziata nel 2016, la realizzazione, sempre nel 2016, di un centro comunale per la riparazione, il riuso, il riciclo dei prodotti e l’istituzione entro il 31 dicembre 2015 di un “Osservatorio verso Rifiuti Zero”.
Una mozione impegnativa per un progetto virtuoso, quello di far entrare la città di Ascoli Piceno tra le virtuose città del mondo che hanno intrapreso un percorso verso “rifiuti zero” per la data del 2020.

Massimo Tamburri sottolinea, con questa mozione, l’importanza di svolgere un lavoro di condivisione nella soluzione del problema rifiuti. La loro proposta, infatti, stabilisce una sinergia tra Sindaco, Azienda Ascoli Servizi Comunali, Vigili Urbani, Commissione Urbanistica-ambiente, membri di ambo le parti del consiglio comunale e associazioni che si occupano di ecologia al fine di monitorare l’andamento della raccolta e smaltimento, nonché la fondamentale formazione ai cittadini sui molteplici riutilizzi di un oggetto. L’ambizioso punto di questa proposta, la realizzazione entro il 2016 di un centro comunale per un ulteriore sfruttamento di prodotti che altrimenti andrebbero ad accumularsi nelle vasche degli impianti di smaltimento da tempo in una situazione di criticità, porterebbe ad una soluzione concreta verso il traguardo dei “rifiuti zero” andando anche incontro a chi subisce una condizione di precarietà lavorativa con il sostegno di cooperative sociali.


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