ASCOLI PICENO – Gli avvocati dell’ex assessore provinciale Giuseppe Mariani, rinviato a giudizio per la questione dei lavori di somma urgenza svolti dopo l’alluvione del marzo 2011, sostengono che non ci siano prove nei confronti del loro assistito.

In una nota gli avvocati Riccardo Leonardi e Simona Malpiedi sottolineano che  “non sussistono atti amministrativi ritenuti pregiudizievoli e riconducibili alla persona del Mariani e, peraltro, la stessa Procura non ha ritenuto di entrare nel merito degli interventi eseguiti . Per quanto riguarda la presunta turbativa degli incanti, risulta parimenti assodato come non vi sia stato alcuno scambio illecito tra l’aggiudicazioni dei lavori – disposta peraltro da altri –  e vantaggi di alcun tipo ricevuti dal Mariani medesimo .”

Proseguono i legali: “l’irregolarità dei verbali oggetto di interesse da parte della Magistratura Inquirente consisterebbe pertanto nella differenza tra lavori di urgenza e lavori di somma urgenza, ritenendo l’Ufficio di Procura che una parte di tali verbali e dei successivi lavori rientrassero nella prima tipologia  e non nella seconda, senza mai mettere in dubbio la bontà degli interventi, la necessità degli stessi e la congruità dei costi . E’ quindi evidente come, ad avviso di questa difesa, si tratti di una disquisizione di carattere amministrativo, certamente rispettabile, ma che riguarda- non si dimentichi –  interventi necessari a mettere in sicurezza alcuni torrenti di un territorio, colpito negli anni da diversi e straordinari fenomeni alluvionali.”

Ci si deve quindi domandare se sia meglio attendere anni per realizzare opere necessarie a salvare vite umane ed evitare danni ingenti (ad esempio l’esondazione del 1992 costò decine di miliardi alla comunità nazionale) oppure emettere atti amministrativi che permettano di agire presto e bene, applicando in via estensiva la “somma urgenza” o qualsiasi altra procedura ritenuta valida per gli interventi in questione, indifferibili.”


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