ANCONA – Il consigliere regionale di Forza Italia, Piero Celani, scrive relativamente alle vicende di Banca Marche.

Gli articoli apparsi la settimana scorsa sulla stampa, regionale e nazionale, a proposito del salvataggio di Banca Marche hanno confermato e, se volete rafforzato i miei dubbi e preoccupazioni in proposito (e di tanti risparmiatori).

Ritengo completamente fuori luogo l’ottimismo e la soddisfazione esternata pubblicamente da molti politici marchigiani, in particolare appartenenti al Partito Democratico, e da qualche imprenditore a loro vicino, all’indomani della notizia relativa al via libera del fondo interbancario al salvataggio delle tre banche in crisi, tra cui spicca Banca Marche.

Perché?

Perché per Banca Marche, l’ipotesi di convertire parti delle risorse necessarie – circa 1.5 miliardi di euro – da obbligazioni in azioni sussiste ancora, anzi è sempre più vicina con buona pace dei cittadini risparmiatori, le imprese e i piccoli azionisti. Perché il fondo interbancario per intervenire vuole aspettare il nuovo anno, quando entrerà in vigore la direttiva Brrd, che sostanzialmente obbligherà anche gli azionisti e i risparmiatori a partecipare al salvataggio?

È chiaro quindi che in questo periodo la Politica marchigiana deve farsi sentire presso la Banca d’Italia.

In particolare i vertici della Regione Marche, non possono continuare ad essere silenti e trincerarsi dietro un “cauto ottimismo”.

Chi politicamente ha già sbagliato una volta non “controllando” la Banca del territorio, rischia di commettere un altro errore ancora più grande facendo pagare il prezzo di tutto ciò ad un territorio, quello marchigiano, ed in particolare quello piceno già messo in ginocchio da una crisi di sistema che non accenna ad allentare.

Mi aspetto, inoltre, che Banca d’Italia e Governo Regionale facciano una seria indagine per capire in quali territori della Regione, la gestione di Banca Marche negli anni passati sia stata meno responsabile o se volete più “allegra”.


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