ASCOLI PICENO – Oggi  Ascoli ha dato il suo ultimo saluto a uno dei suoi figli più famosi. Ci ha lasciato Carlo Vittori, l’uomo che ha fatto grande Pietro Mennea e l’atletica leggera italiana.

Il saluto del Sindaco Guido Castelli. “La sua eredità e’ fatta almeno di due cose: la sua strenua difesa dello sport “pulito”, che lo ha reso nemico giurato di ogni forma di doping; e una capacità tecnico-professionale unica. Dell’una e dell’altra cosa ebbi la fortuna di parlare in diverse occasioni con il professor Vittori. Burbero fino a rasentare la misantropia ma appassionatissimo quando raccontava del suo passato straordinario da uomo di sport.

La sua irriducibile avversità ad ogni forma di doping lo condusse a troncare i rapporti con molte personalità illustri del movimento sportivo italiano. Come nel caso di Primo Nebiolo, storico presidente dell’atletica leggera italiana e mondiale con il quale, in verità, i rapporti non erano mai stati idilliaci (anche in relazione alle vicende connesse alla gestione del Centro di Formia). Il professore mi raccontò di avergli definitivamente tolto il saluto quando Ben Johnson, scoperto positivo alle Olimpiadi di Seoul del 1988, confesso’ che l’anno prima ai mondiali di atletica in Italia (Roma, 1987) poté doparsi senza che nessuno se ne accorgesse. “Bei controlli!” commento’ da burbero benefico e non perdono’ a Nebiolo di aver coperto di ridicolo l’organizzazione italiana. “Non fu mai solo una colpa italiana”: commento’ in uno dei colloqui che sono riuscito ad avere con lui nella sua abituale ritrosia. Vittori ricordava che in tutte le Olimpiadi frequentate come atleta (Helsinki 1952) o come preparatore, si erano commesse cose strane: “Solo i tedeschi a Monaco 1970 imposero ferree regole che vennero rigorosamente rispettate. Alcuni gendarmi brandendo il calcio di un fucile presidiavano gli spazi dedicati agli esami antidoping impedendo fisicamente ai preparatori di accompagnare i loro atleti ai prelievi e magari di sostituire le provette. Solo i tedeschi lo fecero. Li ho ammirati per questo”, mi disse, in un’Olimpiade che poi venne ricordata solo per la tragedia terroristica di Settembre nero.”

Continua la nota  del Sindaco: ” Atletica leggera, dunque, ma non solo nella vita del professore . Vittori – con i suoi metodi scientifici e la sua notoria intransigenza tecnica – mi ricordò di aver “frequentato” anche il calcio. Mi parlava della sua esperienza alla Fiorentina. La squadra gigliata aveva acquistato dal Vicenza un giovane talentuosissimo che tuttavia era afflitto da un grave infortunio che avrebbe potuto comprometterne la carriera. Quel giovane si chiamava Roberto Baggio. Mi raccontò che la muscolatura di una delle gambe di Baggio era così lesionata da risultare inferiore di sette centimetri rispetto all’altra. L’allora presidente della Fiorentina, Baretti, era disperato per aver comprato un giocatore – dal Vicenza – come una grande promessa (ventenne, venne “acquistato” per due miliardi di lire) e ridotto praticamente al capolinea. Vittori salvo’ il patrimonio della società e regalo’ al calcio italiano uno dei suoi più grandi campioni. Grazie professore per tutto quello hai dato allo sport italiano e non aggiungo altro. Odiavi i fronzoli e la retorica: anche per questo eri rispettato da una Città che non ha mai smesso di essere orgogliosa di te.”


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