ASCOLI PICENO – Arriva direttamente dai Comitati Tutela Colline Picene, Tutela del Bretta e ci RifiutiAmo la comunicazione che riguarda la richiesta di bonifica dell’ex discarica Ipgi.

 Noi Comitati Tutela Colline Picene, Tutela del Bretta e ci RifiutiAmo ci siamo rivolti al Sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli affinché, nella Sua qualità di Autorità Sanitaria disponga urgentemente la messa in sicurezza e bonifica della ex discarica per rifiuti urbani IPGI, situata nella Valle dell’Alto Bretta e dismessa da diversi anni.

In più occasioni abbiamo denunciato la situazione di degrado in cui si trova la ex discarica, del resto confermata dai sopralluoghi delle autorità competenti, che già in passato hanno rilevato fuoriuscita di percolato, contaminazione delle acque del Bretta, numerosi smottamenti di terreno e conseguente emersione dei rifiuti.

Lo scorso anno, il Servizio Tutela ambientale della Provincia di Ascoli Piceno ha diffidato la IPGI ad attivare con estrema urgenza interventi per interrompere l’inquinamento in corso e mettere in sicurezza la discarica. Ma nulla è stato fatto. Il percolato continua a riversarsi nel Bretta, come dimostrato anche dalle ultime analisi effettuate dalle autorità competenti che hanno ribadito la situazione a tutti nota: sversamento di percolato, con parametri dei principali inquinanti superiori ai limiti di legge. Di fronte all’inerzia dell’amministrazione comunale e giunti a questo punto, riteniamo indispensabile l’intervento del Sindaco a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini.”

Nella diffida si legge:”Da ultimo, nuove analisi effettuate su campioni di acqua superficiale – prelevati durante un recente sopralluogo eseguito dalle autorità competenti – provenienti dal fosso del Vignola e dal Torrente Bretta a monte e a valle della ex discarica IPGI hanno confermato la presenza di percolato di discarica, con parametri caratteristici (COD, azoto ammoniacale e cloruri) superiori ai limiti di legge. Nel campione prelevato nel fosso del Vignola sono stati riscontrati anche alcuni metalli (cromo, ferro e nichel) a concentrazioni superiori ai limiti di legge. Tutto ciò determina un peggioramento dello stato di qualità delle acque del Bretta. Si fa notare come un intervento strutturale per porre fine alla perdurante situazione di inquinamento in atto, con il sistematico superamento dei limiti previsti dalla normativa ambientale, sia particolarmente urgente per ripristinare le condizioni di salubrità dell’ambiente e garantire la tutela della salute dei cittadini, anche alla luce del Principio di Precauzione, normato dalle Direttive Europee, ed ormai oggetto di un monolitico orientamento giurisprudenziale tanto della Corte di Cassazione, quanto della Corte Costituzionale. Il Principio di Precauzione è citato nell’articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (UE). Il suo scopo è garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a prese di posizione preventive in caso di rischio. “


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