ASCOLI PICENO – “La Consulta dà ragione ai Comuni che avevano contestato il carattere gerarchico e unilaterale del taglio fatto dal Governo: i comuni fanno scacco allo Stato che si era arrogato una competenza senza rispettare le metodiche previste. E la riforma costituzionale rischia di consacrare e direndere stabile quella metodica che oggi la Consulta ha cassato”.

A sostenerlo, a quanto riportato dall’Ansa, è il primo cittadino di Ascoli Piceno e delegato Anci alla finanza locale Guido Castelli. “I comuni hanno sempre detto no a tagli imposti dall’alto – spiega Castelli – le autonomie sono state compresse dallo Stato che ha fatto spending sui comuni e soprattutto l’ha imposta senza il rispetto della co-decisione che l’art. 119 prescrive. Questa situazione andrà a peggiorare con la nuova riforma costituzionale: la competenza concorrenza in materia di finanza pubblica diventa esclusiva dello Stato, mentre oggi il coordinamento della finanza pubblica è una competenza concorrente tra Stato, Regioni e comuni”.

Castelli, sempre a quanto diramato dall’Ansa, dà una lettura in al senso anche del risultato delle comunali del 5 giugno: “Le autonomie sono state così compresse e stressate, che la gente ha una sorta di risentimento, i comuni sono stati caricati della responsabilità di far quadrare i conti della finanza pubblica. In 5 anni i Comuni hanno avuto 16 miliardi di euro in meno tra tagli e minori investimenti: questo sacrificio è sproporzionato. Ormai i sindaci distribuiscono sacrifici più che servizi e le comunità sono pervase da risentimento”.


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