ASCOLI PICENO – Un post su facebook inizia così: “….IL TREMORE…Ho aspettato che passasse il tempo e che le scosse divenissero un ricordo, ma il tremore è continuato e lo sento anche ora. Non sono bastate le foto di case dilaniate, i servizi dei telegiornali tra le macerie e nemmeno i funerali a far terminare sto tremore. Se ne frega di tutto è rimasto anche dopo le scosse, anche dopo l’oscillare del lampadario… guardo i servizi dei vari tg e mi domando perché sento ancora quel tremore. Abito su una casa antica, un vecchio mulino del 1613… in pietra, restaurato e ristrutturato con metodi semplici, ma a norma. Ha retto a tutti i terremoti persino quelli del 1997 che a Norcia, Assisi e a Foligno segnarono vittime e danni al patrimonio. Non ci sono crepe in nessun muro nemmeno tra soli e fondelli. Però non capisco sono adulto, ho visto di tutto, ma il tremore non cessa e non so darmi ragione…”

E’ il professor Alberto D’Atanasio, Spoletino, docente di Storia dell’Arte e di Estetica dei Linguaggi Visivi presso l’Accademia di Belle Arti di Brescia, insegnante di Teoria della percezione e psicologia della forma, profondo conoscitore della psicologia sociale: il pensiero quale fulcro per il miglioramento del comportamento – rilevante lo studio svolto insieme a Paolo Crepet, sociologo,psichiatra e autore di numerosi testi .
L’attività del professore si amplia con interventi in diversi convegni con tematiche riguardanti il dolore nel suo aspetto sociale e l’arte terapia come veicolo per affrontare gli aspetti psicologici della sofferenza. Ora si sofferma, a seguito degli eventi tellurici, sui dettagli dell’anima e si interroga sul movimento ondulatorio che non colpisce solo il terreno, ma sconquassa il fragile equilibrio della società portando alla luce i comportamenti superficiali di un modo d’essere imprevidente e non lungimirante, dove l’apparenza ha preso il posto della concretezza e buon senso.

Audio dell’intervista al professor D’Atanasio rilasciata per Picenooggi

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Grande amico della famiglia Gassman con la quale ha lavorato su diverse tematiche.

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Proseguendo con l’intervista rilasciata a Picenooggi, D’Atanasio racconta l’indomani del terremoto nei territori umbri che lambiscono il confine ascolano: Castelluccio di Norcia, Norcia, Cascia, la stessa Spoleto ha riportato lesioni in diversi edifici del centro, tra questi la sede umbra della Fondazione Amedeo Modigliani di Roma, luoghi all’ombra della corrente mediatica successiva al sisma.

Ha manifestato la sua amarezza nei confronti di una politica ben poco attenta alle necessità reali che può avere un Paese geologicamente complesso come il nostro, compromettendo la quotidianità di numerose zone italiane, di cittadini che, oramai troppo spesso, vivono di sacrifici per lasciare un futuro sereno ai loro figli e rimangono disillusi.

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Dal post di facebook: “…Pochi gli euro per una ricostruzione che potesse avere una logica con un territorio che è stato sempre sismico e che, nella progressione temporale, statistica si sta rivelando sempre più a rischio.
Nessuna regola o controllo sono stati applicati sulla ricostruzione degli edifici già lesionati o comunque in pericolo è nell’evidenza dei fatti giacché sono caduti muri già messi in sicurezza. È caduto un campanile già evidentemente lesionato su una casa che aveva le pareti a norma, ma un tetto decisamente inadeguato per posizione e struttura. È stato calcolato da tecnici altamente qualificati che se si fossero spesi denari per strutturare i paesi e le cittadine in modo adeguato per resistere alle scosse telluriche che si sono succedute in 50 anni, avremmo dato respiro in maniera stabile all’edilizia, all’occupazione e avremmo ora città con un senso storico artistico piuttosto che periferie metropolitane che fanno orrore e vessano la tradizione architettonica italiana. Ora si sono raggiunti più di 11.000.000 di euro con gli sms, anche io ho contribuito. Ma chi controllerà? Sentiremo ancora le registrazioni della magistratura di chi ride dei morti e dei danni perchè sicuro di avere appalti per la ricostruzione? Chi controllerà che gli interventi di recupero saranno eseguiti da uomini qualificati?…”

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E’ immerso in uno spettacolare paesaggio montano, il lago di Pilato, lago glaciale che si trova incastonato come una gemma di lapislazzuli nel complesso dei Monti Sibillini, sul Monte Vettore.

In questa natura lussureggiante, dove la notte si avvolge di mistero e un calpestio festoso di fate che dalla grotta della Sibilla salgono al lago, lungo la strada delle fate, per bagnarsi nelle sue acque cristalline prima del sorgere del sole, qui la scossa ha spaccato la terra, qui è dove passa la faglia irrequieta colpevole di tanto disastro. Qui, nelle zone martoriate di Arquata del Tronto, a meno di un chilometro di distanza, si entra nel territorio umbro, si entra a Castelluccio di Norcia.

Castelluccio, il tetto dell’Appennino è lesionato. La piana che lo circonda, uno spettacolare dono della natura che ogni primavera la fioritura imbelletta, con tinte accese e multicolori gli scoscesi pendii dei Sibillini, è impraticabile a causa del pericolo di caduta massi e Castelluccio è inagibile.

Norcia, Cascia paesino che domina la Valnerina, meta sacra e profana – qui visse Santa Rita e in tempi moderni è divenuta luogo favorevole per il ritiro di squadre di calcio di serie A, B e categorie minori – luoghi che nuovamente sono stati colpiti dalle scosse.

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Dal post di facebook: “…Il terremoto non è passato, non passerà come gli altri. Non è stato solo ad Amatrice, giacché le notizie in questo paese vanno per scoop e non per verità. A Norcia metà città è stata evacuata ed era stata ricostruita norma, a norma sì….. Castelluccio è stato evacuato anche questa cittadina ricostruita a norma…. Ho visto giovani, vecchi e bambini con le spalle curve e lo sguardo fiero… una donna ha pregato; “non ci lasciate soli dopo tutto il clamore che c’è ora”. “Non vi lasceremo soli” rispondono i politici stamattina dai giornali…. Ma io mi chiedo, cosa daremo a questi fratelli e sorelle d’Italia per non far sentire loro quel senso freddo di solitudine? I riflettori delle Tv? Le interviste preparate da qualche giornalista intraprendente che si presta alle direttive dell’ufficio marketing dell’editore? Una mensa su cui cucinerà facendo il suo show uno chef da reality? Cosa daremo a una ragazza prossima alle nozze che mi scrive: “Prof, dobbiamo annullare la prenotazione perché l’agriturismo è chiuso il paese è in zona rossa”
Cosa daremo a queste generazioni?…”

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