ARQUATA DEL TRONTO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato, giunto in redazione, da parte dell’associazione Italia Nostra.

“Sembra che finalmente sia incominciata l’opera di raccolta delle macerie dei crolli provocati dai ripetuti eventi sismici che hanno colpito gran parte delle aree interne del Centro Italia ed in particolare la zona di Arquata  del Tronto.

Mentre esprimiamo il nostro apprezzamento per l’avvio di questa  fondamentale attività  che dovrà portare, è da sperare velocemente, alla fase della  di ricostruzione,  riteniamo di dover segnalare alcune problematiche riguardo alle modalità della loro raccolta e dispersione.

Infatti  occorre riconoscere che non tutte le macerie hanno le stesse caratteristiche. Spesso, infatti, ci troviamo davanti ad alcune che custodiscono,  è da sperare ancora intatte o almeno ricomponibili, testimonianze di valore storico o artistico, di cui deve essere assolutamente preservata l’integrità e assicurata  la conservazione.

Si tratta, infatti, di elementi lapidei  che rappresentano la memoria storica del territorio, che va conservata e tutelata per dare un senso all’opera di ricostruzione e all’avvio di una nuova fase della vita delle località coinvolte nei tragici eventi degli ultimi tempi.

Per il momento ci limitiamo a segnalare l’esigenza di controllare attentamente il resto di quanto rimane delle sede comunale di Arquata del Tronto, dove risultavano custoditi  numerosi elementi lapidei di assoluto  valore.

Segnaliamo in particolare lo Stemma (mutilo)  di Sinibaldo Cancellieri rinvenuto nella Rocca di Arquata che riporta la data del 1389, così come indicato nella fondamentale pubblicazione “Rocche e castelli dell’Ascolano” di Bernardo Carfagna.

Naturalmente analoga attenta   se non maggiore diligenza   dovrà essere assicurata nella raccolta delle macerie di tutte le chiese di Arquata e delle altre località colpite dagli eventi sismici per evitare che si disperdano gli arredi, i resti di altare e di affreschi e tutte le opere d’arte, non messe in salvo prima del definitivo crollo degli edifici, che nobilitavano e rendevano irripetibili queste esemplari testimonianze della pietà popolare e dell’ antica civiltà del cuore dell’Italia.

Ma  in merito alla messa in sicurezza delle Chiese, prima del loro definitivo crollo, andrà fatta un’attenta riflessione su cosa non ha funzionato, per evitare che in futuro si possano ripetere situazioni simili”.


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