ASCOLI PICENO – Davvero questo è il mondo in cui l’importante è parlare (o twittare, o postare) indipendentemente dal contenuto di quel che si comunica? No, per favore. Facciamo che non sia così.
Perché c’è qualcosa che non va in Matteo Renzi. Qualcosa di pre-politico. Si fatica a interloquire con chi non mostra alcun tipo di idealismo, ma solo frenetica paraculaggine comunicativa, fino a lambire i confini dello stupidario. E non interessa che lo stupidario renziano sia magari suggerito o digitato da chissà quale stratega imbevuto dalla sciocca massima “bene o male, purché se ne parli”. Ci sono dei limiti che non vanno superati, e una volta superati vanno denunciati.
Ecco cosa scrive Matteo Renzi su twitter, oggi:
Le #magliettegialle domenica prossima nei comuni del terremoto. Il PD tra la gente, fuori dal palazzo. https://t.co/r6Qkax6tp3
— Matteo Renzi (@matteorenzi) May 15, 2017
Su Facebook l’ex Presidente del Consiglio è loquace e risponde (o chi per lui) a tutti gli interventi.
Vorrei ringraziare i volontari del PD romano che ieri hanno indossato una maglietta gialla e si sono messi a pulire…
تم نشره بواسطة Matteo Renzi في 15 مايو، 2017
Un Pd renziano gentista (molto più del criticato rivale, il Movimento Cinque Stelle), le cui recenti avvisaglie hanno trovato troppa comprensione (dalla Festa di Liberazione trasformata a Milano in #tuttoinblue al Presidente del partito Orfini che finge di essere uno spazzino nelle periferie romane).
Quindi occorre, adesso, una risposta netta. Da parte di tutti: iscritti o non iscritti al Pd. Una disobbedienza di fronte all‘invito a trasformare una tragedia in una mascherata ridicola e offensiva.
Ridicola e offensiva perché utilizzata per ottenere visibilità mediatica sempre secondo il principio “bene o male, purché se ne parli”.
Ridicola e offensiva perché il partito che è al governo nazionale da oltre cinque anni e al governo regionale di tutte e quattro le regioni coinvolte dal sisma del 2016, non può permettersi di denigrare la partecipazione politica (“Il Palazzo”) a favore dello stupidario gentista (“Il Pd tra la gente”).
L’appello che umilmente, ma con una rabbia che credo sia di molti, occorre rilanciare è questo: nessuno faccia il pagliaccio tra le nostre montagne ferite a morte. Nessuno si trasformi in uno strumento di propaganda. Abbiate rispetto.
La #nonricostruzione e la #strategiadellabbandono non si combattono con una #magliettagialla in bella posa a favore di fotografi e videoperatori. Esistono mille modi per aiutare una terra che sta morendo un’altra volta, e andare sulle montagne vestiti di giallo non è tra questi.
Ci auguriamo dunque che la base del Pd sia cosciente del rischio che si assumerebbe nel caso in cui “trecento parlamentari, centinaia di consiglieri regionali e migliaia di circoli” seguissero lo sconsiderato invito “il 21 maggio, quando le magliette gialle torneranno in azione“.
Non fatelo. Evitate che altri lo facciano.
A tal proposito è importante segnalare la prima presa di distanza dall’esortazione renziana, da parte del capogruppo del Pd nel consiglio comunale di Ascoli, Francesco Ameli (clicca qui).
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I 5S questo tipo di iniziativa la fanno già da un anno tutti i Sabati e Domenica il PD si è svegliato ora.