ARQUATA DEL TRONTO – Mancano pochi giorni all’anniversario del sisma che sconvolse l’intera Italia centrale. Il 24 agosto 2016 la scossa di terremoto mise in ginocchio in particolare Amatrice, Accumoli e Arquata. Il sindaco del borgo Piceno, Aleandro Petrucci, racconta i suoi ricordi.

“Fu una notte terribile, perché quando arriva il terremoto la prima cosa che si pensa è salvare se stessi e i familiari – afferma il primo cittadino in una nota riportata dall’Ansa – Uscimmo tutti all’aperto, misi in macchina la famiglia in una zona sicura, e con i vicini si parlava della paura vissuta. La portata del disastro però, nei primi minuti dopo la scossa delle 3:36, non fu immediatamente chiara. Ma mi arrivò una telefonata da Pescara del Tronto: ‘sindaco vieni qua, il paese è totalmente distrutto e ci saranno dei morti – le parole di Petrucci riportate dall’agenzia di stampa – Da Trisungo arrivai a Pescara in pochi minuti e mi resi conto dell’immane tragedia che era successa. Una scena agghiacciante, non nascondo che mi misi a piangere di fronte a tanta distruzione. Ma un sindaco deve subito mettersi al servizio della sua gente, e così feci iniziando a coordinare sul posto le operazioni, inizialmente convulse. Non sapevamo dove mettere i morti: fu emotivamente difficile comporre le salme in un giardinetto che oggi è diventato il simbolo del nostro dramma”.

A rendere ulterioremente pesante la situazione ci fu la scossa del 30 ottobre 2016: “Dopo il 24 agosto, pianti i nostri morti, c’eravamo organizzati con la richiesta delle casette. Mai avremmo pensato che ci sarebbe stato un altro fortissimo terremoto a mettere ko Arquata, che non esiste più, creando tante zone rosse anche nelle frazioni. Ho una scuola nuova, la mia preoccupazione è che ci saranno pochi bambini. Si lavora per dare le casette a tutti, ma questo è compito più della Protezione civile e della Regione che di un sindaco. La gente ha lamentato ritardi – afferma il sindaco – è vero, ci sono stati, ma non voglio attribuire le colpe a nessuno in particolare”.

In questi 12 mesi Petrucci si è confrontato con le più alte cariche dello Stato, ma a preoccuparlo è soprattutto il rapporto con la Regione Marche: “Non dico che è stato conflittuale, ma ritengo che siamo stati un po’ trascurati. E’ vero – spiega – che il terremoto del 30 ottobre ha coinvolto tanti altri territori marchigiani, ma il mio comune è in assoluto il più danneggiato, siamo quelli che hanno pagato il prezzo più alto. Noi siamo stati distrutti, così come Accumoli e Amatrice, e questa non è la stessa cosa di comuni che hanno avuto solo pochi danni e sono comunque rientrati nel cratere – afferma il sindaco – non ho condiviso la gestione dei contributi donati dagli italiani attraverso gli Sms solidali. Mi sono arrabbiato. E’ stata una scelta impropria e l’unico del Piceno a votare contro quella decisione di finanziare una pista ciclabile sono stato io. Non potevo consentire che passasse una cosa del genere che penalizzava incredibilmente Arquata, della quale si erano dimenticati. Poi ci hanno ripensato – precisa – ma sono contento solo a metà, perché altri Comuni hanno avuto più del nostro. Speriamo sistemino le cose con la seconda tranche di fondi che la Regione Marche erogherà a settembre”.


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