ARQUATA DEL TRONTO – “Pescara del Tronto non potrà essere ricostruita lì dov’era”, il sindaco Aleandro Petrucci ha così dichiarato, dopo l’incontro di ieri a Roma. Alla riunione erano presenti anche il Presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli e i rappresentanti dell’Associazione “Pescara del Tronto“, Vasco Errani, Angelo Borrelli, Cesare Spuri, Anna Casini, CNR e ISPRA.

La popolazione è stata già informata delle prospettive che si aprono dopo essere giunti a tale conclusione. L’unica certezza che rimarrà dov’era sembra essere il cimitero, per quanto riguarda i beni artistici e architettonici del paese è ancora tutto in fase di definizione. Ricordiamo che soltanto il crocifisso fu salvato dalla distruzione totale della chiesa di Santa Croce.

Il paese di Pescara potrebbe essere ricostruito nella zona che adesso occupa l’area SAE, e nei terreni edificabili circostanti, poichè sembra abbiano constatato il pericolo costante di frane e il rischio concreto che il costone di roccia non riesca a sostenere il peso, tanto che la messa in sicurezza è impraticabile.

Dopo ulteriori studi di settore, che hanno visto numerosi coinvolgimenti di geologi e tecnici, che hanno effettuato la microzonazione sino al terzo livello, si è giunti alla decisione che Pescara non potrà tornare lì dove fu concepita. Entrambe le analisi sono state riportate su cartine in cui, con una scala di colori (con 4-5 livelli), sono evidenziate le zone in cui la ricostruzione è possibile, e cosi via, fino a segnalare le zone non costruibili.

Gli abitanti sono ormai rassegnati a questa decisione, poichè rappresentava una possibilità molto probabile, già dopo la prima scossa del terremoto dell’agosto 2016. Pescara fu rasa al suolo, dunque il terreno non sembra essere più idoneo per sostenere un nuovo processo di fabbricazione.

Nei mesi a seguire, saranno resi noti gli studi più approfonditi e i dati definitivi della situazione, che prevedono una ricostruzione più a valle, rispetto alla posizione precedente.


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