ANCONA – Dal proprietario terriero del Maceratese che ha visto azzerato il valore di azioni per 6 milioni di euro, all’emigrato che ha perso i risparmi di una vita con le obbligazioni subordinate, fino ai dipendenti a cui sono stati ridotti gli emolumenti durante il periodo di commissariamento.

Sono diversi i profili dei circa 3 mila risparmiatori della vecchia Banca Marche che oggi, tramite il pool di avvocati dell’Unione nazionale consumatori, chiedono di costituirsi parte civile al Gup di Ancona Carlo Cimini nell’udienza preliminare per il crac miliardario della banca: la Procura di Ancona ha chiesto il rinvio a giudizio per 16 persone del vecchio management, a partire dell’ex direttore generale Massimo Bianconi, accusate a vario titolo di bancarotta, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto.

“Queste persone – ha spiegato l’avvocato Corrado Canafoglia, che rappresenta i risparmiatori insieme a Carlo Canafoglia, Elisa Pellegrini ed Elisa Montesi – sono state vittime di una truffa”. Per argomentare le proprie richieste e superare gli ostacoli che il decreto Salva banche sulle risoluzioni ha posto alla costituzione in giudizio di azionisti e obbligazionisti, il pool legale produrrà 35 mila pagine di documenti, contenuti in sette valigie. La Procura ha indicato come parte offesa la vecchia BM nella persona del commissario straordinario Bruno Inzitari. Molte sono però le associazioni di consumatori che hanno presentato richiesta in proprio e per gli assistiti: dall’Adiconsum e Codacons all’Acu, dall’Unione Nazionale consumatori alla Federconsumatori. Le istanze devono essere vagliate dal Gup nell’udienza appena iniziata, alla quale partecipano molti danneggiati dal crac.


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