ASCOLI PICENO – La Sezione di Italia Nostra chiede di non perdere l’opportunità di realizzare l’ambizioso progetto dell’esposizione di 160 opere dell’artista Tullio Pericoli, nelle sale del Palazzo dei Capitani.

La riflessione di Italia Nostra rimarca l’importanza della presenza di un pittore e disegnatore come Pericoli, che potrebbe favorire l’offerta culturale della città di Ascoli Piceno.

TULLIO PERICOLI

“E’ ancora vivo il ricordo della Presentazione, nei locali della Libreria Rinascita, dello splendido volume “I Paesaggi” di Tullio Pericoli, – commenta il Presidente Gaetano Rinaldi – in cui sono stati riproposti in maniera esemplare ed accattivante i dipinti dedicati , per lo più, agli angoli più preziosi delle fascinose Terre del Piceno.”

Tullio Pericoli è un pittore e disegnatore italiano nato a Colli del Tronto. La sua formazione è iniziata nell’atelier dell’artista Ernesto Ercolani, allora Direttore della Pinacoteca Civica di Ascoli.

Pericoli si trasferisce successivamente a Milano, e dal 1970 inizia a pubblicare i suoi disegni sul Corriere della Sera, L’Espresso e Linus. Le sue opere saranno esposte nelle principali città italiane, continuando parallelamente la collaborazione con Repubblica e le case editrici Garzanti e Einaudi.

Si dedicherà poi esclusivamente alla pittura, esponendo nel 2007 a Dublino presso la Oscar Wilde House e alla Galleria Lorenzelli Arte di Milano. Nel 2011 dipinge il Drappellone del Palio di Siena, dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia.

“Nel corso  della riunione – continua Rinaldi – fu rilevato che le opere del Maestro potevano contribuire efficacemente alla promozione dell’immagine del nostro territorio, favorendo uno sviluppo eccezionale del turismo responsabile e della conoscenza, aperto al coinvolgimento emotivo dei sempre più numerosi fruitori delle emergenze paesaggistiche ed ambientali. E proprio per il conseguimento di questo esaltante obiettivo, la Sezione di Italia Nostra invitò il Maestro a consentire l’esposizione a Colli del Tronto o ad Ascoli, magari anche a rotazione, di alcune delle sue opere, che ripropongono gli angoli più preziosi del Paesaggio Piceno per coinvolgere gli ospiti in un viaggio sul  territorio alla scoperta dei  luoghi fascinosi che hanno ispirato l’estro pittorico dell’artista.

Insomma un modo di coinvolgere in maniera interattiva gli ospiti in visita, adottando la strategia della  narrazione emozionale per promuovere una forma di turismo più competitivo ed efficace. Il Maestro si dichiarò ben disponibile a favorire la realizzazione di questo ambizioso progetto.”

UN SOGNO SVANITO?

“Evidentemente l’idea della Fondazione Pericoli e la messa a disposizione della città di Ascoli di circa 160 opere  da esporre, a quanto pare, in uno spazio prestigioso, come il Palazzo dei Capitani, faceva sperare in una conclusione positiva di questo affascinante progetto.

Ma, come al solito, pare che le luci del nuovo giorno abbiano fatto svanire nel nulla questo sogno, – spiega Gaetano Rinaldi – Ma la cosa più grave è che, non si sa per colpa di chi e di cosa, l’esito della vicenda ha indispettito in maniera forse irreparabile la generosa disponibilità del Maestro Pericoli. E’ quello che emerge in maniera chiara dalle risposte date  al giornalista Antonio Gnoli nel corso dell’intervista pubblicata su La Repubblica del 12 novembre u.s.”

Nel 2009, si tenne la mostra ” Sedendo e Mirando” di Tullio Pericoli alla Galleria d’Arte Contemporanea, una scelta articolata delle opere di Pericoli in un percorso che segue l’evoluzione dell’artista e il rapporto con il paesaggio, della sua terra natìa e dei luoghi in cui ha vissuto successivamente. “Io, dentro il mio dipingere metto il piacere di trasformare in pittura la bellezza del mondo usando i graffi del disegno come antiche cicatrici di un volto, i solchi del pennello, la sapienza dell’impaginazione, la capacità di leggere con gli occhi le stratificazioni e le relazioni presenti nella natura” afferma Pericoli.” La mostra ebbe successo e raccolse l’interesse di molti visitatori ad Ascoli.

“Quanto accaduto rappresenta, – continua Gaetano Rinaldi – ha dichiarato il Maestro “ Qualcosa di incomprensibile ed offensivo”. Si trattava di creare una Fondazione con 160 opere da esporre nel Palazzo dei Capitani e tutto sembrava che  andasse bene, dalla scelta del Palazzo dei Capitani come luogo dell’esposizione, allo statuto approvato, al fondo stanziato.

Poi si “ è passati inspiegabilmente alla rinuncia, agli intoppi, alle fughe imbarazzate”. Il Maestro ha poi soggiunto “ Che devo dire ? Mi sono fidato di persone che non erano degne di un tale sentimento”. E’ così subentrata una totale sfiducia, tanto da  vedersi costretto a spedire una lettera  e abbandonare l’impresa.

Ci chiediamo: sarà mai possibile recuperare una situazione così compromessa ?Noi speriamo che ciò accada e che si faccia tutto quanto possibile per ridare  la possibilità al Maestro di tornare a fidarsi della città e di un territorio, cui con la sua arte ha tanto donato senza mai nulla chiedere in cambio. (E della Sua  generosità possiamo essere testimoni, ricordando la collaborazione gratuita per la riproduzione dei suoi celebri Paesaggi Piceni sul Calendario Nazionale  di Italia Nostra  e per il logo, dedicato sempre al nostro paesaggio, dell ‘Ascoli Piceno Festival, utilizzato per oltre due lustri da questa  benemerita Associazione Musicale). Il nostro fervido Augurio è  che Ascoli si possa dotare di una prestigiosa struttura per ospitare degnamente le Opere del Maestro Pericoli , dove magari esporre anche parte delle ceramiche della prestigiosa Raccolta  Matricardi e , a rotazione,  i dipinti della Collezione Fiocchi e i significativi ed emozionanti reperti di varia arte collezionati da Gianni Brandozzi , arricchendo così  l’offerta culturale della città per avviare un processo di sviluppo del turismo della qualità e della conoscenza, incominciando a realizzare, anche se in parte, quanto proposto dalla Nostra Sezione nel progetto del Parco Culturale ed Ambientale di Ascoli, Giardino di Pietra, creando le condizioni per poter aspirare, in un prossimo futuro, alla scelta della nostra città quale Capitale Italiana della Cultura. Siamo convinti che l’amore che nutriamo per la nostra terra permetterà di superare le incomprensioni e che in maniera concorde ognuno, secondo le proprie competenze e responsabilità, porrà il massimo impegno per evitare che anche in questa occasione  ci si debba pentire, solo dopo, “per quello che si poteva fare e non si è fatto”.”


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