ASCOLI PICENO – In una conferenza stampa, tenutasi il 16 dicembre, il Movimento 5 Stelle ascolano ha presentato l’interrogazione a risposta orale urgente che presenterà al prossimo Consiglio Comunale di Ascoli, macerie delle aeree terremotate ed amianto il tema.

“Come 5 Stelle – esordisce Giacomo Manni – stiamo attenzionando il tema, siamo stati i primi col nostro consigliere regionale Giorgini a trattare la questione della possibile presenza di amianto nelle macerie provenienti dalle aree del sisma e questa presenza è contemplata anche dalla Regione che ha predisposto un trattamento particolare come da protocollo. Abbiamo partecipato alla recente riunione svoltasi a Porto d’Ascoli, a cui erano presenti anche l’assessore regionale Sciapichetti ed i consiglieri Giorgini ed Urbinati. Come consiglieri comunali, che ci dà l’obbligo di vigilanza e controllo, siamo preoccupati per il passaggio dei camion che trasportano le macerie sul nostro territorio comunale; abbiamo visto camion scoperti, e ci sono tante fotografie a testimoniarlo, e non sappiamo da dove provengano. Perché non hanno i teloni? Se sono secche, ovvero non vengono bagnate, si disperdono polveri nell’ambiente con il possibile pericolo di contaminazione e sappiamo benissimo quali sono gli effetti dell’amianto sulla salute delle persone. Chiediamo al sindaco ed alla giunta se sono a conoscenza di tale problematica, se stanno compiendo azioni per verificare se i camion che probabilmente attraversano il territorio comunale applichino i protocolli di sicurezza, se i vigili sono stati informati di questa situazione e se dobbiamo preoccuparci che anche il comune di Ascoli Piceno venga sommerso dalle macerie”.

“Il problema ascolano è il transito dei camion – prosegue Ercole Matalucci – che non si sa cosa contengano, è stato ammesso che l’amianto nelle macerie possa esserci, non era meglio tombarlo nelle zone vicine al sisma senza muoverlo eccessivamente? E’ stato fatto uno studio di fattibilità? Non abbiamo avuto nessuna risposta, la mancanza di programmazione ricade come sempre sulla popolazione”.

Il problema delle macerie e della loro lavorazione riguarda soprattutto la zona costiera: “I camion caricano le macerie dalle zone del sisma – spiega Masha Parisciani del Meetup 5 Stelle di San Benedetto del Tronto – e le portano giù. Dopo una prima cernita in loco vengono portati in un deposito, al chiuso, a Monteprandone e si toglie l’amianto visibile, finora dai dati ufficiali ne sono stati trovati 400 kg. Il problema è però che non sappiamo cosa ci sia negli inerti, l’amianto se si spezza si polverizza e non è visibile, chiediamo un monitoraggio delle polveri sottili e degli inerti. Le macerie vengono poi portate in zona Agraria per essere triturate, una zona già fortemente provata dal punto di vista ambientale ed a rischio esondazione, si stanno accumulando montagne che con il vento disperdono polveri nell’ambiente, chiediamo l’allontanamento dal centro abitato, parliamo della salute di centinaia di persone”.

A proposito di tale argomento abbiamo interpellato il comitato “Tutela della Salute zona Agraria”, nella persona del presidente Romina Rastelli e di uno dei membri, Pasqualino Montini: “Il comitato è nato perché abbiamo visto crescere montagne di materia inerte, all’inizio eravamo in 150, adesso siamo in oltre 400. Ci sono case accanto a chi tratta le macerie, c’è anche un’azienda agricola. Lamentiamo il fatto che i camion viaggino scoperti, abbiamo foto proprio di ieri, e che non vengano bagnati gli inerti. In teoria si dovrebbe lavorare 8 ore il giorno, in deroga alle 6 normalmente ammesse, nella realtà si lavora dalle 6 del mattina fino alle 22, con un rumore assordante. I rilevamenti hanno assodato uno sforamento di oltre 10 decibel sui limiti ammessi dalla legge. Siamo provati dall’inquinamento dell’ambiente e da quello acustico, abbiamo paura di cosa ci sia in quelle polveri. L’unica ad averci risposto è stata l’Arpam che ha avviato dei controlli, ma non siamo riusciti a fermare niente e neanche ad avere le barriere acustiche. Noi vogliamo che le imprese locali continuino a lavorare ma nel rispetto delle regole”.


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