ROMA – ‘Se il presidente francese Emmanuel Macron  vuole la baguette patrimonio dell’Unesco come è già avvenuto per “l’arte dei pizzaiuoli napoletani”, ltalia puo’ sostenere con forza la richiesta per la tutela del Prosecco dopo quella ottenuta dallo Champagne nel 2015’.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che le bollicine italiane vendute all’estero sono state il doppio di quelle francesi nel 2017.

“La candidatura de “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” – sottolinea la Coldiretti – è stata presentata ufficialmente dall’Italia quasi un anno fa con la delibera del 26 gennaio 2017 della Commissione Nazionale per l’Unesco e ha tutte le carte in regola per giungere presto ad un conclusione positiva. Un atto di coerenza dopo l’iscrizione dei “Coteaux, Maisons et Caves de Champagne” e del “Climats du vignoble de Bourgogne” nella Lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco (categoria Paesaggio organicamente evoluto)”.

“Se per gli champenois  si tutela insieme al paesaggio viticolo una tecnica di produzione, lavorazione e commercializzazione originale nata nel XVIII secolo, la richiesta italiana – sottolinea la Coldiretti – riafferma affermare il grande valore culturale e ambientale che l’agricoltura riveste in special modo in territori eccezionali come le colline di Conegliano e Valdobbiadene. Sono coinvolti 15 Comuni e oltre 3.000 agricoltori che – spiega la Coldiretti – operano su circa 5.000 ettari di vigneto. In termini di produzione vinicola sono stati prodotti 655211  ettolitri di vino certificato come Docg. E’ una zona di particolare pregio vitivinicolo e di grande attrazione turistica sotto la spinta del successo del Prosecco all’estero che traina le bollicine italiane che nel 2017 hanno realizzato il record di 360 milioni di litri esportati nel 2017, con un aumento dell’11% delle spedizioni oltre frontiera delle bollicine italiane che consente di doppiare i cugini francesi”.

“Con la tutela dell’’arte dei pizzaiuoli napoletani – riferisce la Coldiretti – sono otto i “tesori” italiani iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, che conta 365 elementi culturali iscritti nella Lista Rappresentativa di 108 Paesi. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014) e la Falconeria, iniziativa cui l’Italia partecipa assieme ad altri 17 Paesi”.

“Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco – continua la Coldiretti – ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l’Italia è lo stato che ne vanta il maggior numero a livello mondiale. Significativamente però – evidenzia Coldiretti -, gli ultimi elementi, ad essere inseriti negli elenchi, dallo Zibibbo di Pantelleria alla Dieta Mediterranea, fanno riferimento al patrimonio agroalimentare Made in Italy, a testimonianza della sempre maggiore importanza attribuita all’alimentazione. Non a caso – conclude la Coldiretti – il 2018 cibo è stato proclamato l’anno internazionale del cibo italiano nel mondo”.


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