ASCOLI PICENO – “La tolleranza è un nostro principio, non intesa come sopportazione ma come apertura mentale verso il mondo. Il nostro obiettivo è quello di educare chi arriva in una realtà realtà nuova e diversa e di questi tempi è un lavoro sempre più osteggiato in Italia”: una conferenza stampa a quasi venti giorni dal rogo di via Tevere, appiccato da ignoti la notte di Capodanno per impedire che a Spinetoli venissero sistemati 37 migranti. La cooperativa vercellese Versoprobo, che avrebbe dovuto gestire il centro, sceglie Ascoli per spiegare il suo punto di vista.

A Palazzo Guiderocchi parlano il presidente Islao Patriarca, il direttore Claudio Berlini e il responsabile di zona Andrea Montagnini. I tre responsabili non esitano a definire “criminale” e “ottuso” l’atto consumatosi nella palazzina di Pagliare, acquistata dalla Srl Santa Rita ma che, in virtù della gara vinta 8 mesi fa, avrebbe dovuto gestire la stessa Versoprobo, presente in Italia con 300 soci lavoratori, impegnati nella gestione di un numero di migranti che oscilla fra i 1200 e i 1300, a seconda degli arrivi sulle nostre coste.

“SPINETOLI PICCOLO CENTRO? ABBIAMO OPERATO IN COMUNITA’ MOLTO PIU’ PICCOLE”. “Non abbiamo deciso noi di venire a Spinetoli. Quello della cittadina è stato un nome individuato dalla Prefettura fra altri Comuni in base a una serie di fattori, fra cui l’assenza di altri centri Cas”. In ogni caso la cooperativa dice di “preferire i piccoli centri per evitare i pericoli e le distrazioni per i nostri ospiti, che gestiamo con un modello in tutto e per tutto simile ai college in cui studio, gioco e crescita vanno di pari passo”. E Spinetoli, a sentire il presidente Patriarca, sarebbe stato anche uno dei comuni più popolosi in cui Versoprobo opera. “Abbiamo iniziato a Orta San Giulio, un comune di mille abitanti (in provincia di Novara n.d.r.) in cui il nostro centro si trovava davanti a una scuola materna. Poi siamo stati in una frazione di Ameno (sempre nel novarese), con 76 abitanti e, dopo il nostro arrivo, 156 migranti. La differenza rispetto a Spinetoli – prosegue il presidente – è che lì tutti i giorni il Sindaco visitava il Cas e ha potuto constatare la crescente integrazione dei nostri ospiti con la comunità”.

SU ALESSANDRO LUCIANI. A proposito di Sindaci. I responsabili della cooperativa non nascondono un certo risentimento verso l’operato di Alessandro Luciani. “Sappiamo che i cittadini sono venuti a sapere da terzi la destinazione della palazzina di via Tevere – commenta Claudio Berlini – ma il sindaco di Spinetoli era stato informato di tutto a luglio dalla Prefettura”. E non viene nascosta neppure una certa perplessità verso la gestione delle manifestazioni (“Ci sono sindaci che si informano e cercano la condivisione e altri che si fanno trasportare dal vento dell’odio e delle generalizzazioni”), manifestazioni che hanno portato, prima del famoso rogo, la stessa cooperativa a decidere di cambiare orientamento, riconvertendo la destinazione del Cas di Spinetoli in un centro di accoglienza per 20 minori non accompagnati.

“A SPINETOLI AVREMMO ASSUNTO ALMENO 8 PERSONE DELLA ZONA”. Le fiamme a Spinetoli sono la più grande forma di ostracismo che la cooperativa, in piedi dal 2009, abbia mai dovuto affrontare. Ma non l’unica. “Qualche tempo fa a Trevenzuolo (provincia di Verona) un picchetto di cittadini e di Ultras del Verona ha occupato per mesi la futura sede di un Cas, in quel caso per fortuna la Prefettura ha fatto valere la legalità e il centro si è aperto” racconta il presidente Patriarca per il quale, l’origine di certi comportamenti, è chiaro. “Stiamo assistendo a un imbarbarimento di questo Paese, ormai non basta più odiare il diverso ma si arriva a odiare anche chi aiuta o chi non la pensa come la massa. Noi siamo accusati di voler lucrare sull’accoglienza e i nostri educatori tacciati di essere traditori della patria, ma questi sono solo pregiudizi, la Versoprobo ha sempre portato e mai tolto nelle comunità in cui ha operato. Anche a Spinetoli – continua il giovane presidente della cooperativa – avremmo assunto dagli 8 ai 10 educatori presi fra persone della zona”.

ORIZZONTI FUTURI. “Aspettiamo di parlare con la Prefettura perché questa è una cosa grossa anche per loro”. Gli orizzonti attuali per la cooperativa sembrano nebulosi. La palazzina di Via Tevere è infatti inagibile e sotto sequestro mentre i legali assunti dalla Versoprobo si stanno attivando per tutelarsi in Tribunale. Nel frattempo Patriarca & co. aspettano di parlare con la Prefettura perché la convenzione è ancora in piedi e, in teoria, un Cas a Spinetoli dovrebbe comunque sorgere. “Abbiamo scritto anche al Ministro dell’Interno (Marco Minniti n.d.r.) – proseguono  – perché di fronte a questi avvenimenti vogliamo capire cosa vuole fare lo Stato per tutelare la legalità”.


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