ASCOLI PICENO –  – Nei mesi scorsi avevamo denunciato con forza lo scempio delle nostre colline e la pericolosità per il nostro territorio causato dal passaggio del nuovo metanodotto che da Cellino (nel Teramano) arriva fino a Porto Sant’Elpidio, ma non pensavamo di piangere per la vita persa da un povero ragazzo della Sicilia, che stava lavorando in questo cantiere nella zona tra Castel di Lama e Ascoli. Evidentemente  la fretta per i tempi ristretti nella realizzazione dell’opera ha allargato le maglie della sicurezza che è d’obbligo in lavori così pericolosi”.

Queste le dure parole del Comitato ‘No Trivelle nel Piceno’, da sempre contraria alla realizzazione del metanodotto. Un intervento giunto dopo la tragedia del giovane operaio deceduto sul lavoro nel cantiere tra Castel di Lama e Ascoli. Secondo le indiscrezioni, la Procura indaga su tre persone.

Il Comitato aggiunge: “Come se non bastasse a Borgo Miriam di Offida si è rischiata una catastrofe ben più grave quando, sempre in un cantiere della stessa opera, per un incidente, è stata spezzata la tubatura del vecchio metanodotto che corre parallelo al nuovo tracciato, provocando una terribile fuoriuscita di gas che ha messo in pericolo tutti gli abitanti della frazione che sono stati evacuati per diverse ore dalle loro abitazioni – dichiara – Fortunatamente, ma solo per mera fortuna, la fuoriuscita non ha innescato un incendio di proporzioni inimmaginabili, e pensare che il vecchio tubo è di gran lunga più piccolo di quello del nuovo che si sta realizzando”.

“Tutto questo non basta? – si domanda il Comitato – Quale altro prezzo devono ancora pagare le nostre comunità per soddisfare il fabbisogno di gas dell’Europa? Vale la pena di ricordare che questo nuovo metanodotto nulla ha a che fare con il fabbisogno del nostro territorio, è solo un’autostrada del gas al servizio del nord Europa che si prenderà tutti i benefici di tale opera e a noi rimarranno colline devastate e pericoli permanenti sotto i nostri piedi a causa della precaria conformazione geologica del nostro territorio”.

No Trivelle nel Piceno conclude: “Adesso basta, fermiamo questo scempio e salvaguardiamo la nostra sicurezza”.


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