ASCOLI PICENO – Disoccupazione giovanile e valorizzazione delle attività artigiane e commerciali, con particolare riferimento alle aree interessate dal Cratere del sisma e dall’Area di crisi complessa del Piceno. Cna e Confesercenti di Ascoli lanciano la proposta di un tavolo permanente di concertazione per un confronto fra istituzioni, enti e associazioni di categoria al fine di meglio sfruttare tutte le opportunità messe in campo a livello nazionale, regionale e locale.

“Prendiamo spunto – precisano Luigi Passaretti e Francesco Balloni, presidente territoriale e direttore generale della Cna Picena – dalle proposte appena lanciate dal sindaco di Castorano, Daniele Ficcadenti, e che si rifanno anche a una disponibilità già manifestata da Anna Casini, vice presidente della Regione Marche, per avviare un percorso che produca nel minor tempo possibile risultati concreti per lo sviluppo delle imprese e per l’occupazione, quella giovanile in particolare”.

Secondo Cna e Confesercenti è necessaria una cabina di regia unitaria per il territorio. Partendo dalle consulte giovanili e dai comuni della provincia. Per arrivare a coinvolgere enti e istituzioni, Regione in primis.

“Area di crisi complessa, fondi per i centri storici, agevolazioni per comuni e imprese che operano in direzione di una rivitalizzazione di centri storici e borghi e in una riduzione della disoccupazione giovanile – è la posizione di Cna e Confesercenti – sono opportunità diffuse sul territorio del Piceno, sia per quanto riguarda le realtà locali che le imprese. Sia quelle già esistenti e quelle che, sfruttando voglia di fare e inventiva dei giovani, possono nascere. Governare questo processo vuol dire garanzia di non disperdere energie e risorse e far sì che le imprese, già strutturate o di nuova creazione, possano intraprendere una strada sicura e stabile sul fonte del fatturato e, di conseguenza, dell’occupazione”.

Azioni di governance sempre più fondamentali, anche in base agli ultimi dati elaborati dal Centro studi della Cna delle Marche. Sulla base delle dinamiche demografiche delle imprese attive, infatti, è possibile osservare che il sisma ha provocato effetti negativi soprattutto per i servizi di soggiorno e ristorazione (“turismo”) e per le “altre attività di servizi”, nelle quali dominano le presenze delle imprese di servizio alle persone e alle famiglie. Sono quelle imprese che rivestono un’importanza strategica per l’attrattività e la tenuta socio-economica delle realtà urbane di piccola dimensione sparse sul territorio collinare e montano delle aree interne.

Gli effetti negativi del sisma sul tessuto di imprese si manifestano anche per agricoltura e manifatture, sebbene con intensità non paragonabile a quella dei due settori citati. Per l’agricoltura, in particolare, si vede come già prima dell’evento sismico di agosto il trend di diminuzione dello stock di imprese attive avesse dato segni di accentuarsi. L’effetto negativo del sisma si avverte anche sui settori del terziario più avanzato (“ad alto contenuto di conoscenza”) che nel periodo precedente il sisma, hanno mostrato una decisa tendenza alla crescita delle imprese attive: il trend di crescita prosegue nella prima metà del 2017 ma non allo stesso modo della fase pre-terremoto. In questo caso, il danno che ha operato il sisma non è quello della diminuzione dello stock di imprese, ma della sua mancata crescita.

Se si approfondisce la dinamica dei servizi, considerando fra i più rilevanti, il commercio, i trasporti e il turismo, il quadro che si delinea è di fortissimi danni all’economia del cratere. Ovvero:

a) mentre il fatturato del commercio si presenta stabile per la regione, per il cratere cala dell’8% nel IV trimestre 2016 e del 4% nel I del 2017, nonostante che le imprese commerciali del cratere possano aver beneficiato della rete di solidarietà avviata dopo gli eventi sismici;

b) nei servizi di soggiorno e ristorazione il fatturato delle piccole imprese del cratere cala del 5% circa nel IV trimestre 2016 e crolla (-15 %) nel successivo trimestre, quando invece si registra solo una lieve flessione a livello regionale;


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