ANCONA – I risultati emersi dalla prima analisi Sroi dell’attività della Lega del Filo d’Oro misurano in termini economici la qualità del suo intervento per le persone sordocieche, le loro famiglie e il territorio nel suo insieme e spiegano come, attraverso un modello virtuoso messo a punto dall’Associazione, ogni euro investito, rende quasi il doppio alla società nel suo complesso con un incremento costante che ha raggiunto circa 19 milioni di euro di valore sociale generato nel 2016.

Per ogni euro investito, il valore del ritorno sociale annuo medio, ossia il cambiamento generato nella vita dei beneficiari e famiglie, dipendenti, volontari e il territorio nel suo complesso, dalla Lega del Filo d’Oro è quasi il doppio: 1,93 euro. In termini economici parliamo, mediamente, con riferimento al triennio 2014-2016, di 17,5 milioni di euro annui in valore sociale creato, registrando un incremento costante del 15% circa nei tre anni considerati, passando da un totale di 16.629.605 euro del 2014 a 18.854.423 euro del 2016. Sono questi i risultati emersi per il triennio 2014-2016 dall’Indagine

“La valutazione economica degli impatti sociali della Lega del Filo d’Oro: un’analisi SROI” sul modello operativo dell’Associazione a cura di Clodia Vurro e Stefano Romito in collaborazione con Vita, magazine dedicato al terzo settore, presentata questa mattina alla Regione Marche a cui sono intervenuti Luca Ceriscioli Presidente della Regione, Francesco Marchesi e Rossano Bartoli, Presidente e Segretario Generale della Lega del Filo d’Oro e Clodia Vurro Professore associato di economia e gestione delle imprese presso l’Università degli Studi di Milano.

L’analisi SROI, che si è concentrata sul territorio di Osimo, sede principale dell’Associazione, vuole dare il via ad un percorso virtuoso con l’obiettivo sì di essere più trasparenti, ma diventare ancora più capaci di migliorare l’efficacia dei servizi offerti. Da quest’anno la valutazione coinvolgerà anche i Centri di Riabilitazione di Lesmo e Molfetta e gradualmente le altre Sedi dell’Ente. L’analisi SROI mira a quantificare il valore sociale creato dalla Lega del Filo d’Oro sia a favore delle persone affette da sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, che beneficiano di un modello di intervento valutativo, riabilitativo ed educativo unico e distintivo, sia rispetto al territorio di cui l’Ente è parte integrante.

L’impatto della “Lega” sul territorio da solo vale (dato 2016, ultimo anno dei tre presi in esame) l’88% del valore sociale generato complessivamente che ha prodotto un valore sociale di ben 16,5 milioni di euro, fatto in particolare dall’occupazione creata dalla Lega del Filo d’Oro grazie al suo peculiare modello e dall’indotto generato. “Oggi sappiamo, per la prima volta e sulla base di una metodologia consolidata, quello che molti di noi intuivano: l’esser stata e l’essere sempre più, questa nostra “Lega”, qualcosa di straordinario non solamente per i problemi che affronta e l’utilizzo di tecniche d’intervento create ad hoc per rispondere al bisogno specifico dell’utente e della sua disabilità, ma anche perché è in grado di creare valore trasformando la qualità in quantità misurata, ha dichiarato Francesco Marchesi Presidente della Lega del Filo d’Oro.

Dall’indagine “La valutazione economica degli impatti sociali della Lega del Filo d’Oro: un’analisi SROI” emerge, infatti, che gli utenti, pur essendo il fulcro dell’intervento, non sono gli esclusivi beneficiari della sua attività. L’analisi mostra come il territorio nella sua interezza benefici dell’esistenza dell’Associazione sia in termini di indotto generato, che di investimenti diretti nell’economia locale. A questo vanno aggiunte le persone che, in quanto parte attiva dell’erogazione dei servizi, ne rappresentano fattore imprescindibile di efficacia e, a loro volta, dall’Ente ottengono un’importante fonte di crescita professionale, consentendo l’acquisizione di competenze che difficilmente si potrebbero sviluppare altrove.

“Da tempo avvertivamo anche l’esigenza di dare dei numeri e qualche motivazione in più rispetto al nostro modello organizzativo, che mette in campo molte risorse sia pubbliche sia di privati a vantaggio di apparentemente pochi beneficiari e dimostrare che l’Associazione nel promuovere servizi per un numero definito di persone con gravissime disabilità, crea occupazione e genera indotto economico sul territorio – ha raccontato Rossano Bartoli Segretario Generale della Lega del Filo d’Oro – Ora, i dati emersi dall’analisi rappresentano anche un prezioso valore, che consolida e incrementa la consapevolezza di chi presta la propria opera all’interno della Lega del Filo d’Oro. Questa consapevolezza ci aiuterà a crescere per rispondere meglio ad un bisogno sempre più forte”.

Nel 2016 la Lega del Filo d’Oro ha generato un valore sociale di circa 1 milione di euro per le famiglie, derivante da genitori che riprendono il lavoro, che si orientano autonomamente nei servizi del territorio, che partecipano di più alla vita sociale, che riducono le ore di counseling o di terapia familiare. Altri 1,2 milioni di euro di valore sociale sono stati creati sul fronte del personale e dei volontari altamente specializzati che operano anche nelle scuole e nei servizi del territorio. Infatti, le persone che concorrono all’erogazione dei servizi assumono una centralità chiave. Formazione e aggiornamento sono quindi imprescindibili per la condivisione delle conoscenze e la ricerca di soluzioni innovative ed efficaci per rispondere alle disabilità complesse e sono fornite sia ai dipendenti che ai tirocinanti e volontari. L’Associazione offre così un’opportunità unica di acquisire, sviluppare e mettere in campo competenze specialistiche.

Ed è proprio sul fronte occupazionale che, dall’analisi, emerge che il modello della “Lega” prevede un rapporto tra professionisti a contatto con l’utenza e utente molto elevato: al Centro Diagnostico si arriva a 2,7 a uno, ben al di sopra dello standard previsto dalle normative, scelta che si traduce in 5,7 milioni di euro di occupazione differenziale creata nel solo 2016. E soprattutto ci sono i 10,8 milioni di euro di valore aggiunto sul territorio generato in quello stesso anno dalla “Lega” (9,3 milioni di euro è il dato medio nel triennio in esame), in pratica il giro d’affari per le attività produttive e commerciali della zona che l’organizzazione ha prodotto. Va segnalato che il triennio esaminato è un momento particolare per la Lega del Filo d’Oro, che aveva avviato la costruzione del suo nuovo Centro Nazionale, la sfida più importante mai affrontata: il primo lotto è stato inaugurato a dicembre 2017, mentre il cantiere del secondo lotto è appena partito.

“Si inserisce nel pieno del dibattito del rapporto tra pubblico e privato rappresentando il miglior esempio di come si possa lavorare insieme per un obiettivo comune che è una risposta di salute alla comunità e al resto del Paese – ha detto il presidente della Regione, Luca Ceriscioli – Il rapporto tra Regione e Lega del Filo d’Oro rappresenta il meglio di come si possano mettere insieme realtà che, senza fine di lucro, sviluppano servizi che non erano presenti con quel livello, realizzano strutture col contributo pubblico. E’ un connubio tra l’ente regionale che deve sviluppare servizi per la salute dei cittadini e persone che si mettono in moto dietro problemi anche sperimentando strade nuove. Diventano un elemento essenziale integrato con l’attività sanitaria della Regione in grado di dare risposte di grande qualità, ricchezza per il territorio”.

L’analisi SROI restituisce, infatti, un racconto dell’efficacia di un modello di intervento sociale e ha l’obiettivo di mostrare in modo oggettivo e quantitativo il cambiamento che la Lega del Filo d’Oro ha generato sul proprio territorio nello svolgimento delle attività. Sebbene Il nuovo Centro, come mostrano i dati, ha generato un importante indotto economico per il territorio di Osimo per una durata di almeno 8-9 anni, il meccanismo creato risulta virtuoso. L’analisi SROI ha consentito di mostrare la fattibilità di passare dall’enfasi sui costi per utenti e trattamenti al valore creato per gli stakeholder, esplicitando ambiti di impatto non necessariamente visibili all’esterno.

In particolare, pur rappresentando il fulcro del modello d’intervento della Lega del Filo d’Oro e la categoria principale di stakeholder, utenti e famiglie non sono esclusivi beneficiari delle attività realizzate dall’organizzazione. L’analisi ha mostrato come a beneficiare della sua esistenza siano, infatti, anche il territorio nella sua interezza, le persone che, in quanto parte attiva dell’erogazione dei servizi, ne rappresentano fattore di efficacia e allo stesso tempo è per loro un’importante fonte di crescita professionale e consapevolezza, consentendo l’acquisizione di competenze che difficilmente sarebbero sviluppate altrove


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