ARQUATA DEL TRONTO – “Il punto è che per diventare medici, dobbiamo curare il paziente oltre che la malattia. Dobbiamo tuffarci nelle persone, navigare nel mare dell’umanità”.

Questa frase racchiude il metodo di Patch Adams, che nel 1970, introdusse la clownterapia nelle strutture ospedaliere, aiutare piccoli e grandi a riscoprire l’allegria con la “terapia del sorriso”.

Dalla sua visione e dalla sua metodologia, si diffonde una terapia che accompagna quella medica e tradizionale, che viaggia parallelamente per fornire ulteriore supporto, in situazioni di completo disagio emotivo come quello che colpisce le persone quando si ammalano.

Sembra che già nel 1600 – 1700, un sacerdote carmelitano italiano, si travestisse per far sorridere le persone malate. La concezione di affrontare la malattia, trasformando le emozioni negative in positive, con ironia e scherno.

Maria Grazia Torri è una degli angeli custodi che hanno saputo regalare la loro allegria e sensibilità ai bambini colpiti dal terremoto ad Arquata del Tronto. Una straordinaria vicinanza emotiva, una mano sul cuore dei bambini, degli anziani e di chiunque avesse bisogno di un’abbraccio empatico.

L’Associazione I ClaunOrsotti di Camilla, di cui Maria Grazia Torri, “Clown Dottore Morgana” fa parte, è presente nella regione Marche e in Lombardia. Ha prestato servizio ad Arquata, nelle tendopoli e successivamente nelle strutture alberghiere a San Benedetto. Maria Grazia Torri è una delle formatrici del corso, che ha accompagnato i volontari durante il progetto di assistenza ai terremotati, fino al mese di maggio 2018.

Il 16 dicembre scorso, a Fano, ha avuto inizio il corso per volontari del sorriso, con l’obiettivo di diventare Clown dottori. Il percorso, che sta per concludersi il prossimo 25 aprile, ha dimostrato come la formazione necessaria per entrare nel mondo della clown terapia sia strutturata e impegnativa, poiché conta otto giornate di corso e numerose ore di tirocinio. Il servizio di clownterapia non è soltanto un momento di gioco e di distrazione, ma un supporto psicologico di grande spessore.

La speranza di chi pratica nel settore è quella di riconoscere la clownterapia a tutti gli effetti, di non relegarla al naso rosso del film di Robin Williams, Patch Adams. I corsi in Italia sono numerosi ma bisogna porre la doverosa attenzione nella distinzione tra quelli professionali e quelli di clownerie o animazione, che generalmente hanno breve durata, circa due giorni.

Solo quelli altamente professionali formano gli aspiranti clown dottori, a più livelli, affinchè diventino parte integrante dello staff medico e riescano a riconoscere l’emotività del paziente che si trovano davanti, a capire quando giocare e quando rimanere in silenzio. Il camice tappezzato di colori, i trucchi, il finto naso rosso sono solo degli strumenti che raccontano un grande lavoro di elevata umanità e sensibilità.

Il desiderio di servire chi è afflitto da una malattia deve nascere da una maturità emotiva, che può essere un talento personale ma ha bisogno di una formazione idonea.

La risata è lo strumento per entrare in contatto con le persone malate o colpite da situazioni di disagio o paura, ma l’operatore deve avere alle spalle studi multidisciplinari.

Il sorriso di questi numerosi volontari regala benessere e rinascita a chi soffre, persone comuni che si mettono al servizio degli altri senza chiedere nulla in cambio.


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