ASCOLI PICENO – Il 4 marzo si è preso l’uninominale Camera del Piceno, sbaragliando la concorrenza, fra gli altri, del presidente del consiglio di Ascoli Marco Fioravanti. Adesso per Roberto Cataldi (M5S) è tempo dei primi bilanci di questi concitati mesi a Montecitorio, al netto della “saga” legata ai patti di governo. Sceglie di parlare di sisma e ricostruzione (parla in calce anche di semplificazione del processo civile, per la verità, altro suo cavallo di battaglia elettorale) il parlamentare grillino e lo fa usando i suoi canali Facebook.

“Durante questi primi mesi di attività parlamentare mi sono reso conto di come il nostro Paese sia rimasto ingabbiato dalla complessità di un sistema normativo così farraginoso da aver dato fin troppo spazio a una burocrazia malata che ha rallentato l’economia facendo allontanare le imprese e che ha reso complicate persino le procedure per la ricostruzione nei territori colpiti dal sisma” scrive l’avvocato. “Nutro però una speranza: il nuovo Parlamento registra una significativa presenza di giovani e di rappresentanti della popolazione civile. Questo ci aiuterà a mettere al centro dell’azione politica le esigenze dei cittadini piuttosto che quelle legate all’intransigenza burocratica.”

Il fondatore della piattaforma di informazione giuridica “Studio Cataldi” ha una sua personale ricetta per spingere dove finora non si è spinto in tema ricostruzione. Il deputato parla a lungo di brainstorming(un metodo decisionale, mutuato dal mondo del marketing, in cui la ricerca della soluzione di un dato problema è effettuata mediante sedute intensive di dibattito e confronto di idee n.d.r.) e aggiorna i suoi followers sui numerosi incontri che ha avuto nelle settimane che ci hanno separato dalle elezioni, con associazioni di cittadini e categorie. “E’ stato creato un gruppo di lavoro” afferma Cataldi “ma è necessario far passare l’idea che la normativa ordinaria non può risultare idonea a gestire situazioni di emergenza per le quali è indispensabile snellire le procedure ed evitare che le piccole irregolarità possano bloccare le pratiche della ricostruzione”.

Ecco dunque che Cataldi ha pensato già a una bozza di disegno di legge. “Proponiamo di incentivare gli investimenti di imprese straniere nelle aree di crisi complessa o con alto tasso di disoccupazione. Tali imprese potranno svolgere attività produttive in ambiti che non siano in competizione con imprese italiane, oppure dovranno svolgere attività acquistando almeno il 50% delle materie prime dalla filiera Italiana.”

“Si tratta di uno strumento fiscale molto semplice e a costo zero per le casse dello Stato ed è costruito sulla falsariga di un progetto già attuato in Spagna con l’autorizzazione della Commissione Europea. Tale strumento può dare un rapido impulso allo sviluppo economico del Paese creando nuovi posti di lavoro ed attirando investimenti esteri attraverso agevolazioni fiscali e burocratiche per le nuove imprese estere che investono in determinate zone del territorio Italiano” prosegue il deputato. “Ci saranno però alcuni obblighi stringenti come quello di assumere almeno 50 dipendenti residenti nell’area di insediamento (con eventuali quote di riserva) e di restare sul territorio per un determinato numero di anni. Sono anche previste sanzioni che potranno disincentivare qualsiasi ipotesi di delocalizzazione.”


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