ASCOLI PICENO – “Cari tifosi dell”Ascoli Calcio, mi dispiace ricordarvi che l’Ascoli Calcio (sia la società che la squadra) non esiste più. E’ fallita nel dicembre 2013. Vi ricordate?”

Si apre così la lettera di Marisa Bellini, moglie del patron Francesco, pubblicata dalla società bianconera dopo la riunione avvenuta il 22 giugno, e organizzata dagli Ultras 1898, a margine della trattativa saltata con Bricofer per la cessione della società. Oltre 300 tifosi si sono radunati ed è stata decisa la contestazione totale a tutti i rappresentanti dell’attuale società a prescindere dal calciomercato, dai risultati in campo e da quello che deciderà in futuro Francesco Bellini.

Appoggio e sostegno, invece, ad allenatore e calciatori durante le partite di calcio.

La moglie del presidente italo-canadese dichiara: “Mi dispiace notare che,visti i contenuti della ‘press release’ che ho letto, i tifosi dell’Ascoli Calcio non dovrebbero partecipare a nessuna partita, neanche alla vita quotidiana dell’ Ascoli Picchio FC 1898 (‘La Società Ascoli Picchio e il simbolo Ascoli Picchio non ci rappresentano, noi siamo l’Ascoli Calcio e ci sentiamo rappresentati esclusivamente dallo storico simbolo dell’Ascoli Calcio’). Allora che vi importa cosa facciamo? Non vi rappresentiamo. Voi dite ‘noi meritiamo di più’, io dico: ‘voi non meritate noi’“.

Marisa Bellini aggiunge: “Ok ok, ora che ho espresso la mia amarezza, lasciatemi continuare in modo più normale -si legge nella lettera – Mi dispiace vedere un tale atteggiamento da parte di un gruppo di cittadini di Ascoli Piceno (dimentichiamo il sindaco per adesso), una città che ha bisogno di una squadra di calcio più che mai. Pensate bene a quello che fate. Il ruolo di un vero tifoso è sostenere la squadra, criticare, suggerire, mandare all’altro paese quanto vuole, ma non si possono aggredire giocatori , minacciare, sputare o incitare alla violenza e un vero tifoso non può comandare e gestire la società.

“Carissimi tifosi di Ascoli Calcio – prosegue Marisa Bellini – viviamo nel 2018 e non negli anni ‘70-‘80-‘90: il passato è il passato, vi auguro di costruire il futuro e lasciare andare il passato. Siamo nell’era dell’alta tecnologia e dei social media e noi siamo sotto gli occhi del mondo. Quale immagine di voi e di Ascoli Piceno volete ritrarre nel vostro paese e nel mondo? Come teppisti? Nemmeno l’Inghilterra li ha più. O come grandi fans della propria squadra di calcio? Vi prego di prendere nota di ciò che fate e dite perché rimarrà per sempre”.

Marisa Bellini afferma: “Spero che voi capiate il mio desiderio di scrivere queste due righe. Il mio amore per Ascoli (che ho sviluppato nel tempo, non è stato immediato) e soprattutto l’amore di Francesco per Ascoli (dove è nato) e il calcio non deriva dalla voglia di potere, gloria o guadagno (queste cose lui le ha già nel Canada e nel mondo nel suo campo) ma solo un semplice amore per il proprio luogo di nascita (forse questo concetto è difficile da capire per qualcuno che non è mai stato un emigrante) – si legge nella lettera – Alla fine partiremo, sapendo che abbiamo costruito una squadra di calcio dalle ceneri. Un club che è ammirato in tutta Italia (tranne che da voi ovviamente) per la sua onestà e la sua fedeltà ai suoi membri. Abbiamo stabilito nuovi standards per il calcio in Italia, dimostrando che si può essere onesti e giocare calcio (anche se devo ammettere che è estremamente difficile). Dopo tutto, il calcio è uno sport, non solo un business”.

Marisa Bellini conclude: “Lasceremo la società, appena possibile, per motivi familiari, non per l’ambiente, ma cercheremo comunque di lasciarla in buone mani, a persone capaci di sostenerne i costi (perché la società di calcio è molto costosa), persone oneste che continuino l’ambizioso progetto che abbiamo iniziato il 6 febbraio 2014 insieme. Io mi auguro che cambiate idea e decidiate di diventare fans dell’Ascoli Picchio. Forza Ascoli Picchio: sempre“.


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