ASCOLI PICENO – C’è un esercito di disoccupati nel nostro Paese che vede il gioco d’azzardo come un modo per garantirsi da vivere in condizioni di precariato o addirittura di disoccupazione. Emerge questo da uno studio fatto da “Il Sole 24 Ore” che a inizio giugno ha pubblicato una mappa dell’Italia “disperata”, evidenziando il rapporto fra il tasso di disoccupazione e la cosiddetta “raccolta”, ovvero i soldi puntati pro-capite in scommesse, slot machines e Gratta & Vinci.

Ne esce fuori una cartina dello stivale divisa per province visto che L’Agenzia delle Dogane e  dei Monopoli ha fornito l’ultimo dato sulla spesa procapite che è su base comunale ma l’Istat fornisce, invece, il tasso di disoccupazione, oltre che a livello nazionale, anche per Regione e per Provincia. Il Sole 24 Ore ha quindi dipinto una mappa dell’Italia mettendo a confronto il tasso di disoccupazione e i dati aggregati sulla spesa nei singoli comuni per farne una cartina su base provinciale. In rosso sono colorate le province in cui sia il tasso di disoccupazione che la spesa pro-capite in gioco d’azzardo sono più alte della media nazionale fissata in 11,21 % per la disoccupazione e in 614 euro per la raccolta pro-capite. In rosa le province in cui si spende tanto in gioco ma in cui si lavora di più mentre sono colorate di blu e azzurro le regioni in cui si gioca complessivamente meno in rapporto alla disoccupazione.

LA CARTINA

 

Ma come esce fuori da tutto questo la provincia di Ascoli? Se lo studio, come lo definisce il quotidiano economico-finanziario, può essere una mappa dell’Italia disperata, la nostra provincia è, a pieno titolo fra le più disperate. Perché se guardiamo la cartina, quella di Ascoli è colorata in rosso ed è fra le province in cui si gioca di più fra quelle col tasso di disoccupazione più elevato. La spesa in gioco da noi è infatti di 624 euro a testa a fronte di un tasso di disoccupazione che sfonda il muro del 14% (14, 49 per l’esattezza). Il rapporto rende i piceni fra gli italiani meno virtuosi da questo punto di vista inserendo il nostro territorio fra i più problematici al pari di province come quella Salerno, Napoli, Caserta, Latina, Frosinone, Pescara ecc.

Rimaniamo anche la provincia più problematica della Regione da questo punto di vista con le Marche che presentano dati, da Nord a Sud, esattamente in perfetta decrescenza: il rapporto migliore ce l’ha infatti Pesaro, poi Ancona, Macerata e infine Fermo (743 euro di spesa per i nostri “vicini” ma anche un tasso di disoccupazione solo all’8%).


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