CASTIGNANO – Nell’anno 1990 con la prima edizione di “Templaria”, organizzata dalla Proloco in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, la comunità di Castignano ha voluto riservare interesse e particolare attenzione alla propria storia con una iniziativa di grande rilievo e prestigio: “TEMPLARIA, NOTTI DA MEDIOEVO”.

L’evento è di importanza strategica per il territorio e la comunità, poiché la conoscenza del passato può molto giovare al superamento di quel “disagio del vivere” caratteristico del nostro tempo, contribuendo in maniera decisiva alla creazione dell’identità culturale e sociale dei cittadini e in particolare delle nuove generazioni, che hanno un ruolo attivo all’interno della manifestazione.

”Templaria” nasce così, sia dalla volontà di valorizzare turisticamente il piccolo borgo medievale della terra Picena, sia da una sorta di bisogno collettivo di far rivivere un passato lontano ma ancora portatore di forte senso per la comunità.

La scelta del nome “Templaria” è avvenuta in modo spontaneo proprio per le diverse ricerche storiche che confermano la presenza dell’Ordine dei Templari a Castignano.

Rispetto alle tante rievocazioni che fioriscono nel periodo estivo con un formato similare (sfilata di figuranti, sbandieratori, torneo cavalleresco, etc.), Templaria Festival vanta caratteristiche uniche in quanto, traendo ispirazione da un nuovo concetto di storia più ampio e comprensivo, ripropone un autentico spaccato di vita medioevale, immergendo l’intero centro storico in un’atmosfera antichissima, ma anche offrendo ai visitatori la possibilità di gustare piatti eleborati sulla base di antichi ricettari del XIII e XIV secolo e il più numeroso gruppo di artisti e spettacoli a tema di tutto il territorio italiano.

La manifestazione vede quindi il riuso del vecchio castello e del vecchio incasato di Castignano, rimasto quasi disabitato per moltissimi anni e perciò conservante tutte le potenzialità funzionali d’un tempo; riattiva e fa rivivere le vecchie botteghe artigiane e d’arte; riallestisce gli antichi luoghi di scambio di prodotti agricoli tipici ed altre strutture sociali come l’ospedale, il carcere.

Lo stesso borgo, per molto tempo quasi abbandonato all’usura del tempo e agli effetti dei terremoti, anche grazie alla crescita esponenziale della manifestazione, ha goduto di un recupero urbanistico e architettonico di importanti proporzioni.

Tutte le attività, come consono ad una rievocazione storica, sono fedelmente ricostruite, con un allestimento scenografico ad hoc e sono animate da spettacoli di teatro di strada, dove compagnie di respiro nazionale e internazionale sono affiancate ad artisti autoctoni cresciuti proprio grazie alla manifestazione stessa e ora operanti sul territorio nazionale.

Il risultato è un evento di grande fascino ed interesse culturale, che negli anni ha confermato il suo apprezzamento da parte del pubblico nazionale ed internazionale.

“Templaria Festival” si configura quindi per lo spettatore come un tuffo nel passato quasi magico e prodromo di rovesciamenti di ruolo che lo rendono protagonista, in prima persona, al fianco di figure archetipi del mito e della storia, facendogli vivere un’esperienza indimenticabile nel connubio fra intrattenimento e cultura.

Durante la manifestazione si collocano anche incontri, dibattiti e mostre su temi aventi quale denominatore comune la “verità storica” sui Templari, che vanno ad approfondirne gli aspetti e le più recenti scoperte, e che trovano collocazioni in luoghi di particolare pregio storico che si desidera recuperare e rendere fruibili al pubblico (fra tutti, la Chiesa e la cripta dei SS Pietro e Paolo, di rilevante interesse architettonico ed archeologico per la presenza di un affresco attribuito al Crivelli e di un altro di notevoli dimensioni, datato 1436, che illustra il Giudizio Universale).

Questo aspetto storico critico è presente anche nei mesi precedenti l’evento grazie ad un percorso di avvicinamento che prevede conferenze monotematiche sulla vita quotidiana dei Cavalieri Templari e della popolazione in generale nel XIII secolo. Un iter che ha come obiettivo la riscoperta dei valori e delle radici culturali del territorio e la loro diffusione presso la comunità e i turisti, ma anche, grazie all’intervento di storici di fama, mira alla costante crescita culturale della comunità impegnata ogni anno in tutti i settori organizzativi e operativi, in modo da perseguire un’evoluzione sempre più attenta e accurata.

L’elemento di promozione turistica si è andato infatti accrescendo e consolidando nel tempo, tanto che ha visto la partecipazione di Cavalieri Templari provenienti dall’Italia e dall’estero, allargando sempre più il bacino di utenza della manifestazione.

Ogni edizione della manifestazione individua un tema da approfondire, a cui non fanno riferimento solo i momenti convegnistici ma anche spettacoli ed allestimenti: l’evento è quindi sempre in naturale evoluzione, offrendo anche ai visitatori abituali nuove sorprese ed interessanti approfondimenti.

Presenze, percorso nel paese e programma artistico

Nell’arco degli anni sono stati effettuati cambiamenti rispetto al format iniziale: il grande successo di affluenza degli ultimi anni ha fatto prendere alla Proloco la decisione di portare a 5 le serate di festival proposte. Questa decisione è stata ripagata dalle presenze totali  confermando la validità della manifestazione e il suo interesse per la popolazione autoctona e i numerosi turisti italiani e stranieri, che via via sono aumentati durante le varie edizioni.

Si è creato un allargamento del percorso solitamente proposto all’interno di un’area più delimitata del paese, che ha poi ricompreso l’intero incasato, valorizzando scorci e piccole piazzette finora percorribili ma non utilizzate come sedi di spettacoli, mostre, locande o botteghe. Sono stati inoltre aperti per la manifestazione chiese, orti, grotte, corti private, chiostri.

La scelta ha voluto regalare allo spettatore una visione più completa del paese di Castignano e della sua naturale bellezza di borgo medievale, unendo ad essa anche una maggiore cura nella distribuzione del pubblico nei vari spazi, evitando ammassamenti e code e rendendo quindi la manifestazione più fluida, sicura e godibile in particolare per le famiglie con bambini.

Il programma artistico si è di conseguenza adattato e ampliato, non solo grazie alla presenza di nuovi, suggestivi palcoscenici naturali, ma anche con l’aumento del numero di repliche proposte, garantendo agli spettatori la possibilità di godere di diversi spettacoli nell’arco della stessa sera e agli artisti luoghi di maggior raccoglimento o comunque sempre studiati in funzione del tipo di performance. La tematica proposta viene così valorizzata attraverso i linguaggi della danza, delle arti acrobatiche, della giocoleria, della manipolazione del fuoco, del canto e della prosa, poichè a differenza di quanto accadeva in passato, quando l’offerta era genericamente basata sul repertorio medievale, negli anni più recenti viene fatta espressa richiesta ad ogni Compagnia di creare spettacoli ad hoc per Templaria e in essa, basati sul tema specifico di ogni anno.

L’incontro tra la valorizzazione degli spazi, lo spettacolo e la contemporaneità ha trovato perfetta fusione in una delle iniziative più apprezzate della manifestazione: la performance di video mapping, realizzata sulla facciata della Chiesa di San Pietro e Paolo, in cima al paese, da una dei giovani artisti locali.

Particolare attenzione è stata inoltre dedicata alle attività per i più piccoli, che da sempre sono ospiti graditi di Templaria beneficiando anche del biglietto gratuito entro i 12 anni: un invito alle famiglie a partecipare alla manifestazione come momento di divertimento per i bambini ma anche di sviluppo di una conoscenza del patrimonio culturale e storico marchigiano e italiano.

Spettacoli dedicati appositamente al pubblico più giovane e collocati in spazi appositamente studiati, gruppi itineranti di menestrelli e giocolieri, presenza di animali utilizzati per la pet therapy e preparati ad interagire con i piccoli, spazi ristoro pensati a misura di famiglia e con menù accessibili e vari, attività interattive e di scoperta delle arti e mestieri.

Sviluppo delle tradizioni e coinvolgimento dei giovani

Templaria nasce come manifestazione di una collettività desiderosa di mantenere viva una storia e una conoscenza appartenenti a tempi remoti, ma sentiti ancora attuali e parte della comunità.

La manifestazione si è basata quindi ancora una volta sull’apporto e l’entusiasmo dei cittadini castignanesi, che ogni anno non solo seguono l’organizzazione dell’evento e animano botteghe e taverne, ma sono parte attiva della proposta artistica e storica con gruppi tematici ormai caratteristici e molto apprezzati dal pubblico, dai carcerati agli sputafuoco, dalle streghe all’accampamento medievale, dai monaci agli allegri membri delle compagnie “De Alchimia” e “Oca Mafalda” che nel tempo, hanno seguito corsi di teatro patrocinati dalla Pro Loco.

Si tratta di gruppi di aggregazione che portano avanti la loro attività tutto l’anno e che rappresentano soprattutto per i giovani un momento di incontro e divertimento e al contempo un approfondimento della storia e della tradizione del paese. Negli anni si è puntato al ricambio generazionale con un continuo e positivo passaggio di esperienze e competenze ai più giovani e l’inserimento di nuovi elementi in ogni gruppo.

Si è puntato a valorizzare le singole competenze (come l’utilizzo di laureati per la comunicazione, la ricerca storica, la divulgazione) e a spingere la creazione di nuovi progetti originali (come il video mapping).

Si sono anche cercati spazi da lasciare in gestione totale ai più giovani (come il merchandising), per svilupparne l’autonomia, il senso di responsabilità collettivo e le capacità di lavoro in team.

Promozione turistica e dell’artigianato locale

Templaria Festival rappresenta il momento di più importante visibilità per il paese di Castignano, non solo per l’importanza dell’evento e il grande numero di presenze, ma proprio per la possibilità di presentare il borgo nella sua bellezza architettonica e storica, offrendo allo spettatore uno sguardo sulla tradizione locale.

Durante la manifestazione sono rimasti aperti, con ingresso gratuito, tutti i musei e le chiese del centro storico (fra cui Chiesa e cripta dei SS Pietro e Paolo e il Museo Sistino), che non raccolgono solo manufatti, dipinti e monumenti dell’epoca, ma anche esempi di artigianato locale e reperti dei mestieri antichi. Guide locali hanno accolto i visitatori garantendo piccoli tour guidati per tutte le serate.

L’allargamento del percorso e l’apertura di nuovi spazi hanno permesso l’utilizzo di alcuni suggestivi luoghi storici, quali il chiostro della Chiesa di Santa Maria; si è prestata anche una maggiore attenzione all’illuminazione e alla fedeltà storica di tutti gli allestimenti.

A fianco alle ormai rodate locande, i cui menù sono da tempo dedicati ad assaporare antiche ricette e prodotti tipici del territorio, si è posto attenzione anche alla riscoperta degli antichi mestieri, sempre più conosciuti oggi anche grazie alla maggiore coscienza sociale sui temi del biologico, dei prodotti naturali e delle proprietà dei prodotti.

Sono stati proposti in forma di bottega, mercato o laboratorio artigianale: ricamo a tombolo, lavorazione del ferro battuto, birra artigianale, pergamene e scrittura decorativa, tintura dei tessuti naturali, cera e candele artigianali, percorso della seta e della canapa, spezie, battitura delle monete, calzoleria e lavorazione del cuoio, mietitura e lavorazione del grano.

Una particolare menzione va fatta ai due prodotti tipici territoriali. Le Cantine di Castignano, produttrici del rosso “Templaria” legato proprio alla manifestazione, sono state unico fornitore per l’evento assumendo anche la qualifica di sponsor; un’intera bottega è stata invece dedicata all’anice verde di Castignano e ai suoi molteplici utilizzi.

Caratterizza la manifestazione dal punto di vista storico e sportivo anche l’accampamento medievale, con le lezioni di scherma e tiro con l’arco, e la presenza del gruppo di falconeria.

Templaria si è presentata così come una vetrina unica per i produttori del territorio, la valorizzazione dell’artigianato locale e l’incontro con un pubblico nazionale e internazionale.

Comunicazione

La strategia di comunicazione segue quella ormai rodata degli anni precedenti: sono stati confermati sito, principali testate giornalistiche e radiofoniche coinvolte, numero dei materiali stampati, cartellonistica.

La manifestazione gode ormai di una solida notorietà sul territorio e presso le strutture alberghiere: in forma sperimentale si è avviato con queste ultime una forma di promozione permettendo ai turisti di accedere all’evento con un pacchetto di ingresso e menù tipico particolarmente favorevole.

Alcune modifiche studiate hanno permesso invece un allargamento del bacino d’utenza nel nord Abruzzo e nell’area di Fermo: pubblicità a tutta pagina sui quotidiani locali, diversa distribuzione dei materiali cartacei in queste aree e passaggi aerei della cartellonistica sopra le spiagge.

Un’attenzione particolare è stata dedicata inoltre ai social network: le pagine Facebook e Instagram sono state coordinate in un unico piano di pubblicazione, con interventi mirati sui diversi target e un maggiore utilizzo di materiali multimediali (+ 50%) dedicati anche nei mesi precedenti l’evento.

TEMA 2018

Anno Domini 1099. Gerusalemme è liberata dopo un estenuante assedio e una sanguinosa battaglia. La notizia corre per tutto l’occidente cristiano, ondate di pellegrini si incamminano verso le terre sante. Ma il viaggio presenta non poche insidie e pericoli, soprattutto nelle terre d’Outremer: la resistenza degli infedeli, bande di predoni o semplici furfanti rendono tormentato il percorso. Sorge il problema di come rendere sicuri i sentieri per le carovane dei viaggiatori. Nascono i primi ricoveri e le prime compagnie di soccorso. Tra queste un manipolo di cavalieri guidati da Ugo di Payns (in alcuni documenti Hugue de Payens) si adopera per proteggere i pellegrini e difendere i luoghi sacri. Prende forma nella mente di questi valorosi paladini della fede, l’idea di una militia Christi avente come obiettivo prioritario il soccorso armato dei pellegrini contro le scorribande degli “infedeli” lungo quel tratto di territorio.

 ANNO DOMINI 1118

I cavalieri Ugo di Payns, Godfrey de Saint Adhemar ed altri sette nobili francesi si inginocchiano davanti al Patriarca di Gerusalemme, giurano di osservare i voti monastici di castità, povertà e obbedienza ed insieme di soccorrere, armi in pugno, i cristiani in viaggio verso le Terre Sante. La preghiera e la spada contraddistinguono i Poveri Cavalieri di Cristo. Baldovino II è impressionato dall’ardimento e dalla vocazione del gruppo, il Re di Gerusalemme concede loro alloggio in una ala del Palazzo Reale, posto sull’immensa spianata ove un tempo sorgeva l’imponente Tempio di Re Salomone. 

Divenuti custodi di quello che, dopo il Santo Sepolcro, era il luogo sacro più importante di Gerusalemme, i seguaci di Ugo di Payns assunsero presto la denominazione di milites Templi, TemplariiNascono i Cavalieri del Tempio. Il primitivo nucleo templare non aveva particolari segni di riconoscimento, e nemmeno poteva dirsi un Ordine nel vero significato del termine, visto che ai tre voti ordinari tipici della regola agostiniana, aggiunsero quello specifico della difesa armata del corpo e dei beni di coloro che affrontavano l’estenuante percorso che dai porti della Palestina si snodava lungo la strada diretta a Gerusalemme e verso gli altri luoghi sacri. La creazione di un corpo permanente per la difesa dei pellegrini pareva essere l’ideale complemento all’opera degli Ospitalieri, che ai pellegrini offrivano rifugio e cure mediche. L’Ordine, presente in Terra Santa sin dal 1080, ebbe un rapido sviluppo dopo la conquista di Gerusalemme, ricoprendo con i Templari un ruolo militare oltre che assistenziale. Ma i primi anni dei Templari non furono semplici; il gruppo che viveva in estrema povertà era scoraggiato dalla soverchiante inferiorità numerica e dalle limitate mansioni di presidio sulla strada che dal porto di Jaffa arriva a Gerusalemme; un senso di impotenza che in realtà abbracciava tutto il Regno d’Outremer nel pieno di una profonda crisi di uomini e mezzi, tanto che solo avventurarsi fuori dalle mura cittadine era considerato malsicuro: una carovana di 700 fedeli fu sterminata da un assalto dei Saraceni, gli assedi alle vicine città di Aleppo e Antiochia si rivelarono fallimentari e lo stesso Re Baldovino cadde prigioniero dei mussulmani. Nei primi Cavalieri Templari logorati dalla fatica affiorarono segni di cedimento morale oltre alle note difficoltà materiali. In questi anni di difficoltà avviene una sorta di rinascita dell’Ordine.

Anno Domini 1127: Ugo de Payns è in occidente. In Francia ha amici importanti a partire dal conte Ugo de Champagne che era diventato membro dell’ordine nel corso di un pellegrinaggio qualche anno prima, ma soprattutto Bernardo di Chiaravalle, mistico ed intellettuale che comprese l’importanza ed il ruolo di un Ordine come quello del tempio e ne sposò la causa, iniziando una vigorosa campagna volta a sollecitare donazioni e attrarre novizi ed altri crociati. Una rete di contatti e aiuti che da quella leggendaria partenza nel 1118 culminò nel 1129 durante il concilio di Troyes, dove si gettarono le basi per la primitiva regola dell’Ordine poi redatta in modo compiuto e definitivo dallo stesso Bernardo di Chiaravalle. Il Papa assegnò ai Cavalieri il mantello bianco, mentre il patriarca di Gerusalemme li autorizzò all’uso della croce di Lorena, poi fu adottata una  semplice croce rossa che i cavalieri esponevano sul mantello all’altezza della spalla destra. L’ordine si arricchì, con privilegi e donazioni concessi dalla Chiesa, dal Re di Gerusalemme, dai feudatari crociati, da sovrani e principi di tutto l’occidente cristiano, per non parlare delle donazioni private. Il viaggio di Ugo de Payns in Europa costituì l’evento centrale degli esordi dei Templari e per il loro sviluppo in Outremer, ma allo stesso tempo rappresentò il punto di partenza per la loro fortuna in Europa: nacquero molte commende in Provenza, e in quasi tutta la Francia, nella penisola Iberica, in Inghilterra e Italia, frutto di donazioni e rendite, per uno sviluppo inarrestabile che porterà a considerare i Templari già nel XIII secolo uno Stato trasversale potente e pericoloso per molti regnanti.

I primi anni dell’ordine sono immersi nel mistero più fitto, convenzionalmente si fa riferimento alle date del 1099, 1118 e del 1129 per indicarne l’idea, l’origine e lo sviluppo. Ma al di là di queste labili tracce, molte sono le domande cui è difficile dar risposta. Chi era davvero Ugo di Payns? Chi erano i nove cavalieri? L’idea dell’Ordine partì dal Papa, dal Re, o fu davvero una scelta autonoma dei cavalieri? Quale l’etica nuova che guidava coriacei cavalieri avvezzi all’uso delle armi, al rispetto della vita monastica fatta di fede e obbedienza assoluta? Come mai Re Baldovino decise di offrire loro proprio quella zona del palazzo Reale costruita sopra la spianata del Tempio di Salomone? Davvero i Templari, come dicono molti, scavarono alla ricerca di misteriosi tesori sepolti nei sotterranei del Tempio? Ed infine, come poteva un ordine che intorno al 1120 contava una decina di cavalieri essere già nel 1150 uno degli ordini più numerosi e potenti dell’intera cristianità?

A queste ed altre domande tenterà di rispondere Templaria Festival 2018A 900 anni dal leggendario giuramento dei primi nove Templari, rivive nel magnifico centro storico di Castignano il mistero dell’origine dei Poveri Cavalieri di Cristo. Nell’antico borgo del Piceno da anni l’eco dei Cavalieri del Tempio vibra nelle mura, nelle chiese, nei passi che risuonano sulle pietre millenarie. In occasione della straordinaria ricorrenza l’edizione 2018 delle Notti da Medioevo celebra la genesi dell’ordine con incontri, convegni, spettacoli, percorsi e suggestioni ispirate proprio al mistero che ne avvolge l’origine; e poi ancora banchetti, taverne con menù medievali, botteghe d’artigiani, giovali menestrelli e musici nostalgici. Percorrendo il selciato lungo cui si snoda via templari, la più lunga e misteriosa via del paese, è possibile provare l’affascinante sensazione di affondare nelle notti da medioevo, quando (ci piace immaginare), antichi cavalieri, fieri della loro origine raggiungevano la Chiesa di Santa Maria per una preghiera a colei che attraverso San Bernardo aveva benedetto l’ordine col suo sguardo materno.

L’incantesimo del Medioevo a Templaria Festival si propone come uno spaccato di vita dell’Età di mezzo che ogni anno permette a migliaia di spettatori di fare un meraviglioso tuffo nel passato e nella presente edizione vuol dire ripercorrere le Origini dell’Ordine.


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.