ASCOLI PICENO – Riportiamo e pubblichiamo un comunicato giunto in redazione da parte dei Disoccupati Piceni.

Questa settimana ricorre l’anniversario della tragedia dei minatori  italiani a Marcinelle. Sono passati 62 anni, ma si continua a morire sul lavoro, e si è costretti di nuovo ad  emigrare. Alcuni di noi, sono i figli di quegli Italiani, costretti a lasciare il Piceno e il vicino Abruzzo,  perché questi territori erano ormai troppo poveri, per assicurare una vita dignitosa.

Sono passati molti anni, dalla tragedia di Marcinelle, e purtroppo le condizioni di vita per molte famiglie nel Piceno, sono tornate a essere, precarie come quegli anni, da non garantire più uno stile di vita dignitoso. Il decreto, appena approvato con il nome “dignità”, per noi, “Disoccupati Piceni”, potrebbe essere chiamato  tranquillamente, decreto “continuità del job act”.

Questo decreto, non ha abolito, com’era stato promesso in campagna elettorale, alcune norme della riforma  del lavoro, che portano in maniera inesorabile alla “povertà” economica e sociale.  Sicuramente, la conferma e l’estensione fino al 2020, del bonus del 50% dei contributi per le assunzioni di under 35, rafforza le difficoltà e rende persino inutile, la ricerca di un occupazione, per tutti i disoccupati che hanno superato i 40-50 anni. Inalterata la norma sul “lavoro intermittente”. Sicuramente sarebbe stato più  utile introdurre semplici regole, per bloccare “i straordinari” e costringere le aziende a nuove assunzioni.  Con l’avanzare, dell’industria 4.0, forse bisogna, iniziare a pensare, a ridurre l’orario di lavoro e  lavorare tutti.

Dal 1992, l’Unione Europea raccomanda, di equiparare le condizioni di vita economica dei dipendenti  pubblici e privati. Ogni volta che il cittadino è senza occupazione e senza reddito, deve essere tutelato economicamente, per vivere con dignità. In poche parole serve, garantire alle migliaia di cittadini disoccupati,  un ammortizzatore sociale che copra ogni periodo di disoccupazione con un reddito per vivere e i  contributi per la pensione.

Questa specie di “assicurazione economica”, per il precario e il disoccupato, si  sostiene con il contributo di tutta la società civile. I decreto per la cosiddetta “dignità”, appena approvato, lascia inalterato il peso dei costi per la flessibilità del lavoro, alle famiglie e ai pensionati, che devono mantenere i giovani senza occupazione. Noi, come gruppo “Disoccupati Piceni”, ci chiediamo, perché dopocirca 60 anni, nel Piceno, dopo il boom  economico, i finanziamenti “a pioggia” della Cassa del mezzogiorno, ora siamo tornati alle stesse condizioni di  povertà, che costrinsero negli anni 50, migliaia di cittadini ad emigrare. Situazione aggravata dalla totale  mancanza d’infrastrutture, presenti nel nord delle Marche, parole di Giovanni, costretto a chiudere la propria  attività, per la concorrenza sleale ma legale delle Cooperative che hanno un regime fiscale intorno al 4 %. Aggiungiamo poi nessuna presa di posizione concreta, nei decreti “dignità, terremoto, e ora mille  proroghe” da parte dei nostri nuovi rappresentanti locali, per i gravi problemi economici-sociali, del  nostro territorio, dove vivono circa 30 mila disoccupati, di cui 8 mila sono over 50. Segnaliamo anche lo scarso  interesse di grande parte della popolazione riguardo queste tematiche. Noi, come “gruppo di cittadini” continuiamo, a sollecitare, i nuovi eletti, ma non è sufficiente, perché non abbiamo ricevuto risposte tangibili.

Tutta la comunità deve assumersi le proprie responsabilità, e iniziare a pretendere, dai nuovi eletti, interventi  concreti, che finora non abbiamo visto. Soprattutto gli over50, spesso madri e padri di famiglia. Rinnoviamo l’appello a tutti i disoccupati over45 di chiamare, uniti saremo più forti, per rivendicare i  nostri diritti.

Per chi vuole entrare nel gruppo, è possibile inviare un messaggio WhatsApp 334 7555 410, è  possibile seguire le nostre iniziative anche su facebook e YouTube, basta cliccare “Disoccupati Piceni”, ed  essere informati sulle prossimi incontri.


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.