ASCOLI PICENO – Riportiamo e pubblichiamo una nota, giunta in redazione, della sezione di Ascoli, Italia Nostra.

La Sezione di Ascoli Piceno di Italia Nostra e il Circolo Legambiente di Ascoli Piceno hanno ricevuto la richiesta di interessarsi a quanto sta accadendo nelle famose “Gole dell’Infernaccio” site in Comune di Montefortino, in area ricompresa nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

A causa delle nevicate dell’inverno 2016/2017, nella Valle dell’Infernaccio si verificarono valanghe che danneggiarono il patrimonio forestale, consistente in aceri, frassini, faggi e noccioli. Una parte dei boschi è di proprietà della Comunanza Agraria di Rubbiano del Comune di Montefortino ed è stata proprio la Comunanza Agraria a far presente che gli abitanti erano autorizzati in base agli usi civici al prelievo di legname per uso domestico come legna da ardere e che a causa degli eventi calamitosi era diminuito il legname. Dunque, in seguito a formale richiesta della Comunanza Agraria, l’Unione Montana dei Sibillini autorizzava esclusivamente la rimozione delle piante abbattute dalle recenti valanghe e il prelievo del relativo legname per l’uso civico di legnatico, indicando le spefiche prescrizioni valide nella zona Parco da rispettare.

Una volta iniziate le operazioni di rimozione, è risultato purtroppo – in base alle denunce dei privati, corredate da documentazione – che esse non si siano limitate al recupero della legna “valangata” per uso civico come da autorizzazioni, ma sono state tagliate piante perfettamente erette ed in piena vegetazione ed asportate, persino superando i confini di proprietà della Comunanza Agraria di Rubbiano chiaramente tracciati dal corso del fiume Tenna.

La zona ricade nella Provincia di Fermo, ma è sotto la giursdizione del Tribunale di Ascoli Piceno ed è per questo che la Procura della Repubblica di Ascoli Piceno ha aperto un procedimento penale nello scorso mese di luglio, disponendo addirittura il sequestro di una porzione – seppur molto piccola – di terreno data l’evidenza delle violazioni poste in essere.

La proprietaria del terreno sito sulla sponda destra del fiume Tenna, tra la cresta del Monte Sibilla ed il fiume, ha preso atto che, nonostante fosse stato avviato tale procedimento penale, durante il mese di agosto è proseguito il taglio di alberi di pregio che erano in piena vegetazione e che non erano stati interessati da alcuna valanga, determinandosi così un grave danno ambientale per tutto l’habitat naturale dell’area oltre al danno economico per l’asportazione di notevole quantità di legname con grossi mezzi meccanici.

L’aspetto che desta preoccupazione – e per il quale Italia Nostra e Legambiente invocano un doveroso approfondimento – è l’assenza di efficaci controlli sia preventivi che contestuali alla esecuzione di azioni illecite in una zona più che protetta.

Ci si chiede perchè il Parco Nazionale dei Monti Sibillini – seppur informato dagli enti – non sia intervenuto per impedire che continuassero ad essere incaricati di operazioni di tale rilevanza per l’ambiente, avendo libero e quasi indisturbato accesso e movimento, soggetti che non sembrano meritevoli di fiducia.

Le associazioni sottolineano che il problema non riguarda esclusivamente il danno economico per un furto di legname ma soprattutto il danno all’ambiente del Parco Nazionale dei Monti Sibillini ad oggi elemento di rigenerazione di un territorio offeso fortemente dal sisma.


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