COLLI DEL TRONTO – Dopo quattro mesi Luca Ceriscioli spiega l’algoritmo. Tanto è passato infatti dal 10 maggio, data in cui la Regione rese noto che la matematica aveva scelto l’area condivisa da Spinetoli (località Pagliare del Tronto) e Colli del Tronto per la costruzione del nuovo ospedale provinciale. Il governatore sfrutta infatti il comizio del Pd organizzato proprio a Colli (ve ne abbiamo parlato venerdì) per ri-calarsi nei panni di professore (Ceriscioli insegnava matematica alle superiori a Urbino) e spiega letteralmente come era impostato l’algoritmo che ha “sputato” fuori l’area di Pagliare. 

A partire dal minuto 1:34 del video che vi proponiamo in evidenza, il Governatore chiarisce a distanza di tempo i particolari che hanno determinato una scelta che, adesso, fa discutere tutti e ha creato un fronte abbastanza nutrito di chi si oppone. “E’ venuto fuori che un asse fatto di tre comuni (Castel di Lama, Spinetoli e Monsampolo) di cui l’area Spinetoli-Colli era l’area centrale, erano tutti e tre su una somma di minuti equivalente. Il baricentro degli spostamenti di tutta la popolazione della provincia era Spinetoli-Colli” dice il governatore.

“L’algoritmo ha tenuto conto di tutta la popolazione della provincia” aggiunge infatti Ceriscioli “ha tenuto conto di quanta gente c’è ma anche di come è distribuita e di come è servita in termini di strade: in questo calcolo le zone montane della provincia di Ascoli (es. Arquata) hanno avuto un peso maggiore perché nella loro percorrenza verso la costa e l’ospedale nuovo aggiungevano minuti e minuti.”

Se l’Ospedale Unico dovesse essere costruito a Pagliare sorgerebbe qui

Praticamente, ricostruendo le parole del governatore, quell’area rappresenta un punto di equilibrio in cui nessun comune della provincia è più penalizzato di altri nel raggiungere il nuovo ospedale. Spostarlo di qualche chilometro più a est o più a ovest romperebbe questo equilibrio. Facciamo un esempio prendendo in considerazione due fra i comuni che, con l’ospedale a Pagliare, sarebbero i più lontani: Arquata ai confini sud-occidentali della provincia e Montefiore che si trova ai confini opposti, a Nord-Est. L’ospedale di Pagliare un cittadino di Arquata lo raggiungerebbe, usando Google Maps, in 45 minuti percorrendo 49 chilometri mentre una persona che parte da Montefiore ci mette 41 minuti percorrendo 47 chilometri. Spostando l’ipotetico ospedale a Centobuchi (l’ipotesi che piace alla politica sambenedettese) un cittadino di Montefiore ci metterebbe 35 minuti percorrendo circa 38 chilometri ma un cittadino di Arquata vedrebbe dilatarsi il tempo di percorrenza, visto che per arrivare nella zona industriale di Centobuchi impiegherebbe 51 minuti percorrendo circa 60 chilometri.

E’ un ragionamento logico, con Pagliare tutti i comuni della provincia vincono. O meglio, con Pagliare non c’è un comune che perde ed è penalizzato più di altri. E’ però un ragionamento (ed è questa la tesi sambenedettese battezzata da De Vecchis) che non tiene conto delle zone, sulla costa, dove c’è una maggiore concentrazione di popolazione le quali vengono equiparate a zone molto meno densamente popolate come quelle montane. Ovviamente, però, un cittadino non può essere penalizzato nel diritto alla salute solo perché abita in una zona con poche case e residenti. Ecco perché la tesi sambenedettese che vuole l’ospedale nuovo di primo livello a Centobuchi propone anche di lasciare un presidio “di base” ad Ascoli, proprio a servizio della zona montana. Questo però, è un “aggiustamento” che Ceriscioli, pur non bocciando, ha dimostrato di non gradire. Questione di distribuzione di risorse, che per il governatore se si dividono fra due ospedali portano a perdere prestazioni e remuneratività. Tanto che, con un’ipotesi del genere (due ospedali) Ceriscioli ha allontanato la prospettiva, per il Piceno, di arrivare un giorno ad avere l’azienda ospedaliera autonoma.

Insomma per il presidente la scelta migliore è un solo ospedale nuovo e di primo livello a Pagliare, che rappresenta un punto di equilibrio. Anche per una questione di interpretazione del Balduzzi. A inizio video infatti Ceriscioli dice: “Il Balduzzi, per un ospedale di primo livello, dà dei bacini di utenza che vanno da 150mila a 300mila e un solo ospedale qui è compatibile con la legge. Possiamo risolvere la questione con un solo ospedale”.  Insomma per il governatore, la provincia di Ascoli con i suoi 211 mila abitanti sta esattamente nella forbice che disegna il Balduzzi. Anche comprendendo la mobilità passiva, che evidentemente per Ceriscioli non è così corposa da portare il bacino di utenza sopra ai 300 mila abitanti. Soglia oltre alla quale, per legge, si ha diritto a più di un ospedale di primo livello.

 


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