MACERATA – “Scusate, ho sbagliato“.

Queste le parole riportate da una nota dell’Ansa di Luca Traini, autore del raid a colpi di pistola contro migranti a Macerata il 3 febbraio scorso, durante il processo con rito abbreviato (a porte chiuse) in Corte d’Assise il 3 ottobre.

“Non provo nessun odio razziale – il suo commento riportato dall’agenzia di stampa – volevo fare giustizia contro pusher per il bombardamento di notizie sullo spaccio diffuso anche a causa dell’immigrazione: anche la mia ex fidanzata assumeva sostanze. In carcere ho maturato una nuova cognizione dei fatti. Ho avuto un’infanzia difficile ma non sono né matto né borderline. Il mio gesto non è collegato al colore della pelle: un poco di buono può essere sia bianco sia nero”.

Il 29enne di Tolentino è accusato di strage aggravata dall’odio razziale, sei tentati omicidi, danneggiamento e porto abusivo d’arma. La discussione del giudizio è in corso e oggi potrebbe arrivare il verdetto.

Dodici anni di carcere per i reati di strage aggravata dall’odio razziale e porto abusivo d’arma. Questa la richiesta di condanna espressa dal procuratore della Repubblica di Macerata Giovanni Giorgio nei confronti di Luca Traini.


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