APPIGNANO DEL TRONTO – La discarica della discordia. L’impianto di Relluce non cessa di creare forti frizioni tra i vari interessi in gioco: quelli di chi conferisce nelle vasche i rifiuti raccolti, quelli dei cittadini che temono rischi per l’inquinamento, quello delle istituzioni.

Così il sindaco di Appignano del Tronto, Sara Moreschini, ha ribadito, con una lettera inviata a vari rappresentanti delle istituzioni come il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e quello della provincia di Ascoli Paolo D’Erasmo, oltre che a tutti i comuni della provincia, Ascoli Servizi Comunali e Picenambiente, una lettera dove esprime il proprio dissenso per quanto comunicato lo scorso 3 ottobre da Ascoli Servizi Comunali: “Rimandiamo le scelte in materia ai soggetti ed alle sedi istituzionalmente deputate” scrive la Moreschini.

“Nella provincia di Ascoli Piceno non sussiste alcuna emergenza rifiuti tale da giustificare l’adozione, da parte del Presidente, di ordinanze di natura straordinaria ed urgente per abbancare in deroga alle procedure ordinarie – si legge nella lettera – La proposta dell’azienda Ascoli Servizi Comunali di abbancare utilizzando le volumetrie resesi disponibili in seguito all’abbassamento del corpo di discarica sulla vasca 5 e alla mancata effettuazione della dovuta e già remunerata copertura nei tempi inizialmente assegnati, risulta inaccettabile in quanto ritarderebbe ulteriormente un capping già fuori tempo massimo“.

“Le problematiche ambientali più volte sollevate ed evidenziate sul polo di Relluce non risultano essere state chiarite con studi tecnici approfonditi e di dettaglio, come evidenziato dallo studio scientifico predisposto dalla sezione geologia dell’Università di Camerino e depositato agli atti della Provincia. I tanto sbandierati pronunciamenti della giustizia amministrativa attengono ad aspetti procedurali e formali e sicuramente non possono sostituirsi a studi e monitoraggi ambientali approfonditi affidati ad enti terzi competenti, nei quali operano tecnici e professori privi di qualsiasi conflitto d’interesse anche potenziale. Ribadiamo che le analisi effettuate dal Comune di Appignano del Tronto su un pozzo immediatamente a monte della discarica hanno fornito dati con percentuali di ferro, solfati, manganese  decisamente inferiori di alcuni ordini di grandezza rispetto ai valori misurati nei pozzi siti all’interno della discarica e comunicati dalla Ascoli Servizi Comunali” continua il sindaco.

“Le politiche ambientali del territorio non possono essere dettate dai gestori del servizio che hanno interesse economico a riempire buche di rifiuti, bensì devono derivare dal confronto tra gli amministratori del territorio con mandato dei cittadini e gli stakeholders deputati alla tutela ambientale nelle sedi istituzionalmente deputate – ribadisce il primo cittadino appignanese – La schizofrenia dei prezzi al ribasso relativa al conferimento nella quinta vasca di Relluce desta sospetti sia nei confronti del comportamento passato, sia degli accorgimenti di natura tecnico-ambientale dovuti per legge e per coscienza eventualmente adottati oggi”.

Infine: “La riduzione del costo della tariffa rifiuti passa attraverso un sistema complesso di gestione, incremento e miglioramento della raccolta differenziata e di politiche volte alla riduzione dei rifiuti; il mero conto della serva sul costo di smaltimento della frazione indifferenziata getta esclusivamente fumo negli occhi, incide in maniera risibile sul complesso della tariffa, in particolar modo nei comuni che hanno adottato politiche virtuose di gestione del proprio territorio. Ad esempio, effettuando i conteggi sull’intero bacino dell’unione montana per un anno, l’incremento da 105€/t a 120€/t comporta un incremento complessivo del piano finanziario di circa il 2%, ovvero un’inezia che può essere recuperata mediante ulteriori comportamenti virtuosi”.

 

 


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