ASCOLI PICENO – “La proposte emendative proposte dai deputati Terzoni e Patassimi al decreto Genova, per la soluzione dei problemi irrisolti della ricostruzione post sisma 2016 e riguardante la “vexata quaestio”  delle difformità urbanistica vanno nella giusta direzione e meritano apprezzamento”.

Così in una nota il sindaco di Ascoli, Guido Castelli, in merito alle difformità urbanistiche nel cratere del sisma 2016: “Nei nostri territori, colpiti dalla crisi simica iniziata il 24 agosto 2016 è stata rilevata una importante criticità nel percorso di riparazione o ricostruzione degli edifici danneggiati o distrutti, derivante dall’esistenza di modeste difformità in materia paesaggistica consistenti anche in minimi incrementi della volumetria o della superficie degli edifici, che impedirebbero il prosieguo del procedimento di recupero e di concessione dei contributi a piu’ della metà (piu’ di 30.000) degli edifici danneggiati”.

“Gli emendamenti in questione – aggiunge il primo cittadino – si fanno carico di risolvere questa problematica è sostanzialmente ricalcano le proposte avanzate dalla Commissione ANCI TERREMOTO MARCHE e sulla quale erano stati acquisiti i pareri particolarmente positivi di Confindustria, Confartigianato, CNA, Ordini professionali degli ingegneri, Architetti, geometri, delle sigle sindacali di CGIL, CISL ed UIL, ma anche di Legambiente e degli esperti di Symbola”.

Castelli afferma: “Non c’e’ da gridare a nessuno scandalo paesaggistico in quanto la proposta di modifica affronta la criticità relativa a piccoli abusi e cioe’ nel limite massimo di quello attualmente assentibile con il cosiddetto “PIANO CASA”.  Nessuna Maxi-sanatoria tombale quindi e nessun condono per case totalmente abusive, ma piccole sanatorie per i piccoli abusi esistenti su fabbricati realizzati molti anni f’ e che per mera distrazione non sono stati sanati prima – conclude il sindaco – Sul periodo in cui siano stati commessi questi piccoli abusi, le categorie, gli Ordini e soprattutto Legambiente si erano espresse per non andare oltre la data del 2003 (data dell’ultimo condono con la legge n. 326/20039) ma su questa data potremmo anche adeguare il testo proposto dalla maggioranza”.


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