ASCOLI PICENO – Si è svolta questa mattina lunedì 29 ottobre la giornata di fine attività di “We Test”un progetto educativo realizzato da Legambiente e dalla rete dei C.E.A. provinciali con il prezioso contributo e sostegno della Provincia di Ascoli Piceno, nato con l’obiettivo di realizzare un percorso formativo dedicato alla trasmissione della memoria, alla sicurezza, alla cura del patrimonio culturale materiale e immateriale, attraverso la conoscenza e messa in pratica della Convenzione FARO.

All’appuntamento, che ha avuto luogo nella ex Sala Giunta della Provincia, hanno partecipato Paolo D’Erasmo, presidente della Provincia di Ascoli Piceno, Francesca Pulcini, presidente Legambiente Marche, Giorgio Poli, responsabile C.E.A. Oasi La Valle, Barbara Zambuchini, responsabile C.E.A. Ambiente e Mare, Giampaolo FIlipponi, presidente C.E.A. Asa Speleo Club, Andrea Mora, geologo e presidente di IDREA Soc. Coop., Fabio Bracchi, presidente del C.E.A. Rifugio Paci e Ruggero Latini, presidente Comitato di Indirizzo della Riserva Sentina.

Il progetto “We Test”, che mette in pratica i principi della citizen science, è nato con lo scopo non solo di fornire un quadro generale dei bacini fluviali, della ricchezza di specie ittiche degli ecosistemi acquatici e dei principali fattori di disturbo, ma anche di sottolineare l’importanza dell’utilizzo, nella gestione del territorio, di strumenti come il contratto fiume e l’educazione ambientale per stimolare nelle comunità la consapevolezza dell’importanza di conservare la biodiversità dei nostri ambienti fluviali.

Oltre alle lezioni frontali in classe, più di 200 studenti delle classi IIIC del Liceo Scientifico Statale “Benedetto Rosetti” di San Benedetto del Tronto, VC e VE del Liceo Scientifico Statale “Antonio Orsini” di Ascoli Piceno, delle classi V dell’Istituto Tecnico Tecnologico “E. Fermi” di Ascoli Piceno, IVA e IVB e IIIA e IIIB dell’Istituto Tecnologico Statale “G. Mazzocchi” di Ascoli Piceno, accompagnati dai volontari dei C.E.A. e dai tecnici della CIA LAB, durante lo scorso anno scolastico hanno potuto selezionare i corsi d’acqua da analizzare e delle aree di studio, effettuare sopralluoghi e osservazioni qualitative sullo stato ecologico, analisi quali-quantitative dell’acqua e attività di laboratorio di valutazione dati raccolti.

 Siamo estremamente soddisfatti di quanto realizzato, in quanto questo progetto pone all’attenzione un tema che ci coinvolge da vicino: l’educazione ambientale come strumento per stimolare nuove consapevolezze nei più giovani e, in generale, nella comunità. – hanno commentato Francesca Pulcini presidente di Legambiente Marche – Progetti come questo ci consentono inoltre, grazie alla collaborazione con personale tecnico specializzato, di monitorare lo stato dei nostri bacini fluviali, che sono habitat particolarmente vulnerabili ma estremamente preziosi per il nostro territorio. Nell’ottica del mantenimento e ripristino dei servizi forniti dagli ecosistemi fluviali alla comunità del piceno è indispensabile porre al centro della pianificazione del territorio la conservazione della biodiversità e l’utilizzo sostenibile della risorsa idrica”.

Tra le funzioni fondamentali assegnate alle Province ci sono la tutela e valorizzazione dell’ambiente. – ha aggiunto Paolo D’Erasmo, presidente della Provincia di Ascoli Piceno – Priorità a cui questa Amministrazione Provinciale si è dedicata fin dall’inizio del mandato mettendo in rete tutte le componenti del territorio. In tale prospettiva, il progetto “We Test” ha rappresentato un’esperienza concreta e significativa con il coinvolgimento dei giovani protagonisti delle attività di monitoraggio dei nostri corsi d’acqua. Un apprezzamento va a Legambiente Marche e ai Centri di Educazione del territorio che hanno coordinato azioni e step del progetto”.

L’attività di educazione ambientale, che si è incentrata sulle misurazioni di parametri chimico-fisici (temperatura, composti inorganici) e microbiologici (Escherichia Coli), ha i convolto alcuni fiumi, torrenti e sorgenti del piceno, tra cui: il torrente Castellano, torrente Garrafo, il fiume Tronto, il fiume Castellano e il Fosso S. Mauro.

Nello specifico, ad esempio, i campioni di acqua prelevati sul torrente Garrafo (affluente del Fiume Tronto), sul fiume Tronto all’altezza dell’abitato di Santa Maria Acquasanta (AP) e su una vicina a polla sulfurea sul greto del Fiume Tronto, evidenziano parametri sensibilmente diversi tra loro. In particolare, il valore di Escherichia Coli nei primi due punti monitorati è elevato ed è dovuto all’immissione a monte di qualche scarico domestico e/o escrementi di animali.

Le acque del torrente Castellano invece, prelevate una sola volta in due punti, di cui uno alla sorgente sulfurea, presentano caratteristiche chimiche e chimico-fisiche significativamente diverse. Come era logico attendersi, le acque del Castellano, rispetto a quelle del fiume Tronto, sono più calde e saline, proprio per la presenza di sorgenti sulfuree sotto l’abitato di Castel Trosino. Va reso noto, inoltre, che i valori di concentrazione dell’Escherichia Coli sono risultati molto bassi.


Copyright © 2024 Riviera Oggi, riproduzione riservata.