ASCOLI PICENO – I controlli rafforzati sul territorio regionale, per la campagna 2018, non hanno rilevato la presenza di mais OGM nelle Marche. Sono stati campionati 79 siti, risultati tutti nella norma. È quanto emerge dal rapporto delle attività condotte dal Nucleo operativo per la prevenzione e l’intervento in materia di organismi geneticamente modificati, con la collaborazione dei Carabinieri Forestali che effettuano le verifiche in campo.

La ricerca riguarda lotti di sementi significativi sotto l’aspetto commerciale, non campionati a livello nazionale. L’analisi incrociata dei dati permette di valutare, preventivamente, la tipologia dei lotti, la loro conformità, la corrispondenza della documentazione alla normativa vigente.

Le ispezioni sui campi utilizzano, invece, il Kit “QickStix” (rivelatore di proteina) per rafforzare il contrasto all’illecita coltivazione di mais geneticamente modificato. L’attività ispettiva ha riguardato, in particolare, coltivatori che avevano acquistato numerosi lotti di mais, siti che presentavano ampie estensione di coltivazioni (dove potevano coesistere mais non OGM e OGM) e quelle particolarmente rigogliose rispetto alla zona. I Carabinieri Forestali hanno poi proceduto al campionamento delle foglie di mais individuate, mediante l’utilizzo del kit.

In caso di esito positivo si sarebbe proceduto a un secondo camponamento e al successivo invio al laboratorio dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche di Perugia. L’obiettivo del Nucleo, viene evidenziato, “è quello di far convivere la prevenzione con la repressione per salvaguardare il valore aggiunto del paesaggio agroalimentare marchigiano, ricco di produzioni agricole tradizionali di elevata qualità, importanti sia dal punto di vista ambientale che economico e che rappresentano il Made in Italy a livello internazionale”. In Italia nessun pianta geneticamente modificata (mais, soia, colza e cotone) viene coltivata, anche se è consentita la commercializzazione dei loro prodotti nel rispetto delle regole di etichettatura.

La Direttiva UE 412/2015 ha permesso agli Stati membri dell’Unione europea di vietare la coltivazione dell’unico OGM attualmente autorizzato per la coltivazione in Europa, il mais Mon 810 . L’Italia si è subito avvalsa di questa Direttiva per vietarne la coltivazione sull’intero territorio nazionale. Dal 2014 la “Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni e delle province autonome” ha indicato le Marche quale Regione capofila in materia di OGM. A livello europeo la Regione Marche fa parte, fin dal 2003 della Rete delle regioni europee Ogm Free, cui oggi aderiscono 64 Regioni della UE.

Attualmente il ruolo di presidenza è ricoperto dalla Regione tedesca dell’Assia (Hesse), supportata dalla doppia vicepresidenza di Alta Austria e Regione Marche, che ha detenuto la presidenza della Rete da novembre 2011 a settembre 2014. La Regione Marche dal 2003 svolge le attività necessarie per la prevenzione e l’intervento di contrasto in materia di OGM; con delibera della Giunta regionale 1265 del 22 settembre 2003 è stato istituito il “Nucleo operativo per la prevenzione e l’intervento in materia di OGM”.

Dal 2004 sono attuati, annualmente, dei Piani complessivi delle attività necessarie per la prevenzione e l’intervento di contrasto in materia di OGM, che prevedono, in modo preventivo, il controllo delle sementi di mais e soia per la presenza di OGM, il controllo annuale sugli alimenti animali, nonché attività di informazione e comunicazione verso gli agricoltori e i consumatori.


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