ASCOLI PICENO – “La firma ufficiale ancora non c’è ma vedo tutto questo come una cosa molto bella, perché non è nata solo da me o da loro, ma da entrambe le parti. Ci siamo chiesti: perché non rimettiamo in piedi un progetto insieme? Sono sempre rimasto in contatto con Stefano Bedon (team manager della squadra), con la famiglia Cecchini e con tutto il team. So benissimo che mi avevano licenziato controvoglia, per così dire, e non erano stati felici di averlo fatto”.

Così Romano Fenati, in una lunga intervistata rilasciata a ‘gpone.com’ dopo la notizia del rientro nel Motomondiale nel 2019 ripartendo dalla Moto3. Il pilota ascolano aveva patteggiato la pena da scontare, dopo il fattaccio di Misano con Stefano Manzi, con la Fim ammettendo le proprie responsabilità. In questo modo ha ottenuto il via libera al rientro per febbraio 2019.

Il pilota aggiunge: “Ripensamento? Non volevo correre tanto per farlo, ma con un progetto a lungo termine ed è il caso del Team Snipers“.

Romano Fenati, a ‘gpone.com’, non nasconde sentimenti di rivalsa: “Ovviamente c’è la voglia di tornare a correre e anche il desiderio di rivalsa, sono sincero. La mia prospettiva è gareggiare per provare nuovamente emozioni e continuare a migliorarmi. C’è chi ha detto che per una cacchiata io abbia vanificato tutto il mio lavoro, penso di poter lasciare da parte quell’episodio e tornare in pista”.

Il talento ascolano è pronto anche, secondo quanto riportato da ‘gpone.com’ a fare pace con Stefano Manzi: “Non ci sarebbe nessun problema, la troverei anche una cosa normale se lui la volesse. Sono il primo a dire di aver sbagliato ma non volevo far cadere Manzi o fargli male, è stato un modo per dirgli di smettere perché stavamo rischiando di cadere da più di un giro”.

Inoltre Romano Fenati ha detto la sua sulle numerose critiche giunte dopo il fatto di Misano: “E’ stato un gesto dettato dal momento, dall’adrenalina, ma chi mi ha attaccato duramente lo ha fatto a freddo. Cosa avrebbero potuto fare loro con un po’ di adrenalina in corpo? In molti mi hanno giudicato, insultato e minacciato per un gesto che è stato sicuramente sbagliato, ma hanno risposto alla violenza con la violenza buttando benzina sul fuoco. Mi è sembrato di vedere un ladro che dice a un altro ladro di non rubare e questo mi ha fatto mettere una mano sul cuore“.


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