ASCOLI PICENO – Mentre in Abruzzo (si veda cosa accade a Pescara) si organizzano sit in di protesta e la politica e le comunità tutte sono in mobilitazione, nel versante marchigiano, se si esclude una nota del senatore di Forza Italia Andrea Cangini (non a caso eletto nelle Marche ma emiliano di origine), tutto tace.

Vuoi perché il tema è molto sentito nel Piceno e non percepito da Ancona in su, vuoi perché di fronte al disastro dei due terremoti del 2016 tutto il resto passa in secondo piano, vuoi per un eccesso di remissività che pervade, ormai, il carattere dei marchigiani (del sud). Ma la decisione della giunta Raggi e di Atac di spostare il capolinea di arrivo e di partenza dei bus alla stazione di Anagnina, rappresenta soltanto l’ultimo schiaffo a quel che oggi possiamo definire l’Estremo Est d’Italia, il Piceno.

In pullman a Roma: chiude Tiburtina, si scende ad Anagnina

Se lo spostamento ad Anagnina da Tiburtina (fino a qualche anno fa la più centrale Castro Pretorio) comporta circa mezz’ora in più di tempo per raggiungere il centro di Roma da chi arriva dalle Marche o dall’Abruzzo in autobus (oltre che il pagamento dei biglietti Atac), questa decisione va a sommarsi ad una serie di disservizi che vede i trasporti pubblici e le vie di comunicazione fermi agli anni Sessanta quando, in molti casi, peggiorati persino negli ultimi 30 anni.

Con gravi danni economici, turistici, sociali. Profondo Est, affermiamo, in quanto periferia conficcata nel Centro Italia. Di seguito una sintesi di quello che sta avvenendo a livello di trasporti e che obbligherebbe, in altri contesti, una mobilitazione politica e civile:

a) l’assenza di un aeroporto e la persistente difficoltà a coordinare gli arrivi con sistemi di trasporto pubblico o collettivo verso il Piceno (sia da Pescara che, peggio, da Falconara);

b) l’assenza di una autostrada con tre corsie: provenendo da nord, queste terminano a Porto Sant’Elpidio, segnalando quasi fisicamente l’approdo al Mezzogiorno infrastrutturale d’Italia rispetto al Nord;

c) la penuria di collegamenti ferroviari anche in confronto con quanto avviene con il Nord della Regione con città quali Bologna o Milano;

d) l’impossibilità di fatto di recarsi a Roma in treno: se è già complicato da Ancona o Pescara partire da Ascoli e recarsi a Roma in treno è insensato (il completamento della cosiddetta Ferrovia dei Due Mari resta solo una ipotesi per convegni periodici);

e) la chiusura di fatto del collegamento stradale da e verso l’Umbria a seguito del terremoto con pesanti ripercussioni economiche e anche turistiche.

Ed ora, l’allontanamento della stazione di accesso a Roma, in autobus, ad Anagnina.

Benvenuti nel Piceno, Estremo Est d’Italia.

 


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