di Annalisa Coccia

MONSAMPOLO DEL TRONTO – Un duro colpo da incassare per l’ormai ex sindaco di Monsampolo, Pierluigi Caioni, al quale hanno voltato le spalle ben sette consiglieri, quattro dell’opposizione e tre, Gagliardi, Narcisi e Scarpetti, della maggioranza.

A spiegare la fine involontaria del suo mandato è proprio il primo cittadino che, ieri sera, nello stesso giorno della nomina del commissario prefettizio Giuseppe Dinardo, ha voluto incontrare i suoi sostenitori proprio nella sede della sua lista, “Uniti per il futuro“.

Parole dure quelle di Caioni contro i consiglieri dimissionari: “Sono solo dei perfetti incoscienti che hanno anteposto il proprio interesse a quello dei cittadini”. Infatti, secondo il primo cittadino defenestrato, il “casus belli”, ossia la delibera che promuoveva l’affidamento dell’illuminazione pubblica ai privati, non giustifica una decisione così drastica.

Proprio in merito alla questione dell’illuminazione, spiega Caioni: “Nel 2015, l’ impianto era a dir poco fatiscente e il Comune non aveva i fondi per renderlo efficiente. Si è pensato, a quel punto, al finanziamento tramite terzi per cui una società, vincitrice di una gara di appalto, avrebbe reso efficiente, manutenuto e messo a norma l’impianto, non gravando sulle spese del Comune. Viene quindi approvata una delibera all’unanimità per la privatizzazione dell’illuminazione pubblica. Circa un anno fa, il Bim Tronto ci informa che stava cercando dei finanziamenti da erogare ai comuni per gli impianti di illuminazione e io, all’inizio contrario, accetto di aderire, sentendo anche il  parere degli altri membri della giunta. Il problema è che questi soldi non arrivavano e a  Monsampolo c’erano intere vie che restavano al buio, quindi l’unica cosa da fare era portare avanti la gara per l’affidamento dell’illuminazione ai privati e così è stato. Anche perché, appunto, nel 2015 la delibera era stata approvata all’unanimità”.

Per cui, afferma Caioni: “I consiglieri non hanno nemmeno raggiunto il loro scopo con la mozione del 23 novembre, perché la delibera è stata approvata e andrà avanti anche senza di me”. In definitiva, dunque, secondo l’ex sindaco di Monsampolo: “La motivazione per commissariare il Comune è praticamente inesistente”.

Dalla bocca di Caioni escono parole pesanti per l’ex vicesindaco Narcisi: “Mi vengono i conati di vomito quando Narcisi giustifica le sue dimissioni dicendo che con me non era possibile il dialogo perché, dopo la delibera del 2015, solo lui e Scarpetti avevano cominciato a mostrare malumori. In democrazia, però, non funziona così. Il mio dovere era quello di pensare alle necessità dei miei cittadini e non ai “mal di pancia” di due consiglieri”.

L’ex sindaco si scaglia anche contro Gagliardi: “Dopo aver apposto la firma alla mozione contro di me, pur essendo ancora assessore e capogruppo di “Uniti per il futuro”, Gagliardi si presenta in giunta invece di dimettersi. Ma la dignità dov’è?”.

Ad ogni modo, ad addolcire questa amara sconfitta, arriva un “grazie” collettivo da parte dei sostenitori per il lavoro svolto da Caioni e da tutta l’amministrazione. L’ex cittadino, proprio in merito al futuro rapporto con loro e con la lista “Uniti per il futuro”, conclude: “La rabbia, oggi, mi porta a dire che la mia voglia di fare da cento è passata a novanta, ma non escludo che ci ritroveremo insieme per la campagna elettorale”.


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