ASCOLI PICENO – Riceviamo e pubblichiamo una nota del Presidente del Consiglio Comunale di Ascoli Marco Fioravanti in merito al tema della crisi idrica.
Se fosse stato per la Regione Marche i 5,8 milioni di euro della Protezione Civile non sarebbero mai arrivati al Piceno.
Non c’è dubbio che la politica debba fare passi avanti per riconquistare la fiducia dei cittadini e la loro voglia di partecipare al voto. Questa però è una lezione che il centrosinistra, il Pd del Piceno e delle Marche, pare non abbia proprio voglia di seguire ( e gli elettori lo hanno capito). Lo dimostra la voglia di appendersi medaglie per battaglie sostenute da altri. Parlo dell’ultima campagna di comunicazione a ridosso della crisi idrica. Non appena la Ciip Spa ha comunicato l’allarme rosso e la chiusura notturna dei rubinetti ecco piovere una pioggia di milioni di euro, 5,8 per l’esattezza, sbandierata con comunicati e conferenze stampa dalla Regione Marche (vice presidente Casini in testa) e dall’Ato 5 con il suo presidente Fabiani, che è anche il nuovo presidente della Provincia di Ascoli Piceno (a proposito non doveva rinunciare a qualche incarico come aveva promesso in campagna elettorale prima delle elezioni provinciali?).
E se le situazioni sono queste allora tocca al centrodestra dire come stanno davvero le cose perché ci teniamo ad informare correttamente le nostre comunità. In qualità di presidente del Consiglio comunale di Ascoli Piceno ho intenzione di dire sempre ai miei concittadini quale è la verità dei fatti come è nel nostro stile.
Così vale anche per i famosi 5,8 milioni di euro che la Protezione Civile ha stabilito di trasferire al Piceno per il suo stato di crisi idrica dopo il terremoto.
Se non si fosse attiva la la Ciip Spa quei milioni di euro il territorio se li sarebbe scordati. Già, non sarebbero arrivati affatto. Perché?
Perché dalla prima ordinanza della Protezione Civile era scomparso l’articolo 3, quello che determinava il trasferimento della somma in questione alla crisi idrica del Piceno. Ma la Regione Marche, che aveva pure dato parere favorevole alla prima ordinanza, non s’era affatto preoccupata del contenuto dell’ordinanza emanata dalla Protezione Civile ad agosto del 2018.
La carenza dell’articolo 3 da quel documento l’hanno evidenziata i dipendenti della Ciip Spa. E allora istituzioni trasparenti avrebbero dovuto dire chiaramente ai cittadini che il merito di queste risorse economiche acquisite dal Piceno e parte del Fermano doveva essere attribuito solo al gestore idrico del Piceno, la Ciip Spa che altri non è che un consorzio di Comuni.  Le bugie hanno le gambe corte.
In quei 5,8 milioni di euro sono comprese le spese di realizzazione dell’impianto di soccorso di Castel Trosino, il potenziamento di quello di Fosso dei Galli e ben 700 mila euro per ricerca di fonti idriche alternative già individuate nei Monti della Laga, in zona monte Ascensione e nella zona di Montemonaco.

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