ASCOLI PICENO – “Ascoli Piceno si stringe attorno ai tre colleghi  della Questura che venerdì 18 gennaio scorso, a seguito di un intervento per una lite, sono rimasti feriti nel tentativo di fermare un ragazzo, 19enne, in preda all’ira dopo una lite con un’altra persone, che ha reagito colpendoli ripetutamente con calci e pugni, provocando a due di loro delle fratture”.

Così in una nota il Sap (Sindacato Polizia Ascoli) a nome del segretario Massimiliano D’Eramo dopo il grave fatto accaduto nel capoluogo qualche giorno fa: “A questo punto ci viene spontaneo farci una domanda: Il giovane che ha dato in escandescenza, sarebbe stato neutralizzato senza arrecare danni agli operatori intervenuti se si fosse avuto in dotazione il taser?”.

D’Eramo afferma: “Ebbene, noi la nostra risposta ce l’abbiamo, ed è chiara. Riteniamo essenziale la dotazione di taser e telecamere per tutti gli uomini in divisa. Con il taser soggetti che danno in escandescenze, possono essere bloccati evitando il contatto fisico. Con questo strumento, non letale, che chiediamo a gran voce, viene tutelato sia il poliziotto che il fermato – aggiunge – Le telecamere sono altrettanto importanti perché forniscono in maniera incontrovertibile l’andamento di ogni singolo intervento, dissipando ogni dubbio sulle modalità dello stesso, fungendo da testimonianza importantissima soprattutto in casi come questo”.

“Le forze politiche di qualsiasi colore proclamano a gran voce la necessità di dare maggior sicurezza al Paese ma nel passato, purtroppo, si è trattato di sole dichiarazioni di intento perché la sicurezza considerata un costo e non un investimento – dichiara il segretario –  Parafrasando il mondo del calcio potremmo dire che la squadra sicurezza è diretta dal presidente della società (il Governo) e dall’allenatore (i vertici delle Forze dell’Ordine). Se la squadra non vince, la responsabilità viene attribuita ai dirigenti. Nel mondo della sicurezza, invece si tende a scaricare la colpa sui“giocatori”.

D’Eramo conclude: “Gli iscritti al Sap Piceno, e tutti i poliziotti della Provincia sono impegnati a giocare al meglio tutte le partite ma non aspirano a dare il proprio nome ad una caserma, ed è per questo motivo che manifestano pubblicamente le proprie preoccupazioni, invitando chi è deputato a farlo, a fornire non solo nuove leve, ma anche tutti quegli strumenti che sono fondamentali per la nostra professione”.


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