ASCOLI PICENO – “Invito i giovani dem a contattare il loro collega ad esempio della Liguria”: così Alfio Salvatore D’Urso, responsabile della Lega Giovani Piceni, torna sulla vicenda che ha visto il suo gruppo giovanile inviare una lettera a tutte le scuole superiori del Piceno per discutere con gli studenti di temi politici. Ne avevamo parlato nei giorni scorsi.

La Lega Giovani scrive a tutte le scuole del Piceno: “Organizziamo incontri con i ragazzi?”

“Ci tengo a fare una precisione molto importante: quanto proposto dal nostro gruppo Giovani provinciale fa parte di un’ormai consolidata prassi che avviene in numerose scuole del nostro Paese: la Lega Giovani organizza, insieme a tutte le altre forze politiche, dibattiti e momenti di confronto all’interno delle scuole. Questi momenti sono fondamentali per gli studenti: permettono loro di potersi fare un’idea e alimentare lo spirito critico degli stessi. Un’idea che non viene indottrinata, come dicono alcuni malpensanti, ma bensì viene sviluppata attraverso il confronto tra le varie ideologie presenti nel dibattito. Non è un indottrinamento, ma un confronto, e come tale rimane” scrive.

“La questione scuola e politica è stata inoltre affrontata da Il Sole 24 Ore in un recente articolo dell’11 ottobre 2018, che invito tutti a leggere. Rimango comunque allibito dal clamore che ha suscitato tale iniziativa: forse qualcuno teme il confronto? O forse non si vuole permettere agli studenti di crearsi un’idea, magari in contrasto con il pensiero del prof di turno che punisce chi non la pensa come lui? La scuola è per antonomasia un luogo dove si insegna a pensare, decidere e ad accettare pensieri differenti. Analizziamo bene i fatti: ci sono tanti professori che fanno propaganda politica all’interno delle scuole (assolutamente vietato!) però non ne ho mai letto o sentito notizia sui media. Possibile che solo la nostra abbia suscitato tale clamore?” continua D’Urso.

Spiega ancora: “Volevo inoltre precisare che i responsabili degli altri partiti sarebbero stati avvisati non appena ci fosse stata una risposta positiva da parte delle scuole. Non ci sentiamo assolutamente il peso di aver violato alcuna regola e, vista la reazione che ha suscitato tale iniziativa, sentiamo il dovere di continuare su questa strada: chiunque sia interessato ad organizzare questo format, può contattarci tranquillamente. Ci batteremo affinché il diritto degli studenti sia garantito e difeso, con buona pace di coloro che criticano”.

“Allego alla pagina seguente due foto (prese rispettivamente da Facebook ed Instagram) proprio per essere precisi e trasparenti: la prima proveniente dalla Liguria, la seconda dalla provincia di Bergamo” conclude.

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