ASCOLI PICENO – Frizioni tra i sindacati e il Presidente di Confindustria Simone Mariani in merito all’agitazione dei lavoratori allo stabilimento Pfizer di Ascoli. Scrivono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil: “Leggiamo con non poca meraviglia le dichiarazioni del Presidente di Confindustria apparse sulla stampa in merito allo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali di categoria alla Pfizer, dalle quali trapela una difesa d’ufficio del comportamento aziendale ed un attacco gratuito alle Organizzazioni Sindacali e al loro esercizio di tutela dei lavoratori, anche attraverso processi di partecipazione agli obiettivi di crescita e sviluppo dell’impresa”.

“Una politica, quest’ultima, assunta e formalizzata da Confindustria e sindacati, attraverso  accordi nazionali e spesso enunciata e condivisa dalle loro articolazioni locali; un impegno che purtroppo fa fatica a tradursi in comportamenti conseguenti presso le imprese del nostro territorio – continua la nota – Che la cultura della partecipazione faccia fatica ad affermarsi nelle piccole imprese è giustificabile, ma che una multinazionale come la Pfizer attui comportamenti padronali e si sottragga al confronto costruttivo è inconcepibile, soprattutto in un territorio che ha scommesso, attraverso la reindustrializzazione finanziata grazie al riconoscimento dell’Area di Crisi Complessa, sullo sviluppo innovativo e partecipato”.

“Nello specifico occorre puntualizzare che nel confronto avuto con la Pfizer, assistita dalla Confindustria locale, le Organizzazioni Sindacali  hanno sempre evidenziato l’esigenza di concordare una organizzazione del lavoro che meglio rispondesse alle esigenze poste dall’azienda, anche attraverso un regime di orario diverso da quello standard, come è sempre accaduto in precedenza. A fronte della richiesta di lavoro del sabato e della domenica, peraltro già concesso in ogni occasione in cui è stato richiesto, è stato evidenziato che fosse ingiusto chiedere sacrifici ai lavoratori senza contestualmente risolvere problemi organizzativi aziendali che, come già scritto dai rappresentanti interni, vedono sistematiche fermate dei turni infrasettimanali a causa di mancanza di materiale da lavorare o non equilibrata distribuzione dei lavoratori sui diversi turni” scrivono i sindacati.

Che continuano: “E’ inoltre falsa l’affermazione secondo la quale siano stati richiesti benefici economici o permessi aggiuntivi in contropartita; le proposte fatte dal sindacato, per rispondere efficacemente alle esigenze rappresentate, sono state di ordine organizzativo e senza costi aggiuntivi per l’azienda proprio per raggiungere una mediazione condivisa. Riteniamo offensivo affermare che il sindacato pensi alla Pfizer, o a qualsiasi altra impresa, come “una vacca da mungere”, ciò offende la dignità dei lavoratori di questo territorio e di coloro che in questi anni li ha rappresentati con responsabilità e che hanno fatto degli interessi generali  di un territorio il fulcro del loro agire”.

“Ci siamo impegnati in questi ultimi anni, insieme alla Confindustria, in una serie di iniziative per accrescere la competitività della nostra provincia e la sua appetibilità per nuovi insediamenti produttivi. Per inciso ricordiamo al Presidente l’indiscutibile impegno di Cgil Cisl e Uil sul riconoscimento dell’Area di Crisi Complessa, accordi sulla produttività e contrasto all’assenteismo. Il Presidente degli industriali, affermando falsamente che qui ci sono persone che aspettano nuovi investimenti per poter “mungere”  le imprese non sta facendo certamente un buon servizio questo territorio” è l’accusa.

Ci si rivolge poi direttamente a Mariani: “Al Presidente vorremmo anche rappresentare che a noi viene molto più di un sorriso amaro nel leggere che il declino industriale è stato indotto dal comportamento delle Organizzazioni Sindacali, un’affermazione  che chiunque conosca la storia economico-sindacale della nostra area può valutare nella sua falsità e che contestualmente dà essa stessa una risposta sulle responsabilità di tale declino; un sistema imprenditoriale che si sottrae dal riconoscere le proprie inadeguatezze e scarica sugli altri soggetti, istituzionali e sociali, le proprie colpe. Attraverso il comunicato stampa, la Confindustria getta la maschera,  rappresenta il mondo industriale locale per quello che è, vecchio, impermeabile all’innovazione ed inadeguato a sostenere un “nuovo rinascimento industriale”, che continua a rifiutarsi di pensare che i lavoratori siano la  risorsa fondamentale per il futuro delle loro aziende.


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