ASCOLI PICENO- La Regione Marche ha finalmente firmato il Patto per lo  sviluppo e la ricostruzione post sisma. Spiegate strategie e investimenti per trasformare gli eventi sismici che hanno colpito molti comuni della provincia di Ascoli, da emergenza a opportunità di crescita.

Pietro Marcolini, Presidente dell’Istao, (Istituto di alta formazione economica “Adriaono Olivetti” di Ancona) ha spiegato quali sono le priorità. La ricostruzione nelle zone del cratere sismico deve essere ordinata e organica, seguendo tre principali pilastri: 1- ricostruzione fisica delle infrastrutture e delle abitazioni, 2- sviluppo e rilancio economico, 3- ricostruzione del tessuto sociale delle popolazioni colpite.

Marcolini ha precisato che le attività di concertazione che hanno preceduto il patto di ricostruzione svoltesi a partire dalla fine del 2017 fino al 2018 hanno coinvolto i sindacati, le quattro università marchigiane, la Conferenza Episcopale regionale e la rete dei comuni UCI.  In particolare i professori progettisti della università di Camerino hanno valutato i danni con l’aiuto e il confronto di loro colleghi di altre zone di Italia colpite negli anni precedenti da altri terremoti disastrosi come Modena e Reggio Emilia. Dallo studio dei progetti presentati in consiglio regionale si sta passando ora alla loro esecuzione, poichè le università hanno presentato i loro rapporti e la loro documentazione, e il Consiglio Regionale sta valutando quali di questi progetti siano economicamente e territorialmente sostenibili e quindi realizzabili. I progetti di ricostruzione sono in tutto un centinaio.

Si sono svolte attività di istruttoria preliminare, si sono ascoltate le ragioni di ben 87 sindaci di comuni coinvolti nel sisma, si è raccolta la documentazione e poi si è avviata la concertazione che ha portato alla firma del patto di ricostruzione.

Dal punto di vista della ricostruzione fisica, ha spiegato Marcolini, va privilegiata la realizzazione di strutture moderne, funzionali, efficienti, dal punto di vista economico, invece, vanno implementate le attività principali della zona, ovvero quella eno-gastronomica, agricola, pastorale, e non da ultimo l’economia della conoscenza, considerato l’immenso patrimonio storico, artistico e culturale del territorio.

L’intervento di Anna Casini (vice presidente della Regione Marche) non ha fatto che ribadire i concetti espressi da Marcolini e la stessa ha spiegato che in regione sono tante le occasioni di sviluppo e di crescita già previste, anche e soprattutto dal punto di vista economico. La Casini ha precisato: “Non riconduciamo lo spopolamento delle zone montane solo ed esclusivamente agli eventi sismici che si sono susseguiti dal 2016 in poi, poichè anche prima del terremoto queste zone erano prive di risorse umane e abbandonate soprattutto dai più giovani. Importanti sono i fondi stanziati per il rilancio dell’agricoltura (16 mln di euro) e delle altre attività e quindi tutte le misure previste nel Patto elaborato con l’Istao sono tese alla rinascita dei territori colpiti.

L’ultimo intervento significativo, in sede di presentazione del Patto per la ricostruzione, è stato quello del sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci, il quale ha tenuto a precisare che se è vero che lo spopolamento era precedente al sisma, è anche vero che ora anche coloro che erano rimasti ad Arquata ed abitavano da residenti nel paese, torneranno difficilmente. Ciò per le evidenti difficoltà strutturali, nonostante gli aiuti, le donazioni e la posa in opera di alcune casette occorrerebbero infatti interventi strutturali e sociali più incisivi, finora assolutamente mancanti.


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