ASCOLI PICENO – Festa della Liberazione festeggiata come da tradizione ad Ascoli. Partecipazione, attenzione e raccoglimento hanno caratterizzato le celebrazioni del 25 aprile, data essenziale per la nostra democrazia. La giornata è iniziata con la deposizione della corona dinanzi al Palazzo del Governo, in piazza Simonetti. Le autorità civili e militari si sono poi dirette a piazza Roma dove è stata deposta una corona sul monumento ai caduti  sulle note solenni del Silenzio. Quindi, a Colle San Marco, sono stati resi gli onori ai caduti prima dinanzi al cippo e, successivamente, sul sacrario. In questo luogo simbolo della resistenza picena i rappresentanti delle istituzioni hanno preso la parola per portare il saluto alla cittadinanza ed esprimere le proprie considerazioni.

Erano presenti, tra gli altri, il prefetto di Ascoli Piceno Rita Stentella, il presidente della Provincia Sergio Fabiani, i consiglieri provinciali Stefano Novelli in rappresentanza del Comune di Grottammare e Mariadele Girolami in rappresentanza del Comune di San Benedetto del Tronto, la vice presidente della Regione Anna Casini, il sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli, il senatore Giorgio Fede e l’onorevole Roberto Cataldi.

“Le conquiste di libertà non sono scontate – ha detto il prefetto Stentella – ma il frutto di un percorso che è costato dolore e vite umane. E la storia di questi luoghi parla del sacrificio di tanti giovani che si sono immolati per la libertà, che non è valore immutabile ma esige applicazione, impegno e va praticata. Per questo siamo qui e il 25 aprile è l’occasione per ritrovare lo spirito unitario indispensabile per confermare il nostro ruolo di paese democratico e avanzato”.

Il Presidente dell’Anpi Pietro Perini ha sottolineato il valore del 25 aprile che “deve essere la festa di Liberazione di tutti gli Italiani” e rimarcato che “ la nostra democrazia affonda le radici nel sacrificio di tanti giovani”. A tale riguardo ha ricordato il “sentiero della memoria” di Vene Rosse che termina nel luogo dove il 3 ottobre del 1943 morirono per la libertà tre ragazzi di età compresa tra i 18 e i 22 anni: Narciso Galiè, Alessandro Panichi e Serafino Cellini”.

Il Presidente della Provincia Fabiani citando Piero Calamandrei  (“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”) ha dichiarato che risulta “fondamentale custodire con rispetto e gratitudine la memoria della Resistenza e di quanti, numerosi e spesso giovanissimi, si batterono con coraggio e generosità per l’affermazione degli ideali di democrazia e di libertà”. Fabiani ha anche ricordato William Scalabroni, recentemente scomparso “partigiano, impegnato a dialogare con i giovani che considerava come ideali testimonial della fiaccola della democrazia”.

Il Sindaco Castelli ha sottolineato le parole della partigiana originaria dell’Ascensione Egidia Cocci ed evidenziato come “la toponomastica della città ci accompagna nel ricordo di quei ragazzi che si sacrificarono per la libertà e per  la Costituzione italiana, che non è solo un catalogo di diritti e di doveri ma un progetto in divenire che segna come  valore fondante la centralità della persona”.

La celebrazione della Santa Messa officiata in memoria di tutti i caduti ha concluso una giornata densa di significato e di intensità.


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