ASCOLI PICENO – A meno di una settimana dalle elezioni abbiamo parlato con il candidato a sindaco Piero Celani, già primo cittadino del capoluogo piceno per due mandati, ex presidente della Provincia ed attuale consigliere alla Regione Marche dove ricopre anche il ruolo di vice Presidente del Consiglio.

Mancano pochi giorni alle elezioni, quali sono le sue sensazioni e le sue aspettative?
Le sensazioni sono più che discrete, mi pare che la città abbia recepito il progetto. La gente ha voluto interessarsi ed ha voluto capire, adesso sono le persone che mi cercano; mi telefonano e vogliono incontrare le varie associazioni; quando parte questa tam tam è un messaggio molto importante. La città vuole capire bene questo progetto, il fatto che la gente ci cerchi è per me molto positivo, anche alla luce dell’esperienza passata..

Cosa l’ha spinta a candidarsi?
In un momento di grande difficoltà quale quello che la città sta vivendo, ho deciso che la mia grande esperienza, il mio impegno e la mia passione politica, come quella di tanti altri amici, possano essere un elemento di svolta molto importante per portare avanti un progetto sulla città e superare queste criticità e rispondere a tutte le domande che la città chiede. Ascoli mi ha dato tanto in questi anni: mi ha eletto sindaco, presidente della provincia, consigliere regionale con un incarico prestigioso. Era giusto che io rimettessi a disposizione della città quello che mi ha dato in termini di esperienza, di capacità di sintesi, di impegno e passione politica. E’ stata una valutazione di carattere affettivo: mi hanno dato tanto e vorrei ridare qualcosa; in più vorrei rinnovare i progetti visto che quelli che sono stati finora mi sembrano molto vecchi e stantii.

Perché secondo lei Fioravanti non era il candidato adatto per il centrodestra?
Non voglio entrare in casa di altri, però Fioravanti da un punto di vista politico è stato testato un anno fa, dove anche lì ci fu un’imposizione molto forte dall’alto, in un collegio molto forte come Marche Sud che era dato da tutti come il più sicuro delle Marche per il centrodestra. C’è stata questa imposizione dall’alto che è stata bocciata dagli ascolani; Fioravanti ha perso le elezioni ad Ascoli, non solo sul territorio, la sua sconfitta è partita dalla città e poi si è propagata sul territorio. Questa prima valutazione è molto importante, era necessario che in qualche modo segnasse il passo, non è successo dieci anni fa ma appena un anno fa.

Ci sono altre valutazioni?
Il secondo aspetto è quello che dicevo prima, la città vive un momento drammatico; c’è un calo demografico impressionante, c’è una crisi economica e del lavoro incredibile, c’è un centro storico che langue, ci sono periferie abbandonate. Ci voleva una equipe di persone esperte che sapesse mettere in moto la macchina immediatamente senza perdere tempo, ripartendo da quanto già è stato fatto e quanto invece non è stato fatto. Non si può parlare solo di rinnovamento in base all’età, il rinnovamento sta nei progetti e nell’approccio che una persona mette nel risolvere i problemi; cosa che manca a Marco Fioravanti, un bravo ragazzo a prescindere, però bisogna costruire un futuro politico e tutta una serie di iniziative che probabilmente non è in grado di garantire. Lo stiamo vedendo adesso: viaggia per slogan e frasi fatte che però non hanno un substrato concreto perché gli manca quell’esperienza che in questo momento è fondamentale; ed anche il collegamento con gli enti sovracomunali, perché mi risulta che fino ad adesso insieme al sindaco Castelli abbia fatto guerra alla Provincia ed alla Regione e con le guerre non si va da nessuna parte, i risultati lo dimostrano.

Quali sono per lei le priorità per Ascoli?
La città è tutta una priorità: il centro storico con la sua crisi del commercio e la sua poca accessibilità, il degrado dei beni architettonici che dopo il terremoto non sono stati affrontati nel modo giusto. La priorità è rendere attrattiva Ascoli ed il suo centro storico in modo particolare, in modo da poter trattenere i turisti; c’è da migliorare l’attrattiva economica in termini di insediamenti produttivi, c’è da riprendere uno scouting per vedere quali aziende sono in grado di investire e cosa gli si può dare come servizi. C’è una carenza nel territorio circostante di infrastrutture, c’è bisogno di un piano di marketing territoriale e non più urbano, in modo tale che migliori anche l’accessibilità geografica. Il comune da solo non può garantire le infrastrutture ma deve concordarle con gli enti sovraterritoriali, con cui bisogna confrontarsi invece di litigare. C’è un problema dell’emergenza rifiuti, in dieci anni non è stata costruita nessuna discarica; non si sa l’indifferenziata dove dobbiamo portarla, anche il trattamento dell’umido avviene in un impianto obsoleto che risale agli anni ’80 e che occorre ammodernare o farne uno nuovo. E’ un’emergenza totale su tutto il territorio: la prima cosa da fare sarà mettersi a sedere e chiamare a raccolta tutte le realtà complesse e condividere le criticità ed i progetti da far partire immediatamente.

Quali azioni concrete si possono fare?
Vorrei innanzitutto far venire qua la Giunta regionale e vedere quali sono i fondi europei immediatamente disponibili e quali possono entrare in gioco nella prossima programmazione 2021-2027 ed iniziare questa collaborazione forte per industria, commercio e artigianato nel centro storico; poi vorrei indire un tavolo, che chiamerò gli stati generali dell’industria, con tutte le associazioni di categoria per condividere un percorso, per fare scouting su il territorio nazionale per vedere di cosa ha bisogno chi vuole venire ad investire qua, cosa può dare il comune, cosa la regione e cosa il governo. Bisogna condividere i progetti.

Ascoli Servizi Comunali: deve rimanere una società partecipata che può agire come una società privata o deve tornare sotto il controllo pubblico?
Dovremo andare a vedere le carte; Ascoli Servizi Comunali è nata per mia volontà, insieme a qualche altro assessore, nel lontano 2003, quando si passò da una gestione diretta ad una indiretta con la società partecipata. Era una ricchezza per il comune di Ascoli perché attraverso Ascoli Servizi e le società del gas venivano messi in sicurezza i bilanci; oggi, con il 40% in mano ai privati, vorremmo vedere i risultati quali sono, quali sono gli investimenti e qual è il piano industriale, quali utili porta. E’ stato fatto tutto in modo superficiale, la giunta Castelli non può nascondersi, ci sono responsabilità precise. Occorrerà vedere le carte e fare un’analisi dettagliata del bilancio per capire qual è la reale entità delle entrate e delle spese correnti e vedere se sono in equilibrio e quali esigenze ci sono per aggiustarle.

La vostra posizione sull’Ospedale di Vallata?
Mi fa sorridere che Fioravanti si sia svegliato adesso, io l’ho detto nel 2003, quando ho battagliato con Maresca dicendo che non c’erano le condizioni per fare un ospedale unico; non c’erano e non ci sono le condizioni, punto e basta. Sedici anni fa l’ospedale unico poteva essere quello di Ascoli, con 10 milioni di euro si metteva tutto in sicurezza e si mettevano 500 posti letto. Oggi non ci sono le condizioni né dal punto di vista sanitario perché ci rimetterebbero le eccellenze sia di Ascoli che di San Benedetto, né dal punto di vista economico. L’ho detto senza raccogliere le firme e senza fare proclami nel 2003 e ci sono i documenti, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, mi fa ridere vederli con il megafono promettendo e non avendo ottenuto nulla; il progetto sta lì, mi auguro che la regione Marche possa capire che per Marche Sud se c’è da fare un ospedale è quello di San Benedetto, che onestamente è messo molto male. Servono due plessi con una certa autonomia sia decisionale che logistica.

Sull’ipotesi di realizzare un’azienda sanitaria Marche Sud cosa ne pensa?
Bisogna capire come si potrà farla, se mai si potrà fare, Marche Nord rimette ogni anno decine e decine di milioni di euro. Quali eccellenze mettiamo nei due plessi del Mazzoni e del Madonna del Soccorso, per far sì che la nostra mobilità passiva vada ad azzerarsi? Questo è il vero tema, noi dobbiamo azzerare la mobilità passiva perché non dovremmo pagare per far curare i nostri cittadini fuori dalla regione Marche, dovrebbero essere in grado di curarsi qui e per fare questo servono eccellenze. Se faccio l’Ospedale Unico e ci metto le stesse cose che sono ad Ascoli e San Benedetto, come previsto, non ha senso ed è deleterio; io voglio che le eccellenze ci siano, equamente divise tra i due nosocomi, un accordo lo troveremo sicuramente e senza clamori.

Prima parlava delle tante criticità; uno dei punti del suo programma si intitola “Disegnare il domani”, come immagina l’Ascoli del futuro?
Deve essere una città dinamica, una città attrattiva per i giovani, dobbiamo cercare di innovare per trattenerli e per fare questo dovremo avere contatti con il sistema economico-produttivo, captare risorse dall’Europa, cosa fondamentale perché le risorse arrivano solo da lì, e quindi fare sì che queste aziende facciano ricerca e innovazione utilizzando gli elementi migliori del nostro territorio, da lì possono nascere tanti spin off e tante start up. L’Ascoli del futuro dovrà essere un Ascoli molto bella e attrattiva dal punto di vista turistico per quanto riguarda il centro storico, dovrà essere innovativa nel campo delle imprese e dovrà avere un’attrattiva sociale molto forte per la qualità dei servizi molto elevati. Ascoli dovrà essere il fulcro di tutto un territorio che va dai Sibillini fino al mare, una città che esercita il suo ruolo di capoluogo senza mortificare gli altri; un’unica grande realtà che mette insieme le risorse ambientali dell’entroterra con le risorse architettoniche di Ascoli, le doti di una zona industriale di qualità elevatissima e le risorse turistiche balneari e di qualità della vita di San Benedetto.

Negli ultimi dieci anni non si è seguita secondo lei questa strada? Cosa ne pensa delle amministrazioni Castelli?
No, non si è seguita. Amministrazioni Castelli? Bene i primi 5 anni, molto peggio gli ultimi 5 in cui la città ha subito un degrado incredibile e si è isolata da tutto il contesto istituzionale. Ascoli non ha più rapporti con la Regione e con la provincia se non di conflittualità. Siamo passati da 52mila abitanti a 48mila e rotti dal punto di vista demografico, con un terremoto che langue, mettendo da parte le deficienze della Regione e del Governo che sono state tantissime e vergognose, c’è stato un ritardo anche all’interno del comune, con una struttura tecnico-amministrativa che non è all’altezza in termini di quantità in quanto è stata depauperata, è stata lasciata a languire senza che nessuno si interessasse ad implementarla con unità operative. Ci sono stati ritardi nel fare i sopralluoghi, ritardi nel fare le schede Fast con grossi danni per le attività economiche, soprattutto nel centro storico dove i danni sono stati maggiori. E’ stato un quinquennio da cancellare, bisognerà ricominciare daccapo.

Tornando alla gara elettorale: lei dice che Forza Italia, anche senza simbolo, siete voi?
Lo dicono la storia e gli avvenimenti di questi giorni: Tajani viene qua e dice che il candidato è Piero Celani, il commissario dice questo, la Gelmini dice questo, la Calabria dice questo, la Mussolini dice questo. Poi c’è un fatto di questo giorni dove Castelli e i suoi amici che stanno in Forza Italia come Silvestri e company fanno dei facsimili dove per l’Europa in cui invitano a votare un candidato di Fratelli d’Italia Antoniozzi, più di questo cosa devo dire? E’ scandaloso che mettano il simbolo senza avere una lista collegata, perché loro non hanno una lista di Forza Italia collegata e su questo la legge è chiarissima.

A proposito della Mussolini: lei ha dato un’impronta moderata alla sua candidatura, perché invitarla?
E’ la dimostrazione che siamo noi il centrodestra, lei forse hai dei toni sopra le righe, ma ha fatto delle grandi battaglie su grandi temi come la famiglia, la famiglia naturale, il sostegno ai figli, ha fatto tantissime proposte di legge. Alessandra appartiene ed è una porta bandiera di questa politica moderata fatta di valori, nei suoi toni ha questa verve ma si contrappone alla Meloni ed a Salvini quando dice che sono assenti in Europa, ed è la verità, lo fa con un tono molto forte ma dice la verità.

E’ molto probabile che per eleggere il prossimo sindaco di Ascoli si dovrà ricorrere al ballottaggio: lei sa già a chi rivolgersi sia nel caso che ci vada sia in caso contrario?
Io mi rivolgo a tutto quel ceto di elettori che mi conosce ed ha apprezzato i miei dieci anni da sindaco e i miei sei anni in provincia, che ho tenuto in piedi lavorando sodo nonostante potesse andare in default ogni giorno, mi rivolgo a tutti coloro mi hanno portato in Regione dove ho creato un mio spazio istituzionale e non solo di aiuto alle imprese, mi rivolgo a tutti gli elettori di buona volontà e moderati, di centro e di centrodestra, che vedono in noi una coalizione capace di affrontare immediatamente i problemi. Bisogna cercare il più possibile i temi dell’ascolto, della partecipazione, della condivisione dei progetti, della pragmaticità e del rispetto degli elettori, quello che diciamo poi lo facciamo.

Accetterebbe, o darebbe, il sostegno del Partito Democratico?
Io con chi parto arrivo, ci rivolgiamo agli elettori: quando c’è un ballottaggio tutti vanno a votare, io parlo agli elettori e basta. Bisognerebbe chiederlo a Fioravanti visto che ha due candidate del Pd nelle sue liste (Monica Acciarri e Miki Girardi, ndr): sono state consiglieri comunali nel gruppo del Pd, un’altra è stata candidata a sindaco nell’area di sinistra. Forse sono loro che chiederanno aiuto al Pd visto che ne hanno il marchio dentro, non si preoccupassero di me, tra l’altro ci sono alcuni candidati che hanno votato in epoca recente il centrosinistra. Sono polemiche che non mi appartengono, sono scevro da ogni condizionamento.

Un’ultima domanda: perché gli ascolani dovrebbero riscegliere Piero Celani?
Per quello di cui parlavo all’inizio, in un momento di grande difficoltà a chi si affiderebbe: a un neolaureato o chi ha esperienza in queste tematiche? Io andrei dallo specialista e siccome siamo una squadra di specialisti che non deve sbarcare il lunario attraverso la politica, credo che gli ascolani debbano rivolgersi a chi è affidabile, sia dal punto di vista amministrativo che politico e professionale, che non ha retropensieri né interessi particolari in un momento di grossa drammaticità, come è la situazione del lavoro e dell’economia.


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