ASCOLI PICENO – Tanta gente nonostante la giornata lavorativa per il ritorno di Matteo Salvini ad Ascoli: programma pensato e concordato in modo che il segretario della Lega possa abbracciare alcune delle zone più popolari della città. Prima al mercato di via Recanati, poi al duomo con il vescovo D’Ercole, da lui lungamente omaggiato successivamente, al mercato di Piazza Arringo, al Chiostro di San Francesco.

FOTO-VIDEO Salvini acclamato ad Ascoli lancia la sfida alla Regione. Castelli e Fioravanti: “Con noi il Mazzoni non si tocca”

Una regia perfetta, almeno a livello di immagine, da parte del candidato sindaco Marco Fioravanti, del sindaco uscente Guido Castelli, particolarmente entusiasta pur in impeccabile giacca e cravatta nonostante il gran caldo, e del segretario provinciale della Lega Andrea Maria Antonini.

Fenomeno complesso, quello di Salvini, che torna ad Ascoli circondato dall’aurea del vincente dopo aver portato, in 5 anni, un partito regionale dal 5% al 34% nazionale. Pochi i riferimenti ai temi immigratori stavolta (“Con noi gli sbarchi sono scesi del 90% e dicevano che non potevamo fare niente”), un continuo rimando alla trattativa necessaria con la Commissione Europea “perché vogliamo dare lavoro agli italiani e il lavoro lo creiamo riducendo le tasse, solo così il debito scende, al contrario di quanto fatto fino ad ora”, e un richiamo al voto per domenica prossima, in vista del ballottaggio: “Al secondo turno vota la metà di chi vota al primo. Convincete sorelle, cognati, zie, perché è come un golden gol: si riparte da zero e zero e chi segna vince”.

Ma è l’entusiasmo quasi fideistico che circonda i simpatizzanti leghisti a far riflettere: sono centinaia i “selfie” che vengono scattati con lui, tanto da richiedere un servizio d’ordine quasi apposito per liberarlo dalla calca e organizzare la fila; donne, uomini, anziani, giovani, bambini, muratori che interrompono il turno di lavoro, anche ambulanti indiani e stranieri. Certo, andando indietro nel tempo si ricorderà l’afflato che in alcuni periodi sembrava circondare Berlusconi, o anche, in un particolare momento, la popolarità di Renzi o di alcuni cinquestelle.

Salvini ha trasformato se stesso in un personaggio pop, a costo di lambire il trash nonostante le cariche istituzionali: è l’evoluzione perfetta del fenomeno di liquidazione della Prima Repubblica. O almeno è il fenomeno ultimo: chi lo sa cosa ci aspetta.

Infatti quanto avveniva con alcuni predecessori citati non ci sembra nulla di paragonabile a quello che sta avvenendo a Salvini, forse perché i tempi sono diversi o forse perché la fisicità di Salvini lo fa sembrare più “uno del popolo”, o forse perché questi sono tempi di estremismo e non di moderazione e anche l’esaltazione ha un tono diverso. O magari è la tecnologia che fa sentire tutti protagonisti e allora sui social impazzano le foto, i video, gli status come se non ci fosse un domani.

Così nella calca capita di sentire chi gli dice “fammiti accarezzà”, chi gli lascia un biglietto col numero di telefono e gli dice “ho bisogno di aiuto”, chi se lo bacia e abbraccia e chi gli dice “liberaci dai comunisti”. Lui sorride e fotografa, fotografa e sorride, cammina, suda, mangia olive ascolane. Non mancano, testimoniati dai nostri video, sparute contestazioni: un negoziante vicino a Piazza del Popolo, incurante della fiumana che segue il Ministro dell’Interno, si affaccia e gli urla: “Quando le abbassi le accise sulla benzina?” mentre in Piazza del Popolo un ragazzo ricorda quando per la Lega da queste parti si era “terroni” creando un fugace battibecco con un paio di salviniani.

Al dunque, nel comizio finale, il piano politico appare evidente: Salvini, Castelli, Fioravanti, sono al momento legati l’un l’altro, almeno per quanto riguarda le Marche, dal passaggio obbligato di domenica prossima. Se Fioravanti conquista Ascoli, allora Castelli passa alla campagna regionale forte di un basamento ben saldo nella sua città. In caso contrario i piani rischiano di essere rivisti. Tra un selfie e l’altro. Fino a quando continuerà così, nell’erosione rapidissima dei personaggi politici italiani dell’ultimo decennio, non è facile prevederlo.


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