ASCOLI PICENO – Appuntamento sociale.

Si è svolto venerdì 28, presso la Libreria Rinascita di Ascoli, un incontro organizzato dal Comitato Ascolto e Partecipazione, dall’Anpi Provinciale di Ap e dall’Arci Fermano Piceno per illustrare ai cittadini la Proposta di Legge di Iniziativa Popolare “Stefano Rodotà” sui Beni Comuni. Di fronte ad un folto e attento pubblico, Katya Mastantuono, Coordinatrice Regionale Marche del Comitato “Rodotà”, ha illustrato i contenuti della Legge e i vantaggi che ne deriverebbero dall’approvazione in Parlamento.

L’Italia presenta uno dei patrimoni naturali ed artistici più ricchi al mondo per diversità e ricchezza. Ma dal 1990 ad oggi, i governi italiani hanno venduto a privati una fetta di patrimonio che ammonta a 900 miliardi di euro. Boschi, colline, interi borghi e palazzi storici, riserve idriche, infrastrutture e collezioni artistiche, sono tutti stati oggetto di acquisizioni private. Da sempre, anche il patrimonio che rimane pubblico è spesso trascurato e gestito non nell’interesse di chi in futuro dovrà e vorrà farne uso, ma nell’interesse economico di chi lo gestisce e quindi, spesso, al risparmio.

I beni comuni sono quei beni che per la loro natura ecologica, culturale o sociale appartengono a tutti, nel senso che nessuno può appropriarsene in quanto singolo individuo o in quanto soggetto sociale o economico. Sono quei beni che se sfruttati e degradati causano ripercussioni negative su tutti i cittadini, presenti e futuri. Essi non sono possedibili, che questo sia per la loro natura fisica, come l’acqua, l’aria o gli ecosistemi, o perché rappresentano parti di un patrimonio pubblico comune, come le grandi opere architettoniche e artistiche. Vendere, sfruttare o inquinare questi beni genera un vantaggio per i pochi proprietari benefattori dell’attività, ma nega a tutti gli altri la possibilità di goderne, ora ed in futuro. Per questo motivo i beni comuni vanno salvaguardati e difesi facendoli divenire una realtà giuridica del codice civile italiano.

Nessuno, proprietario o no di un quadro di Botticelli, potrebbe bruciarne la tela. Distruggere il patrimonio artistico priverebbe chiunque di poterne studiare le tecniche o appassionarsi delle forme, cancellerebbe parti di una cultura fondamentale per l’identità di milioni di persone, e per questi motivi è universalmente visto come un grave crimine. Dopo anni di studi a riguardo, Ugo Mattei, il comitato Rodotà e i giuristi di gran parte del mondo sono convinti che, per affrontare una transizione verso un futuro ecosostenibile, lo stesso principio deve essere applicato all’ambiente e le sue risorse.

Disboscare una foresta ed inquinare un fiume non solo priva le generazioni future della possibilità di poterli conoscere ed appassionarsi, proprio come bruciare una tela fa per l’arte, ma compromette anche la salute pubblica, inquinando le risorse idriche e distruggendo gli ecosistemi dalla quale essa dipende. La tutela dei beni pubblici ha bisogno del sostegno dei suoi cittadini, di un’infrastruttura giuridica ben definita, e di una piattaforma che renda questa tutela tangibile ed attuabile in termini pratici. Con la legge di iniziativa popolare il Comitato Rodotà si promette di adempiere a questo compito.

Gli Organizzatori comunicano che è possibile apporre la propria firma a sostegno della Legge recandosi presso l’anagrafe comunale. Nei prossimi giorni saranno organizzati, in città, dei banchetti per la raccolta delle firme di cui sarà data opportuna pubblicità. Una ulteriore possibilità è quella di recarsi presso lo Studio del Notaio Silvia Parlamenti, che ha cortesemente aderito alla richiesta del Comitato, dando la propria convinta disponibilità alla certificazione delle firme.


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