ARQUATA DEL TRONTO – Molti la davano irrimediabilmente distrutta perché sepolta dal terremoto, ma dalle macerie di Arquata è rinata la tela dell’Annunciazione, un’opera di pregevole fattura sulle cui attribuzioni sono in atto degli studi, che si trovava nell’altare maggiore della Chiesa dell’Annunziata posta nel capoluogo della cittadina distrutta dal sisma.

La tela è stata recuperata alla fine del 2016 dai Carabinieri del Tutela Patrimonio Culturale di Ancona e dai Vigili del Fuoco, con una azione diretta dallo storico dell’arte della Soprintendenza A.B.P. di Ancona.

Il dipinto era completamente ricoperto dalle macerie e pertanto in pessime condizioni. Lo stesso è stato depositato presso la Diocesi di Ascoli Piceno.

Da un’altra parte d’Italia ad Anzio (RM) gli operai della Colgate-Palmolive vengono a sapere di questa opera ferita e liberamente raccolgono tra di loro dei fondi da destinare alla cura della tela, come segno di supporto e vicinanza alla conservazione della memoria dei cittadini di Arquata.

Regista di tutta l’operazione è l’Università degli Studi di Camerino (MC) attraverso la Professoressa Graziella Roselli che con altri docenti dell’università Camerte hanno effettuato una attività diagnostica sull’opera per prepararla al difficile e quanto proibitivo restauro. Tale attività preventiva è stata condotta dallo spin off di Camerino A.R.T.& Co.

Il restauro che potrebbe avere i connotati di un vero e proprio miracolo è stato effettuato dalla ditta ADiP Restauri ovvero da Serena Petrelli, Michele Aureli e Davide Di Silvestro, in un primo momento presso la Italico Onlus di Corropoli e successivamente nei laboratori di Ascoli dell’ADiP. Attività coordinata e diretta dallo storico dell’arte della Soprintendenza di Ancona dottore Pierluigi Moriconi.

Inoltre è stato pensato uno storytelling dell’opera mediante un’istallazione multimediale interattiva sulla cornice del dipinto per i visitatori.

Adesso il dipinto viaggia verso Anzio (RM) dove il sabato 16 novembre 2019 sarà esposto nello stabilimento Colgate-Palmolive di Anzio e dove gli operai che hanno finanziato la rinascita lo potranno ammirare, successivamente la tela sarà esposta ai musei Diocesani di Albano.


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