Di seguito potete trovare la risposta che il sindaco di Ascoli ha dato al suo collega sambenedettese Piunti chiama. Dalle parole dei due si evince chiaramente che botta e risposta erano state concordate, visto che hanno lo stesso scopo, quello cioè di ritardare qualsiasi soluzione attuale per la costruzione di un nuovo ospedale. Il motivo è semplicissimo: vogliono entrambi arrivare alle prossime elezioni regionali per favorire il loro cavallo di battaglia, l’ex sindaco di Ascoli, Guido Castelli.
Si è infatti passati da un corteo di protesta per chiedere l’ospedale di Primo Livello alle porte di San Benedetto, sfruttato da Piunti con la sua solita… distanza dalle parti in causa, alla richiesta di cambiare il regolamento dell’Assemblea dei sindaci alla quale ha partecipato anche lui, invece di rifiutarsi di partecipare se le regole erano sbagliate. “O vinco o butto a monte” come si dice a San Benedetto tra giocatori di carte. Così sta facendo Pasqualino Piunti. La richiesta di cambiamento delle regole  per me è un modo come quelli precedenti di prendere tempo per i motivi sopra descritti.
In ogni caso mi auguro che il cambiamento del regolamento si faccia subito come, tra l’altro, ha spesso sollecitato più volte lo stesso Ceriscioli “Riunitevi ancora ma prendete una decisione perchè il Piceno ha bisogno assoluto di un ospedale di Primo Livello“, subito però sennò i lavori pro-Pagliare non possono che andare avanti. Certo è però che la decisione va presa con lo stesso interrogativo: dove vogliono i sindaci del Piceno che si costruisca un nuovo ospedale di Primo Livello, a San Benedetto, in Ascoli o a metà strada (Pagliare)?
Si deduce infatti che  Piunti vuole rivotare per averlo a San Benedetto e Fioravanti in Ascoli. Mi pare chiarissimo, tanto è vero che Fioravanti è così sicuro di se che chiede che il voto dell’assemblea dei sindaci fosse vincolante e non consultivo. Con una clausola però: se vince San Benedetto, cioè Piunti, deve tener conto del fatto che “”L’ospedale Mazzoni può e deve essere potenziato, come atto propedeutico all’istituzione dell’Azienda Ospedaliera”. Quindi? 
Una constatazione che non cozza soltanto con il parere della Regione Marche ma molto più fortemente con la spiegazione che ha dato martedì scorso su queste pagine un esperto di sanità come Claudio Maria Maffei, un uomo che tutto mi sembra meno che un politico (fa politica giusta e basta)  “Il Piceno con i suoi 200 mila abitanti non può reggere due ospedali di Primo Livello perché non ci sono i numeri, figuriamoci uno di secondo livello ed uno di primo livello“. Indipendentemente dalla localizzazione.
Ha anche detto che l’azienda ospedaliera di Pesaro è stato un errore da non ripetere per più motivi.  Mi pare che si sia trovato d’accordo con Maffei anche Nicola Baiocchi di “Salviamo il Madonna del Soccorso“, il quale ha finalmente spiegato che l’ospedale di Secondo Livello è una provocazione ma, se ci fosse la possibilità di farlo, si dovrebbe costruire a Pagliare. Per me tra Cupra Marittima e Pedaso ma è una differenza che poco conta.  Stavolta sono d’accordo con lui e mi piacerebbe conoscere a proposito il parere di Piunti e Fioravanti. 
Non diranno nulla perché la loro strategia è molto chiara e precisa: confondere le idee e perdere tempo. 
A questo punto accetto scommesse: si sta formando un’alleanza tra alcuni politici per fare un nuovo ospedale di primo o di secondo livello a Campolungo, cioè alle porte di Ascoli Piceno. Lo scopo è favorire questo tipo di scelta per la conquista di una e più poltrone in Regione. Chi non ci crede scommetta contro.
IL DIRETTORE
ASCOLI PICENO – Piunti chiama, Fioravanti risponde. O viceversa. Il sindaco di Ascoli risponde a quanto espresso in giornata dal collega di San Benedetto e coglie l’occasione per affermare: “Ho concordato con il sindaco di San Benedetto del Tronto, Pasqualino Piunti, la proposta di un cambio di regolamento dell’assemblea dei sindaci dell’Area Vasta 5, che contiene l’introduzione del voto ponderato rispetto al numero di abitanti rappresentati dai sindaci stessi”. Questo perché nelle votazioni precedenti la maggioranza espressa dal numero di sindaci era però di gran lunga minoranza se conteggiata come popolazione rappresentata dai sindaci stessi rispetto agli oppositori.
Fioravanti continua: “Oggi la conferenza di Area Vasta nei confronti della Regione ha solo un parere consultivo: a mio avviso, questo andrebbe trasformato in un parere vincolante nei confronti della programmazione regionale, così da dare più forza e incisività ai territori e fare in modo che le decisioni dei sindaci non restino “lettera morta” su importanti tematiche che riguardano – nel nostro caso – tutti i cittadini del Piceno”.
“Abbiamo potuto verificare come la Regione, “matrigna” con il sud delle Marche, ha prodotto il 5 agosto la delibera 978 con la quale ha fissato tetti di mobilità attiva fortemente penalizzanti per l’Area Vasta 5, riducendo le prestazioni e andando ulteriormente a gravare sulle liste d’attesa. Nella nostra Area Vasta c’è infatti oltre il 30% di mobilità attiva di tutte le Marche: l’atto deliberativo regionale è dunque fortemente punitivo verso gli ospedali pubblici e  le cliniche private convenzionate. Una decisione che sta mettendo a rischio l’occupazione diretta e quella indiretta, oltre ovviamente agli investimenti nel settore” scrive il sindaco di Ascoli.
“Voglio esprimere la mia solidarietà e vicinanza ai primari che vengono umiliati dalla Regione attraverso una direttiva Asur Marche che li incarica di fare gli inventari, togliendo loro tempo prezioso per la cura dei pazienti – continua – La sanità del Pd regionale è allo sbando e non riesce ancora a licenziare neanche un Piano Sanitario per la difficoltà propositiva, di coesione politica e per il non-accordo con territori e parti sociali. Ci siamo guadagnati sul campo un’Azienda Ospedaliera del Piceno, grazie a una squadra preparata e a un gruppo di professionisti d’eccellenza che – a oggi – non riescono a esprimere appieno il loro valore a causa delle scellerate politiche della Regione”.
L’ospedale Mazzoni può e deve essere potenziato, come atto propedeutico all’istituzione dell’Azienda Ospedaliera: il sud delle Marche potrebbe avere così una vocazione ad alta complessità, visto che l’azienda ospedaliera più vicina è ad Ancona per cui avremmo il numero di abitanti sufficienti per sostenerla. Così facendo, potremmo delegare al 20% di privato convenzionato tutte le complessità medio-basse. In questo modo sarebbe garantita una risposta socio-sanitaria forte e credibile” conclude.

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