ANCONA – Ammontano a 49,6 milioni di euro gli avvisi emanati nel 2019  grazie al Por Fse (Fondo sociale europeo) 2014/20 della Regione Marche  per contrastare la disoccupazione , favorire l’inserimento delle persone alla ricerca del primo impiego e sostenere il rientro nel mercato del lavoro delle persone espulse dai processi produttivi. Le politiche attivate hanno consentito di raggiungere il 33% dei disoccupati marchigiani, cioè un terzo delle persone che hanno sottoscritto una Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (Did) a partire dal 2015. Prevista inoltre la prossima uscita di nuovi avvisi per 13,9 milioni di euro. Le linee di intervento sono così ripartite: Big band (6 milioni di euro); aiuti alle assunzioni ex borsisti (4 milioni);  bonus neomamme 0,5 milioni; Istruzione tecnica superiore (Its) (2,4 milioni); servizio civile (1 milione).

“La maggioranza delle risorse disponibili – ha spiegato l’assessore al Lavoro, alla Formazione e all’Istruzione Loretta Bravi in occasione del Forum del Partenariato convocato dall’assessore alle Attività Produttive Manuela Bora per fare il punto e programmare le attività dei Fondi Europei Fesr e Fse per il 2020  –  si concentra su precise linee di intervento: formazione per il reinserimento occupazionale, formazione di filiera, sostegno alla creazione di impresa, borse lavoro e borse di ricerca, tirocini. L’obiettivo è l’inclusione lavorativa  perseguita anche con interventi di lungo periodo, finalizzati a qualificare il capitale umano, coscienti del ruolo che le risorse umane giocano in tutti i processi di innovazione e di rilancio della competitività di un sistema produttivo. In questo ambito, abbiamo lanciato importanti iniziative di sistema sul tema dell’orientamento, dell’alternanza scuola lavoro, delle accademy, della velocizzazione delle risposte della Regione alle esigenze formative espresse dal territorio (Big band). Abbiamo inoltre coinvolto, in attività formative specialistiche oltre 3.500 persone e pubblicato avvisi per i dottorati industriali nei settori individuati dalla Regione nella propria strategia di innovazione (cosiddetti “dottorati innovativi”), realizzando in questo modo anche un’importante sinergia con la strategia del Por Fesr.”.

Altrettanto rilevante è stata l’attenzione posta all’inclusione attiva delle persone appartenenti a categorie deboli. Le leve utilizzate, in questo caso, sono state quelle dell’intervento a favore del potenziamento dei servizi erogati dagli Ambiti territoriali sociali e lo stanziamento di 10 milioni di euro per la realizzazione di tirocini sociali. L’obiettivo è garantire la presa in carico dei soggetti più deboli da parte degli Ambiti e favorire attraverso la realizzazione di esperienze lavorative non solo il rafforzamento della spendibilità dei destinatari sul mercato del lavoro, ma anche e soprattutto la fuoriuscita degli stessi destinatari da condizioni di esclusione o marginalità sociale.

Con gli interventi per la conciliazione tra vita lavorativa e professionale, infine,  si sono  volute sostenere le famiglie con figli piccoli e basso reddito. Ad oggi, le risorse stanziate a questo scopo hanno consentito di erogare circa mille voucher asili nido, ma è al momento in fase di programmazione anche un intervento specificamente finalizzato a favorire il rientro nel mercato del lavoro delle donne che hanno abbandonato il proprio impiego per maternità o per problemi di salute.

Le risorse del Por Fse infine,  sono state attivate anche a supporto di specifiche strategie industriali (a integrazione delle risorse stanziate dal Por Fesr sull’avviso Manifattura 4.0), per il rilancio dei territori colpiti da crisi industriale complessa (aree Merloni, area del Piceno), per le aree interne e urbane.


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