ASCOLI PICENO – Dopo la sconfitta di Trapani e tutto ciò che ne è scaturito ecco le dichiarazioni del Patron bianconero.

Perdere non mi piace e poco importa se il regolamento sancisce che ogni sconfitta equivale a un’altra. Non è così. Perdere come a Trapani, senza appellarsi alle pur evidenti importanti assenze  non è accettabile. Senza disconoscere i meriti di una formazione, quella siciliana, che sul campo ha strameritato la vittoria con una partita all’insegna del coraggio e della dignità, credo che sia evidente come l’Ascoli ne abbia facilitato il compito con una prestazione scialba a voler usare un eufemismo. Inoltre, il clamoroso epilogo, con cui Da Cruz ha posto il sigillo a una giornata da dimenticare, non deve essere un alibi per il resto del gruppo. Quello di Alessio è stato un comportamento inaccettabile nei confronti di una città intera, della Società, della squadra e soprattutto dei tifosi giunti a Trapani per sostenerci, ma quanto si era visto prima è ugualmente censurabile.

Ribadisco che non è questo l’Ascoli che ho progettato, ma, al tempo stesso, il ruolo che ricopro mi impone di ragionare, di valutare in maniera più ampia l’accaduto. Il calcio presenta un grande  vantaggio: quando si cade ci si può rialzare in fretta. Non è facile farlo: occorrono coraggio, spirito di gruppo, idee e rispetto per i tifosi e per la maglia che si indossa.

Contrariamente a quanto si è visto tante, troppe volte, in trasferta, il nostro Ascoli ha dei valori che la classifica ancora sancisce. Infatti, nonostante le ultime due sconfitte, siamo in una posizione di classifica che mai era stata raggiunta negli ultimi dieci anni e abbiamo davvero tanti margini di miglioramento.

Per questo chiedo a tutti coloro che amano la maglia bianconera un atto di fede, di stringersi attorno alla squadra per spingerla verso quel riscatto che io reclamo, pretendo. Aiutiamoci senza creare tensioni, che renderebbero ulteriormente pesante il nostro compito. Il Frosinone è un avversario che, per essere superato, richiede appunto lucidità, forza, grande convinzione, “tigna”, rispetto per il nostro ruolo e per la nostra storia. Tutte caratteristiche che abbiamo nel nostro DNA, ma che abbiamo l’obbligo di recuperare e di mostrare.”


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